sabato 11 febbraio 2017

I borghi italiani protagonisti del nuovo anno e il ruolo dei Borghi GeniusLoci De.Co.

nucciatornatore

Il MIBACT ha indicato il 2017 “Anno dei borghi in Italia”. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio artistico, naturale e umano di luoghi poco conosciuti ma autentici e di grande bellezza
Dal 1°gennaio al 31 dicembre 2017 riflettori puntati sui borghi italiani. Quello appena iniziato è stato infatti indicato, con specifica direttiva del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, come “l’Anno dei Borghi in Italia”. L’obiettivo è la valorizzazione del patrimonio artistico, naturale e umano dei tanti paesini ricchi di storia, cultura e tradizioni sparsi lungo lo Stivale. Il Piano, che copre un orizzonte temporale compreso tra il 2017 e il 2022,  classifica i borghi come “destinazioni emergenti” (insieme a città d’arte, parchi, montagne, aree protette ed aree rurali) in cui attivare uno sviluppo turistico integrato con la promozione delle altre risorse territoriali, come l’agricoltura o la cultura materiale dei luoghi. Attenzione particolare viene riservata alle aree interne, di montagna e rurali, “..in cui la valorizzazione culturale e turistica costituisce (in particolare nell’ambito delle politiche di coesione territoriale 2014-2020) una delle linee strategiche per riattivare processi di sviluppo locale, combattere lo spopolamento e assicurare servizi sufficienti alla popolazione”. La direttiva avvia diverse attività: un Comitato per i Borghi turistici italiani; linee guida per l’organizzazione di un Forum Nazionale sui Borghi, per realizzare l’”Atlante dei Borghi d’Italia”  
In questo contesto le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.
   
 Chiediamo a Nino Sutera,  Ideologo della Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori Onlus    Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?
E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF  XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO  
Qual è la mission?  
   Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.
Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   
«La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
Qual è la vision? 
La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.
In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?
L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)
Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?
 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.

 Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.

Progetto Demetra

 Il progetto Demetra (2013/2014)  commissionato dall'Assessorato al  Formez   con   l’obiettivo di riqualificare tecnici per  meglio  indirizzare gli operatori agricoli sia sui requisiti loro richiesti dalla normativa, sia sulle opportunità loro offerte dalle politiche di sviluppo rurale sui temi connessi alla gestione sostenibile e all’azione per il clima nel settore agricolo e forestale.


