giovedì 1 febbraio 2018

Nomination per il premio “Attila”


Nomination  per il premio “Attila”
di Peppino Bivona

Qualche anno fa Angelo Napoli del Wwf di Menfi, aveva protestato energicamente assieme agli ambientalisti,    per lo scempio perpetrato ai danni dei ficus sistemati in piazza e in altre strade del paese.

Napoli, accompagnò la sua protesta con una sensata proposta, ovvero fornire al personale impegnato nella gestione del verde urbano, di una base cognitiva minima circa l’anatomia e la fisiologia delle piante, sperando così di evitare di  assistere, in futuro, a questo incivile massacro di alberi.

Ora, se vi capita di passare per via IV Novembre, poco distante dall’ex cinema Pirandello, capirete subito che il suggerimento del nostro concittadino Napoli è stato totalmente disatteso. Stanno a dimostrarlo il breve viale di ficus orrendamente mutilati, branche mozzate,tranciati ai nodi. Questa capitozzatura energica e decisa pare fosse dettata dall’incontrollato sviluppo delle radici che stavano sollevando e dissestato il marciapiede e da lì a poco sarebbe toccato anche alla strada.
Personalmente ritengo  che questi ficus non siano  stati  una scelta intelligente per l’alberatura del luogo, ma una volta cresciuti e nel rispetto della loro  età, abbiamo il dovere di custodirli  e gestirli al meglio delle nostre conoscenze
Proverò  a spiegare a queste brave persone, che hanno in  custodia e curano le piante del nostro paese, alcuni principi  elementari di botanica nel rispetto delle  esigenze  e delle circostanze del caso.
Intanto, sia chiaro che con la vostra operazione di capitozzatura non fermerete lo sviluppo  delle radici in superfice,  anzi  alla ripresa vegetativa si attiveranno di più, non conosceranno ostacoli. Ma vi siete chiesti perché queste radici che, quasi per definizione, dovevano scendere in basso, sottoterra , all’improvviso impazziscono ed emergono in superfice?
Ebbene, queste piante, contrariamente a noi umani che ci adattiamo a vivere in cassettoni di cemento, non sopportano nessuna copertura impermeabilizzante, qualsiasi strato cementizio, di asfalto o di mattoni  che renda intrasmissibile l’acqua e l’aria col suolo. Si è bene che lo sappiate :le radici degli alberi hanno un dannato bisogno di OSSIGENO!!
In natura, vedi i boschi, ad arieggiare il terreno ci pensano molti animali terricoli dai collemboli ai lombrichi, questi ultimi venivano chiamati dai nostri contadini” vermi lavuratura”. Nella campagna coltivata ci pensa il l’agricoltore attraverso l’aratura e la zappettatura.
Buona norma  vorrebbe che le piante,almeno per la prima parte della loro vita, ovvero dello sviluppo iniziale,  il terreno, per tutta la proiezione della chioma , restasse al naturale, ci si astenesse  dal cementificare o asfaltare , lasciando che si istaurino nelle radici una benefica presenza di micorri ze. Questo suolo non dovrà comunque  restare “nudo” ma si provvederà a coprirlo con truciolatura o piccoli sassi anche a scopo decorativo.
Capitozzare gli alberi è barbarie, una delle pratiche più sadiche che possiamo infliggere agli alberi, spesso li trascuriamo, non comprendiamo in tempo i segnali di malessere che  ci inviano, per poi stoltamente intervenire cruentemente nell’illusione di salvarli.
La stroncatura delle branche disarmonizza il rapporto equilibrato istauratosi tra chioma e radice, scompensa la circolazione linfatica, la produzione ormonale viene alterata, le grosse ferite prima di cicatrizzare sono esposte per lungo tempo all’attacco di funghi e batteri , la pianta sembra curiosamente avvantaggiarsene, ma nel lungo periodo sarà segnata, la durata della sua vita sarà di sicuro più breve.
Questi ficus  di via IV Novembre avevano mitigato ,e non poco, le abitazioni viciniori nelle estate accaldate ,erano rifugio di uccelli magari insettivori, di quelli che la sera all’imbrunire facevano incetta di fastidiose zanzare….la prossima estate non sarà più la stessa.    

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