domenica 4 febbraio 2024

Il supplizio di Tantalo

 Il supplizio di Tantalo 

di 

Peppino Bivona

 

Nella mitologia greca ,la figura di Tantalo, re della Lidia, viene raffigurato legato mani e piede al tronco di un albero ,da cui pendono i frutti e sotto scorre l'acqua di un ruscello. E' la sofferenza inflitta al disgraziato re, per aver offeso gli dei, una condanna dura e crudele: morire di fame,pur avendo sopra la testa i frutti,e morire di sete,pur avendo i piedi in acqua.

Abbiamo l'acqua nella diga Arancio, ma le nostre colture soffrono la siccità!.

Tutta colpa dell'alga rossa che in una complicata e complessa interazione con i cianobatteri, rilascia sostanze tossiche e cancerogene dette micro - cistine.

In verità da alcuni anni alcuni laghi come ad esempio quello di Vico in provincia di Viterbo,l'acqua è dichiarata non potabile, non possono pescare, ne valgono interventi risolutori attraverso filtrazione o interventi chimici.

La principale causa è imputabile al processo cosi detto " eutrofizzazione" ovvero l'immissione di gran quantità di inquinanti come le acque non depurate, e di concimi in particolare fosfati e nitrati

Nel nostro caso ovvero del lago Arancio le vicende hanno dell'incredibile!

Questo lago artificiale era e ( credo ancora) di proprietà del l’ESA. Mentre la gestione delle acque e demandata al Consorzio di Bonifica che attraverso le reti irrigue le distribuiva nei territori di Menfi Sciacca,Sambuca,e Santa Margherita. Per completezza dell'informazione le acque prima di immettersi nei canali irrigui alimentavano, una centrale elettrica,ormai in disuso.

Tutto fila bene fino ai primi anni ottanta, in cui una prolungata siccità mette a dura prova la coltura degli agrumi e la sopravvivenza dei carciofeti, allora abbastanza diffusi. Avevamo prelevato tutta l'acqua "utilizzabile", restavano ancora dai conteggi effettuati dai tecnici dell'ESA e del Consorzio di Bonifica,( sulla base dell'asta graduata) alcuni milioni di metri cubi di acqua che avrebbero permesso di salvare le colture in attesa delle prime acque autunnali. Tuttavia dal fondo del lago, all'uscita, ovvero il superamento della diga esisteva un dislivello che poteva essere superato da una idrovora posizionate su una zattera.

Tutto era stato predisposto secondo i piani stabiliti: acceso il motore, la grossa pompa iniziò a tirare l'acqua dal fondo del lago, , ma non trascorse molto tempo che gli operai addetti all'idrovora videro che dal fondo balzavano come impazziti grosse tinche! L'idrovora funzionò alcune ore ma ci si accorse subito, assieme ai pesci ,che di acqua c'è nera poca e niente!

Il caldo anomalo di quei primi giorni di autunno , mandò in avanzato stato di decomposizione i poveri pesci, ammorbando l'aria di un fetore indescrivibile la zona ,fino al paese.

Il sindaco di Sambuca Di Giovanna, preoccupato per la sanità pubblica vietò l'accesso al lago e alle aree limitrofe. Ma convocò d'urgenza i vertici dell'ESA ,in particolare il presidente Filippo Lentini. L'incontro si tenne nella sala comunale di Sambuca, dove il sindaco addossò le responsabilità del disastro all’ Ente, e con esse, tutte le spese necessarie alla bonifica dei luoghi.

Non ci volle molto a capire che il lago aveva subito un lento ma costante processo di interramento,riducendo il volume del lago di molti milioni di litri d'acqua della sua originaria capacità d'invaso stimata i trentadue milioni di metri cubi. Ma c'era di più: il periodo siccitoso degli anni settanta e l'ampliamento della zona irrigua , per tesaurizzare la poca acqua, non vennero attivate le paratoie di fondo, su cui negli anni si ammassarono migliaia di metri cubi di terra ostruendo irrimediabilmente lo scarico di fondo.

Dopo l'incontro col sindaco ,Letini volle fare un sopralluogo cosi scendemmo verso il lago dotati di mappa catastale.

Sorpresa delle sorprese!: I confini del bacini imbrifero del lago erano stati "invasi in alcuni punti da vigneti e in altri da seminativi. Era successo che, in assenza di piogge l'invaso quasi sempre a secco indusse i proprietari confinanti ad ampliare l'area coltivata! I terreni coltivati in leggero declino favorivano il ruscellamento e quindi...l'interramento del lago.

Non trascorse molto tempo che l'ESA provvide alla recinzione del bacino imbrifero afferente al suo perimetro catastale. Ma i problemi al lago non mancarono: da natura "fisica" divennero come stiamo osservando, di natura "chimica biologica" . L'eutrofizzazione è un processo che coinvolge numerose aree del nostro paese. La comunità Europea aveva compreso la gravità ed aveva emanato apposite direttive.

Dai risultati pare chiaro che sono state disattese!.

La nostra generazione , sempre più vicina agli ottantanni è stata testimone della più significativa rivoluzione agraria, la seconda dopo il neolitico.

Abbiamo osservato l'epilogo della lunga e travagliata Riforma agraria, poi le opere di bonifica, infine gli interventi irrigui attraverso le opere di adduzione

Se qualche nostro concittadino ,passeggiando nella nostra piazza V. Emanuele e decidesse di affacciarsi alla "firrata" allungando lo sguardo verso ol mare, ammirerebbe i tre grandi eventi in un solo fotogramma:

La contrada Fiore Ex Feudo dove fino al qualche secolo fa albergava la malaria, da dove salivano a piedi o con i muli i contadini dai volti scheletriti ,pallidi, erosi dalle febbri malariche.

Dopo l'assegnazione di un lotto a famiglia tramite la Cooperativa Colajanni,si completarono le opere di bonifia, una rete di canali utili ad allontanare gli eccessi idrici nella stagione piovosa. Infine arrivò l'acqua per uso irriquo( poi quella potabile) che rese quelle lande desolate di un secolo fa,lussureggianti giardini!

Eppure tutto questo rischia di venire cancellato ,dalla nostra stupidità, dalla nostra ignoranza ,dalla nostra ingordigia.

"Quando avranno inquinato l'ultimo fiume,abbattuto l'ultimo albero,preso l'ultimo bisonte,pescato l'ultimo pesce: solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche"

Taranga Tatanka alias Toro Seduto 

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