La politica di coesione europea 2014-2020 prevede una nuova architettura del sistema di governance multivello. Il Quadro Strategico Comunitario (QSC) coordina a livello europeo tutti i Fondi (FESR, FSE, FC, FEASR, FEP), traducendo gli obiettivi UE 2020 in priorità di investimento.
A livello nazionale un Contratto di partenariato sullo sviluppo e gli investimenti, sancito fra
Commissione Europea e ogni Stato membro e basato sul QSC, stabilisce priorità di investimento,
allocazione delle risorse nazionali e dell’UE tra settori e programmi, condizioni e obiettivi da
raggiungere. Infine, i Programmi Operativi di livello regionale costituiscono lo strumento di gestione
e traducono i documenti strategici in concrete priorità di investimento, con obiettivi chiari e
misurabili.
Questo assetto della programmazione stimola i diversi attori coinvolti nei processi di attuazione e
gestione delle politiche - Commissione, Stati membri, Regioni, altri soggetti locali - a una maggiore
integrazione di tipo verticale, ma ancor più a carattere orizzontale.
Tra gli strumenti elaborati per garantire che i finanziamenti dell'UE conseguano gli obiettivi generali
e specifici della strategia Europa 2020, oltre che gli obiettivi derivanti da impegni assunti in ambito
internazionale (es. cambiamenti climatici e protocollo di Kyoto), viene introdotto il principio della
condizionalità degli aiuti al rispetto di determinati requisiti ex ante ed al raggiungimento di prefissati
obiettivi ex post. In altre parole, in virtù di tale principio, i finanziamenti sono concessi agli Stati
membri “a condizione che” essi garantiscano una serie di condizioni di partenza (ex ante), facendo
fronte ad una serie di adempimenti legati alle tematiche prioritarie per i fondi (condizionalità
tematiche), e che raggiungano una serie di tappe e/o conseguano dei risultati prefissati in fase di
programmazione (condizionalità ex post).
Allo scopo di verificare lo stato dell’arte relativamente al rispetto di tali condizionalità ex ante da
parte delle Regioni e delle Province autonome, la Direzione Generale dello Sviluppo Rurale del
Dipartimento delle Politiche Europee ed Internazionali del Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali ha chiesto agli stessi enti la compilazione di schede opportunamente
predisposte allo scopo. Ciò al fine di avviare tempestivamente la riflessione sulle modalità da
attuare per l’adempimento delle precondizioni nel prossimo periodo di programmazione.
Per la condizionalità ex ante n. 1.2 “Sufficiente capacità di consulenza sui requisiti normativi e su
tutti gli aspetti connessi alla gestione sostenibile e all’azione per il clima nel settore agricolo e
forestale”, prevista nell’ambito della Priorità SR1 “Promuovere il trasferimento di conoscenze e
l’innovazione nel settore agricolo e forestale nelle zone rurali”, è stata elaborata una scheda di
ricognizione indicante lo stato dell’arte rispetto a tale precondizione.
Il Dipartimento regionale degli interventi strutturali per l’agricoltura dell’Assessorato regionale delle
Risorse Agricole ed Alimentari della Regione Siciliana è responsabile delle procedure che mettano
il governo regionale nelle condizioni di potere soddisfare, assieme alle altre, tale condizionalità.
L’iniziativa di cui al presente progetto per la condizionalità ex ante n. 1.2 prevede, attraverso un
intenso programma formativo, il rafforzamento delle competenze dei tecnici dislocati nelle unità
periferiche dell’Assessorato finalizzato alla costituzione di nuclei, strutturati e operativi a livello
territoriale, in grado di far fronte alle necessità di divulgazione/consulenza previste come
precondizione nell’ambito della Priorità SR1.
In considerazione di quanto premesso il Dipartimento regionale degli interventi strutturali per
l’agricoltura ha deciso di concordare con il Formez PA l’attuazione del programmato piano di
interventi formativi, da finanziarsi attraverso la misura 511 del Programma di Sviluppo Rurale
2007/2013.
Il progetto si è posto l’obiettivo di dar vita ad una task force di consulenti in grado di indirizzare gli
operatori agricoli sia sui requisiti loro richiesti dalla normativa, sia sulle opportunità loro offerte
dalle politiche di sviluppo rurale sui temi connessi alla gestione sostenibile e all’azione per il clima
nel settore agricolo e forestale.
Obiettivi :
Giungere, attraverso un intenso programma formativo, al complessivo rafforzamento delle
competenze del personale delle Sezioni Operative di Assistenza Tecnica del Dipartimento
Interventi Infrastrutturali dell’Agricoltura della Regione Siciliana, per la costituzione di
nuclei, strutturati e operativi a livello territoriale, in grado di far fronte a quelle necessità di
divulgazione/consulenza nei confronti degli operatori agricoli, indispensabili per il
raggiungimento dell’obiettivo generale.
Fornire ad un gruppo di partecipanti al percorso formativo (selezionati su base volontaria e
di competenza) gli strumenti per poter svolgere in modo efficace il ruolo di “formatore dei
consulenti”.
Il progetto si basa sui criteri previsti per soddisfare la Priorità SR1: “promuovere il trasferimento di
conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali”. Considerato il
numero consistente di risorse umane dislocato negli uffici territoriali della Regione Siciliana, il
progetto prevede una azione di formazione, affiancamento e riqualificazione di tale personale in
modo che anche l’attività di consulenza, finanziata nell’attuale programmazione attraverso la
misura 114 del PSR 2007-2013 e svolta da organismi privati riconosciuti dalla Regione, possa
essere realizzata attraverso il personale della Regione.
Il percorso formativo prevedeva l’utilizzo di diverse metodologie didattiche, con didattica d’aula e
momenti di formazione a distanza, rivolti a 150 funzionari e dirigenti delle Sezioni Operative di
Assistenza Tecnica del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Agricoltura, selezionati dalla
Regione con il supporto di Formez PA.
La Fase 3 ha previsto la partecipazione di 30 funzionari, selezionati grazie alle indicazioni emerse
nelle fasi 1 e 2. 

