domenica 18 febbraio 2024

Bisogna saper comprendere le differenze, per capire il conflitto.


ll conflitto è tra il 20% delle aziende capitaliste agro-industriali, che si pappano l’80% delle risorse europee della PAC, e  l'80% delle aziende agricole, a conduzione familiare che osservano increduli  le aziende capitaliste, che dopo aver sprecato le risorse della PAC, si danno un gran da fare per impoverire  il prossimo.
 Dopo la grande  confusione iniziale, i motivi della protesta iniziano a canalizzarsi nei binari di un' ampia condivisione da parte dei “AdM” Azionisti di Maggioranza (80% delle aziende)

 


 𝗟’ 𝗮𝗴𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲 𝗽𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶, 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗿𝗮𝗻𝗰𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗶𝗲𝗴𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝘀𝘁𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶 𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗯𝘂𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗳𝗲𝗿𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗺𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝘀𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝗶, 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗮 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶𝗼 𝗯𝗮𝘀𝗶𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗼𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗹𝘁𝘂𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝗯𝗿𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲 𝗹𝗮 𝗳𝗲𝗿𝘁𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹 #𝘀𝘂𝗼𝗹𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹 𝗽𝗿𝗲𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗱𝘂𝗿𝗿𝗲 𝗰𝗶𝗯𝗼 𝘀𝗮𝗻𝗼, 𝗽𝘂𝗹𝗶𝘁𝗼 𝗲 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗮𝗴𝗮𝗿𝗲 𝘁𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗲,𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗹𝗮𝘂𝗱𝗲 𝗮𝗹 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗶𝗲𝗴𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗲 𝗴𝗲𝗻𝗲𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗶𝘇𝘇𝗲𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼 (𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗲 𝗺𝘂𝗹𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶) 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮̀ 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗲 𝗡𝗚𝗧,𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗶𝘀𝗼𝗿𝘀𝗲 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗲 𝗮𝗹 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 ( 𝗣𝗔𝗖 𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼) 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘁𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗶-𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗺𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗽𝗮𝗴𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝘂𝗶𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗶𝗱𝘂𝗰𝗶𝗮 (𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗯𝗮𝘀𝗲 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲 𝘀𝗮𝗹𝘂𝗯𝗿𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶),

𝗡𝗢𝗡 𝗠𝗘𝗥𝗜𝗧𝗔 𝗟𝗔 𝗦𝗢𝗟𝗜𝗗𝗔𝗥𝗜𝗘𝗧𝗔’ 𝗘 𝗟’𝗔𝗧𝗧𝗘𝗡𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗗𝗔 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗘 𝗗𝗜 𝗖𝗜𝗧𝗧𝗔𝗗𝗜𝗡𝗜 𝗔𝗧𝗧𝗘𝗡𝗧𝗜 𝗘 𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗜 nonchè Azionisti di maggioranza(AdM)
𝗗𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗴𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗶𝗻𝗼 𝗶𝗹 ruolo dell’𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 e del prossimo

Le proposte dei trattori di queste settimane ci raccontano del grande malessere e della profonda crisi che sta vivendo l’agricoltura, ma accusare il "Green deal" di voler affossare il mondo agricolo è irragionevole .

Così come è chiaro che bisogna riscrivere le regole del gioco, una nuova stagione di Riforma Agraria,  tenendo conto delle esigenze degli azioni di maggioranza e non di una piccola lobby economica-finaziaria, infatti:

1) Le aziende agricole a conduzione familiare producono più  dell'80% del cibo nel mondo

2) Le fattorie familiari occupano il 70-80% dei terreni agricoli in tutto il mondo

3) Le donne detengono solo il 15% di terreno agricolo, mentre forniscono quasi il 50% della manodopera agricola

4) Più del 90% delle aziende agricole sono gestiti da un individuo o una famiglia

che fa affidamento principalmente sul lavoro familiare

5) L'80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%)di aziende capitaliste.

6) Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

7)  L’81% dei Azionisti di maggioranza,(cittadini, contribuenti, consumatori, piccole e medie aziende agricole) si dicono preoccupati per l’impatto ambientale dei pesticidi e per il 75% hanno timori rispetto all’impatto dei pesticidi sulla salute umana, come riporta un recente sondaggio della società di analisi di mercato Ipsos.

 Il ruolo delle quattro  fake news sotto accusa.

1) Non è vero che il green deal danneggia produttori e consumatori, è un programma ambientale progettato e creato allo scopo di agevolare i percorsi di decarbonizzazione ed è uno strumento necessario per contrastare gli effetti della crisi climatica: di fatto costituisce il rimedio e non il male.

2)  Non è vero che l’utilizzo dei pesticidi è indispensabile a salvare l’agricoltura, la verità è che il loro utilizzo non garantisce di poter contare su una maggiore resa agricola o di salvaguardare le colture ma è dannoso sia per la conservazione degli ecosistemi che per la salute umana e favorisce la dipendenza dalla chimica del modello agricolo attuale.

3) Non è vero che l’Europa obbliga a non coltivare il 4% dei terreni per speculare sul lavoro degli agricoltori, si tratta invece di una misura che nasce allo scopo di favorire la difesa dall’erosione e dal dissesto idrogeologico, l’incremento della fertilità dei suoli e la tutela della biodiversità grazie ad aree incolte, siepi, boschetti, stagni e servizi ecosistemici.

4) Così come è falso pensare che l’Europa voglia sostituire i cibi tradizionali con quelli sintetici. La carne coltivata non è ancora disponibile in Europa e, dunque, in Italia. Al netto di ciò, è bene chiarire che, comunque, non potrebbe sostituire la carne prodotta da allevamento tradizionale. Il vero problema è, infatti, il modello di allevamento zootecnico intensivo che non rispetta il benessere animale e provoca l’inquinamento di acqua aria e suolo».

 Appartengono al circuito agro-industriale, basta vedere i mezzi super accessoriati e di ultima generazione,  che hanno deciso di scendere in strada,    si tratta proprietari   di quelle produzioni intensive, ma anche allevamenti super intensivi, orientate allo sfruttamento dei terreni in modo da massimizzare le produzioni, quella che oggi è entrata in crisi, malgrado si poppano il 80% delle risorse europee che la PAC mette a loro disposizione

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