mercoledì 21 febbraio 2024

L’importate è “tràsiri”


 

                                       Peppino Bivona

 

 

Se i sogni muoiono all’alba, la flebile speranza di Batassaneddu di allungare di statura,svanì allorché ricevette la cartolina che lo invitava a  presentarsi al distretto per la visita militare di leva. Ovviamente fu riformato. Comunque sia,la  vita trascorse normale ,ovvero tra i tanti stenti e  le fatiche quotidiane. Quanti lo conoscevano continuarono a chiamarlo Batassaneddu , una fortunosa coincidenza  si direbbe, perché lasciava una imprecisa allusione tanto al “ diminutivo” quanto al “ vezzeggiativo”.

 Si sposò ed ebbe due figli , conduceva una vita assai sacrificata spostandosi  a piedi, ogni giorno, per andare a lavorare come bracciante in località spesso distanti . Perciò accumulato che ebbe un piccolo risparmio decise di comprarsi un asino e così “godersi” ,dopo una giornata di dura fatica, stremato dopo dodici e più ore una giornata un mezzo riposo. Attese pazientemente la fiera di Santa Margherita ,che cadeva ai primi di settembre e si avventurò nell’impegnativo affare. La moglie gli aveva raccomandato di scegliersi una asina  “na sceca” , ma haimè, i soldi  non bastarono e dovette accontentarsi di un somaro  un po’ avanti negli anni.



 Il nuovo arrivato fu alloggiato in un angolo della stretta cucina, da cui lo divideva  un precario tendaggio scorrevole a mò di separé . L’animale era docile e ubbidiente e tutto sommato convinse Batassaneddu  di aver fatto un buon affare …..finchè non notò la strana e….imbarazzante coincidenza a cui da qualche tempo  ,in verità,alcuni attenti osservatori “malignamente” gli fecero notare Ebbene ogni sera al rientro dal lavoro,non appena finiva di dissetare l’animale all’abbeveratoio comunale,  il nostro asino sfoderava in tutta la sua misura …la virtù nascosta!!  Immaginatevi l’imbarazzo del povero uomo che doveva attraversare buona parte del paese con l’asino in quello “stato”! Una bestia così impertinente e impenitente in tutto il paese, a memoria dei più anziani, non s’era vista! Il buon Batassaneddu  discreto ed educato com’era ,le provò tutte ! : Aspetto che facesse buio per attraversare il centro abitato , abbasso quanto più poteva “li zimmila”ossia i grossi contenitori intrecciati di palma nana  , accelerò l’andatura per “distrarlo “ ….. niente da fare! La faccenda  si complicò allorché il somaro venne lasciato fuori, legato al chiodo antistante il marciapiede davanti casa. . Qui ,all’ilarità dei passanti si aggiunsero le energiche proteste della  gnà Rosa che abitava accanto, ,preoccupata per il sicuro “turbamento” che simile scenario arrecava al “candore” delle due figlie femmine ormai giunte all’ età di marito.

A togliere d’imbarazzo Batassaneddu e la sua famiglia ,ci pensò don’Antuninu il marito della gna Rosa, il quale a rientro dal lavoro parlando della disgraziata anomalia dell’asino,  consigliò al malcapitato Batassaneddu di provare a cederlo alla stazione di monta: visto le” prestanze” chissà che  poteva rivelarsi un buon “razzatore” e….. fare così un buon affare!

Alla stazione lo avrebbero tenuto in “osservazione”per una settimana dopo di che insindacabilmente  avrebbero emesso il “verdetto”. L’idea non era cattiva e Batassaneddu ne discusse con la moglie,perciò decisero di “metterlo alla prova” :”se la cosa va a buon fine” disse con piglio deciso la moglie “,a casa mia entreranno solo “scèche “ di sesso femminile!”- scottata com’era da quella brutta esperienza.

La notte prima degli “esami” al povero Batassaneddu non gli riusciva di prendere sonno ,quella era la sola e unica possibilità : togliersi “quella fastidiosa” presenza e nello stesso tempo racimolare un bel po’ di  quattrini! La posta in gioco era alta e… così “senza sapere ne leggere ne scrivere” nottetempo, mentre tutta la famiglia dormiva ,quatto quatto si avvicinò all’asino gli drizzo l’orecchio e con un filo di voce sussurrò al somaro assonnato:” Ti raccomando comportati “bene” , devi ben figurare per una  settimana ,sono solo pochi giorni di “sacrificio”, dopo di che ti sarai sistemato per tutta la vita….e che vita!!  Capisci che fortuna…nessuno ti potrà cacciare via o destinarti ad altro lavoro! Non ti sposteranno neanche a cannonate!” Detto ciò ritornò a letto e aspetto fiducioso l’alba.

Come tutte le spiritose storielle paesane che si rispettano, la vicenda ebbe  ovviamente un lieto fine.

Passano gli anni ,mutano le circostanze, lo scenario diviene meno rustico, più elegante, magari urbano,le argomentazioni meno grossolane : ma le preoccupazioni e l’ansia restano le stesse.

Seduti intorno al tavolo della cucina, non ancora sparecchiato, il padre da gli ultimi consigli al figlio, che proprio  domani inizierà il periodo di prova per poi essere “definitivamente” assunto nella pubblica amministrazione. “ Ti raccomando comportati bene… sono solo….”

 

Liberamente tratto da un racconto “a viva voce” di un contadino , di Castelvetrano mentre era costretto da parecchie ore ad una estenuante fila in ufficio pubblico . Dietro lo sportello uno stanco, svogliato “somaro” impiegato, invitava alla calma

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