Programma:
Il sistema dell’innovazione nella programmazione europea 2014-2020
Modulo 1 A (7 ore in presenza)
PSR 2014-2020 e HORIZON 2020
• La rete PEI: domanda e offerta di innovazione
• L’offerta di innovazione e il sistema dell’innovazione sul fronte della ricerca scientifica:
Europa, Italia (Parchi scientifici tecnologici, BIC, Agenzie per lo sviluppo, Centri servizi) e
Sicilia.
• I Gruppi Operativi
• L’integrazione tra la domanda di innovazione (imprese, aziende agricole) e l’offerta di
innovazione (università, centri di ricerca e servizi di consulenza)
• Gli ambiti di intervento dei Gruppi Operativi
• La costituzione e il funzionamento di un Gruppo Operativo
Modulo 1 B (7 ore in presenza)
La domanda di innovazione: le nuove frontiere delle principali filiere agroalimentari
• Processi produttivi e impianti delle principali filiere agrarie (vino, olio, latte, carne, pasta,
ortofrutticolo, conserve)
• Le tecnologie emergenti per le filiere agroalimentari.
• Una buona pratica di innovazione nata in Sicilia: collaborazione azienda-università, ovvero
un esempio virtuoso di incontro tra domanda e offerta.
Metodi, strumenti e tecniche per rilevare la domanda di innovazione
Modulo 2 A (7 ore in presenza)
La progettazione guidata dal basso (bottom-up):
• Le reali esigenze del mondo produttivo agricolo e forestale e il ruolo de i privati (aziende
agricole, imprenditori) nell’orientamento, nella identificazione e nella implementazione degli
interventi innovativi finanziabili dal PSR e da Horizon 2020
• L’analisi del fabbisogno di innovazione:
• Le fonti informative per l’analisi territoriale
• La mappatura degli stakeholders
• Strumenti di analisi e animazione nel territorio per fare emergere le esigenze settoriali e di
filiera, ambientali e territoriali (Focus Group, Tavoli Tematici, Interviste in profondità)
• Strumenti di analisi in azienda: l’audit tecnologico e la ricerca dei fabbisogni impliciti ed
espliciti
Modulo 2 B (7 ore in presenza)
Facilitazione e processi partecipati: strumenti e metodologie
• Caratteristiche e ruolo del facilitatore
• Principi e modelli di facilitazione
• Concetti e pratica della facilitazione
• Ambiti di applicazione della facilitazione
• Struttura di un incontro facilitato
• Strumenti e tecniche di facilitazione
La gestione di un progetto: tecniche e strumenti
Modulo 3 A (7 ore in presenza)
Introduzione al Project Management
• Cos'è un progetto
• Cosa si intende per Project Management
• I processi di Project Management
• Il project charter: deliverable, scope, work breakdown structure, criteri di successo
• La gestione dei tempi di progetto
• Strumenti e tecniche di supporto (WBS, reticoli, GANTT, matrici di responsabilità)
Modulo 3 B (7 ore in presenza)
La gestione di un progetto
- Il project charter: organizzazione, tempi, budget, rischi
- La gestione di costi e delle risorse di un progetto
- La gestione dell’esecuzione di un progetto e il metodo dell’earned value
- La gestione della qualità nei progetti
- La gestione dei rischi di un progetto
- Progress e closing report
Formazione formatori e progettazione formativa
Modulo 4 A (7 ore in presenza)
La pianificazione e la progettazione formativa
• L’identificazione e l’analisi dei bisogni formativi: metodi e strumenti
• Lo scenario formativo: attori e progettazione
• La progettazione formativa: metodi e strumenti
• L’erogazione della formazione: micro-progettazione
• Strumenti e metodi di valutazione della formazione
MODULO 4 B (7 ore in presenza)
L’intervento formativo
• Conduzione e animazione dell’intervento formativo
• Accoglienza di un gruppo di apprendimento, gestione dei canali di attenzione)
• Gli stili di apprendimento e l’alternanza teorico-pratica
• Metodologie formative: role-playing, metodo dei casi, lavori di gruppo, giochi psicologici,
esercitazioni, utilizzo degli audiovisivi, formazione a distanza
• Strumenti per monitorare il feedback del gruppo
Comunicazione efficace, gestione delle riunioni e dei gruppi di lavoro
Modulo 5 A (7 ore in presenza)
La comunicazione nei gruppi
• La gestione delle dinamiche di gruppo: fasi ed evoluzione
• Fenomeni e processi che si sviluppano nei gruppi in apprendimento
• La leadership situazionale e strategica: ascolto e guida
• Tecniche di motivazione ed empowerment del gruppo: il Milton Model
• Simulazioni
Modulo 5 B (7 ore in presenza)
La comunicazione strategica
• Il colloquio e la riunione: fasi, processi, funzionamento
• Tecniche di comunicazione strategica nei colloqui e nelle riunioni
• Gestione degli interlocutori difficili: le categorie di Virginia Satir
• L’ascolto attivo: riformulazione, ricapitolazione, confronto, rinforzo
• Simulazioni
Nuovi strumenti per la comunicazione
Modulo 6 A (7 ore in presenza)
La comunicazione 2.0
• Social Local Mobile per la promozione del territorio
• Le potenzialità di Internet e delle applicazioni per smartphone.
• Le strategie innovative basate sulla geolocalizzazione.
• Casi di studio, italiani e internazionali e approfondimenti sui benefici e rischi che soggetti
privati e istituzionali possono



