martedì 30 gennaio 2024

Dal Green Deal ai utili idioti.

 Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

Le proteste dell'europa del Nord, non hanno niente da spartire con gli interessi degli agricoltori del sud italia, per il semplice fatto che hanno interessi opposti.

Le proteste dei trattori degli agricoltori sono arrivate anche in Italia, dopo aver già coinvolto diversi paesi europei, tra cui Germania e Francia

Inizialmente, le proteste italiane hanno avuto una dimensione minore rispetto a quelle degli altri paesi.

Le proteste sono dirette contro le politiche agricole dell’Unione europea, che taluni ritengono penalizzanti per il loro settore, dal Nord al Sud del Paese. Tra le richieste degli agricoltori figurano:

  • Aumento dei sussidi

  • Riforma dei prezzi all’ingrosso

  • Stop alla carne sintetica

  • No alle cavallette come cibo   


Ma quali sono veri motivi rappresentati da agitatori senza scrupoli?

Le recenti proteste degli agricoltori, sebbene amplificate nelle ultime settimane, non sono un fenomeno nuovo. Nei mesi precedenti, si sono verificate in diverse occasioni in vari paesi europei, tra cui SpagnaPaesi BassiPoloniaRegno Unito e Serbia, oltre alla già citata Francia e Germania. La ragione alla base di tali proteste, che coinvolgono diversi paesi, è principalmente il Green Deal europeo. Si tratta di una serie di misure volte a rendere più sostenibile e meno dannosa per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei, misure che sono state in gran parte approvate.


Il Green Deal per un sistema alimentare sostenibile

Il Green Deal pone i sistemi alimentari sostenibili al centro della sua strategia, riconoscendo il legame fondamentale tra persone sane, società sane e un pianeta sano. Questa iniziativa dell’Ue mira a stimolare l’economia, migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini, e preservare l’ambiente.

Il sistema agricolo e alimentare europeo, già considerato uno standard globale per sicurezza, approvvigionamento, nutrizione e qualità, è chiamato ora a diventare il punto di riferimento mondiale anche per la sostenibilità. La transizione verso un sistema alimentare sostenibile, garantendo al contempo la disponibilità di prodotti a prezzi accessibili, porta con sé benefici ambientali, sanitari e sociali, oltre a favorire una distribuzione più equa dei vantaggi economici.


Per supportare questo obiettivo, a luglio 2023 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure per l’uso sostenibile delle principali risorse naturali. Questo pacchetto include nuove regolamentazioni sul monitoraggio dei suoli per promuovere la salute del suolo entro il 2050, regolamenti sulle piante prodotte mediante tecniche genomiche e misure per ridurre i rifiuti alimentari e tessili. Tali iniziative, inserite nel pilastro “Risorse naturali” del Green Deal, mirano a rafforzare la resilienza del settore agroalimentare europeo.


Gli ambiziosi obiettivi dell’Ue includono garantire la sicurezza alimentare in risposta alle incertezze geopolitiche, ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, ridurre l’impronta ambientale e climatica del sistema alimentare dell’UE, rafforzare la sua resilienza e guidare la transizione globale verso una sostenibilità competitiva, dall’agricoltore al consumatore.


Green Deal: obiettivi ambiziosi

Il Green Deal europeo impone agli Stati membri dell’Unione Europea di ridurre le emissioni nette del 55% entro il 2030 e di azzerarle completamente entro il 2050. Tuttavia, per raggiungere tali obiettivi, sono necessarie diverse misure a livello europeo e nazionale, con significativi impatti sulla vita degli agricoltori europei. Una delle sfide più rilevanti è la necessità di riconvertire il 25% dei terreni coltivati all’agricoltura biologica entro il 2030. Inoltre, è oggetto di dibattito una proposta volta a ridurre drasticamente l’uso di pesticidi, introducendo ulteriori cambiamenti nel panorama agricolo.

La contestazione al Green Deal

Le manifestazioni di protesta degli agricoltori in Germania e Francia, ora riflesse anche in Italia, come abbiamo visto, sono ampiamente attribuite alle Strategie del Green Deal europeo. Tuttavia, la vera radice della crisi nell’agricoltura europea risiede nella dipendenza dalle fonti fossili e in un sistema agro-alimentare disfunzionale, sostenuto unicamente dai sussidi dell’Unione Europea.

Sabotaggio delle strategie del Green Deal: decisioni contrarie alle politiche ambientali

Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono accusate dalla coalizione di essere state sabotate dalle recenti decisioni delle istituzioni europee. Il voto contrario del Parlamento europeo su regolamenti chiave, come il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi, ha ridotto gli obiettivi del Green Deal a mere dichiarazioni di principio senza attuazione concreta nell’agricoltura e nella zootecnia.


Distanza tra obiettivi e realizzazione: lobby delle corporazioni agroindustriali

La realtà è che le azioni di lobby delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria hanno notevolmente ridimensionato le ambizioni delle Strategie del Green Deal, favorendo gli interessi delle grandi aziende a scapito dell’ambiente, della salute e degli interessi pubblici.


Le proteste degli agricoltori in Italia, in particolare contro l’eliminazione delle agevolazioni per il gasolio, vengono strumentalizzate per contestare gli obblighi ambientali previsti dalla nuova condizionalità della PAC. Si rileva inoltre l’incoerenza di ciò, considerando che l’80% dei fondi della PAC va alle grandi aziende agricole, favorendo l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi chimici di sintesi.

Crisi strutturale e cause vere: dipendenza da fonti fossili e speculazioni finanziarie

La vera causa della crisi nel settore primario europeo è identificata dalle associazioni come la dipendenza da risorse fossili, la volatilità dei prezzi alla produzione e le speculazioni finanziarie. L’aumento dei costi di produzione, derivante dall’aumento dei costi energetici, fertilizzanti e pesticidi chimici, ha colpito gli agricoltori, mentre l’agroindustria e la grande distribuzione hanno protetto meglio i loro risultati economici.


Soluzioni e necessità di cambiamento: la transizione ecologica e l’investimento nel biologico

 La soluzione non può essere la cancellazione delle norme ambientali, ma piuttosto la promozione della transizione ecologica e la liberazione del sistema primario dalla dipendenza delle risorse fossili. 

Le Strategie UE Farm to Fork e Biodiversità 2030, che prevedono la crescita dell’agricoltura biologica, sono indicate come una parziale soluzione. L’Italia, con il suo Piano Strategico della PAC 2023-2027 e il recente Piano di Azione nazionale per il biologico, sembra intraprendere passi nella giusta direzione.

In questa battaglia gli interessi dell'Europa del Nord e quella del Sud non hanno niente da condividere, per il semplice fatto che le Strategie UE Farm to Fork e Biodiversità 2030, non sono nemici del Sud Europa, per ovvi motivi


Nessun commento:

Posta un commento