giovedì 29 febbraio 2024

Nature restoration law

 

 Approvata la nuova legge europea sul ripristino degli ecosistemi



Dopo la votazione il relatore César Luena (S&D, ES) ha dichiarato: "Oggi è un grande giorno per l'Europa, perché passiamo dalla protezione e dalla conservazione della natura al suo ripristino.

La nuova legge ci aiuterà anche a rispettare molti dei nostri impegni internazionali in materia di ambiente. Inoltre, ripristinerà gli ecosistemi degradati senza compromettere il settore agricolo, lasciando agli Stati membri una grande flessibilità.

Vorrei ringraziare i ricercatori per averci fornito le evidenze scientifiche (relativamente al riscaldamento climatico, n.d.r.) e per il loro impegno nel combattere il negazionismo climatico.

E vorrei ringraziare anche i giovani per averci ricordato che non abbiamo né un pianeta B, né un piano B."

Lo scorso 27 febbraio 2024 è stata approvata la Parlamento Europeo la cosiddetta Nature restoration law, la più importante legge europea finalizzata al ripristino della natura con riferimento sia agli ecosistemi marini che terrestri funzionalmente danneggiati.

A fronte di una attuale situazione che vede infatti circa l'80% degli habitat comunitari già degradato dall'azione dell'uomo, questa nuova normativa pone a tutti i Paesi comunitari gli importanti obiettivi di ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

Perchè è necessario il ripristino ecosistemico?

Secondo il Parlamento Eurpeo il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, riducendo - al contempo - i rischi per la sicurezza alimentare.

Secondo la Commissione, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito genererebbe almeno 8 euro di benefici grazie all'incremento dei servizi ecosistemici generati da ecosistemi più sani e resilienti.


La nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell'UE, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal

E' importante sottolineare come la proposta di legge non imponga la creazione di nuove aree protette nell'UE né blocchi la costruzione di nuove strutture ed infrastrutture per l'energia rinnovabile. 

Una volta approvato anche dal Consiglio, sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.

Ecosistemi agricoli

Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell'UE dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati.

Dovranno anche adottare misure per migliorare l'indice dell'avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità.



Poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i paesi dell'UE dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.

Come richiesto dal Parlamento, la legge prevede un freno di emergenza che, in circostanze eccezionali, consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell'UE.

Altri ecosistemi

La legge impone anche di registrare una tendenza positiva in diversi indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali e di piantare tre miliardi di nuovi alberi.

Gli Stati membri dovranno inoltre ripristinare almeno 25.000 km di fiumi trasformandoli in fiumi a scorrimento libero, e garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana.








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