venerdì 10 febbraio 2017

Da un'iniziativa a un metodo

Da un giorno di idee
a un villaggio di idee, alla Libera Università Rurale
ovvero
da un’iniziativa ad un metodo
di Nino Sutera*

“Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio,  per far co-evolvere il villaggio globale ci vuole la mentalità aperta di un bambino”
Il  villaggio, in etnologia, rappresenta la forma elementare dell’abitato umano  stabile. In sociologia, con la locuzione di “villaggio globale”, coniata dal sociologo canadese H.M. McLuban ( 1911-1980), si definisce il mondo contemporaneo, così denominato specialmente in seguito alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e per la comunanza di una serie di problemi che riguardano ormai tutti i paesi.  
La locuzione di Villaggio globale è stata utilizzata insieme ad un antico proverbio africano che appunto afferma che “ per far crescere un bambino ci vuole un villaggio”
L’avventura del Git SiesA (Gruppo d’Interesse Territoriale -Sviluppo Integrato e Sostenibile dell’Agrigentino- promosso dal Ministero dell’Università e Ricerca, e dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, ha consentito di avviare un nuovo processo partenariale informale, strutturato e permanente di progettualità partecipata, finalizzato alla promozione e sviluppo di nuovi progetti e programmi da iscrivere nel quadro di una condivisa visione di sviluppo sostenibile e integrato del territorio.
I territori organizzati in forme partenariali e strategiche, possono infatti favorire il dialogo interistituzionale, sia  a livello locale,  e non solo, con i diversi portatori di interesse per facilitare l’avvio dei nuovi interventi in un quadro di cooperazione rafforzata ed attivare forme di scambio tra realtà territoriali ed amministrative, che costituisce anche la mission dei GIT
L’ambizione di “Un Giorno di Idee”  era di avvistare in maniera partecipata e condivisa  idee, proposte, progetti  di indirizzo, tale da divenire per il prossimo futuro un modello da seguire,  aperto a tutti i soggetti socio – economici, ed ai singoli cittadini, che sono interessati e vogliano cimentarsi sul futuro sostenibile del proprio territorio.
L’evento è stato  l’occasione per conoscere e valorizzare esperienze, proposte e idee, ed incominciare ad affrontare le nuove sfide che attendono i sistemi locali  nei prossimi anni e per condividere obiettivi  e linee d’intervento.

In questa prospettiva, il territorio non deve essere considerato semplicemente come luogo fisico, ma esso rappresenta soprattutto una comunità collettiva, ricca di saperi e competenze diffusi tra i vari attori, dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni private, dalle associazioni, ai singoli cittadini.
Aver saputo interpretare le esigenze e le richieste diffuse di disseminare conoscenze e informazioni, tramutandoli in un fatto concreto è destinato ad essere consegnato alla storia di questa terra, ecco allora come un’evento  nasconde l’ambizione per tramutarsi in un metodo condiviso. Nasce così  un “Villaggio di Idee”  con  l'obiettivo di sviluppare un percorso inedito e innovativo di sinergie e partenariati per cercare, attraverso il confronto sistematico e tra gli stakeholder, risposte concrete alle esigenze di sviluppo del territorio. 
Intendiamo Apprendere dalle lezioni del passato individuando iniziative congiunte a carattere pilota per migliorare l’efficacia della comunicazione istituzionale, Realizzare le iniziative pilota implementando le metodologie di lavoro in partenariato, Monitorare le diverse fasi dell’attività e i risultati raggiunti e contribuire così anche al dibattito sulla politica di coesione verso le tre priorità: convergenza, competitività e cooperazione. Come? Con iniziative pilota di informazione, formazione e comunicazione, volte a migliorare le imprese e i servizi rivolti alle imprese, gli attori-chiave del settore agricolo e del turismo, dell’ artigianato,e commercio, in un’ottica di filiera produttiva integrata, mirata allo sviluppo sostenibile del territorio, alla qualità, alla sicurezza, alla tutela dell’ambiente.  
Da questa iniziativa di successo deriva la LURSS (libera università dei saper e dei sapori) che si ispira all’European Rural University diffuse in Europa e in molte altre parti del mondo Nel corso degli anni e delle esperienze, il concetto di European Rural University si è addensato e arricchito, come si accompagna un mondo rurale in profonda trasformazione. L'Università rurale unisce tutte le forze nelle zone rurali, persone ed istituzioni socio-economiche, in un unicum innovativo nel preservare le tradizioni locali, in grado di raccogliere tutte le logiche di azione delle esperienze, in quanto consente di individuare,confrontare e analizzare le iniziative locali dello sviluppo. Etica, logistica, sicurezza e sostenibilità sono le parole chiave alla base delle strategie politiche ed economiche in agricoltura. I programmi d’intervento proposti nel Quadro d’Europa 2020 disegnano un’imprescindibile relazione tra agricoltura e alimentazione, ed investono di un ruolo decisivo tutti gli attori coinvolti. Le politiche, gli investimenti, le conoscenze, i successi e gli insuccessi di una componente (agricoltura) si ripercuotono in modo reciproco ed incontrovertibile sull’altra (alimentazione). Agricoltura ed alimentazione sono protagoniste della crescita economica e sociale dell’Europa, ma sono anche garanti della sostenibilità nell’uso delle proprie risorse (suolo e materie prime) per assicurare disponibilità nel futuro, efficienza nell’impiego, incremento della competitività economica ed opportunità d’accesso alle risorse e ai servizi da parte di tutta la popolazione. 
La Libera Università Rurale Saper&Sapor nasce dalla consapevolezza che il Sapere e il Sapore sono uniti tra loro da un legame sottile: entrambi sono elementi essenziali della vita. L’attenzione e la sensibilità alla salute, al cibo e al benessere sono più che mai attuali. Da questa constatazione è nata l’idea di creare la LURSS che fosse anche una sorta di viaggio alla scoperta del gusto, della cultura e della conoscenza, e delle antiche tradizioni contadine.

Coordinatore del GIT SiesA
ninosutera@regione.sicilia.it





mercoledì 8 febbraio 2017

Risorse immateriali e sviluppo.

nucciatornatore
 L’innovazione è un fattore determinante del cambiamento sia sui beni e servizi materiali ( case, città, auto, trasporti e mobilità, salute, ecc.) sia più in generale sull’ecosistema ( ambienti di vita, economia del mare e della terra, ecc), sia su fattori immateriali ( processi, conoscenza e saperi).



La tecnologia e la scienza sono, per parte loro , ambiti applicativi decisivi di questo cambiamento, spingendo verso nuove generazioni di beni e servizi , verso trasformazioni di ambienti e di ecosistemi, insieme alla formazione di capitale sociale specializzato e intelligente capace di migliorare la vita di uomini e donne, fornire loro ciò che serve a vivere in sicurezza salute e benessere , nelle migliori condizioni di vita possibile .   E’ fondamentale   offrire queste opportunità a tutti e per tutti ed è per questo che la scienza e la tecnologia ad esempio, devono essere governate da processi inclusivi e socialmente aperti verso i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione, veri motori della vita sociale , sia nelle città che nei territori, fra i borghi e le campagne del nostro paese e della nostra regione.

All’avvio del nuovo ciclo di programmazione 2020 è importante avviare processi che diano un ruolo diverso consapevole delle comunità locali che  affiancandosi agli altri decisori pubblici come stato e regioni, possano insieme cooperare per raggiungere obiettivi condivisi e convergenti.
E’ ciò che ci aspettiamo dalle politiche pubbliche,   l’entrare in una dimensione operativa, cooperante e partenariale che avvicini i cittadini al cambiamento per esserne parte attiva, attraverso una partecipazione democratica che faccia della Innovazione sociale in perno della crescita e dello sviluppo.
Le politiche per la ricerca non possono che andare nella stessa direzione e piegare la scienza sempre più arispondere alle sfide sociali che le comunità ciò che chiedono ma che ci chiede l’Europa attraverso programmi come Horizon 2020.
Non possiamo non ricordare le parole di Corinne Cretì ( commissaria europea alle politiche regionali)  che   ha ricordato come le politiche europee devono riguardare la coesione territoriale e rendere le comunità più vicine all’europa  

Il regolamento 1303 del 2013 della UE sull’uso e sulla informazione dei fondi strutturali (tutti) lo chiede con chiarezza e pure l’accordo partenariale fra stato e UE con la PES ( partnernariato economico sociale e istituzionale) vanno in questa direzione.



I comuni, i sindaci, sono le istituzioni più prossime al cittadino, ai suoi bisogni, e dunque si riconosce nella comunità la parte attiva di un processo in cui le imprese, i giovani e le donne, le associazioni , stanno insieme per condividere e fare scelte.
In tutto questo diventa fondamentale il ruolo delle università e dei centri di ricerca che devono accompagnare questo processo di informazione e definizioni di soluzioni che siano davvero risposte ai cittadini e alle imprese seguendo i loro bisogni.
 Non si può più continuare a parlare di sottosviluppo, di mancato uso corretto delle risorse pubbliche o addirittura di mancanza di risorse se non si crea un meccanismo virtuoso di coinvolgimento e di responsabilità fra i decisori pubblici.
Le risorse ci sono: bisogna mettere in campo progetti che servano davvero e che diano risultati verificabili credibili con obiettivi ampi e condivisi in occupazione, innovazione, crescita e sviluppo e la strada è quella di dare voce ai territori attraverso strumenti previsti dai programmi nazionali e regionali che vanno alimentati e sostenuti.
Mentre guardiamo il mondo cambiare e quanto vi accade, dobbiamo imparare a guardare dentro noi stessi
per rilanciare un protagonismo nuovo che innovi   attraverso un senso civico e sociale che sia costruttore di solidali e coesi territori e comunità, rilanciando le identità dei luoghi e del saper fare, un ecosistema connesso, ben piantato con le proprie radici e sostenibile, ma anche in trasmissione continua con quella Europa che è la grande rete delle nostre opportunità e relazioni .