g.bivona
Non riesco ad immaginare il mondo senza i fiori” disse Alice mentre sostava estasiata sotto un albero di susino in piena fioritura; non c’era un tratto di legno, nei suoi rami ,che non fosse coperto fiori.
“Eppure” disse il Gufo “ duecento milioni di anni fa i fiori non esistevano, la terra era popolata da felci, muschi, conifere e cicadacee, non formavano fiori e frutti nel vero senso della parola.
“Ma come facevano queste piante a riprodursi e a perpetuare la specie senza gli organi sessuali espressi nel fiore?” disse curiosa Alice
“Be ,molti si riproducevano per via asessuata “ rispose il Gufo” clonandosi in svariati modi . La riproduzione era un fenomeno discreto ,( non a caso le piante si chiamano Gimnosperme ,nascosto), se vuoi dispendioso, diseconomico: veniva rilasciato tantissimo polline “ leggero” che il vento o l’acqua trasportava e solo per “caso” un po’ di polline riusciva a raggiungere i membri della stessa specie, col risultato di veder nascere un minuscolo striminzito seme. Comunque ,cara Alice , questo mondo “prefloreale”, era più tranquillo, più lento, e più semplice del nostro attuale L’evoluzione procedeva pigramente, per la semplice ragione che non vi erano differenziazioni sessuali e poca mescolanza di geni, la riproduzione interessava piante vicine, con uno stretto vincolo di parentela. Lo scenario ambientale di questo pianeta ,era monotono: di sicuro più verde ,ma privo di colori, di varietà di forme , di profumi ,di attrazione…insomma non esisteva la Bellezza .O meglio, l’aspetto di ogni cosa non aveva nulla a che vedere con la molla del…. Desiderio!”
Alice attenta colse la sottigliezza : “Come dire che non c’e bellezza senza desiderio? Ma allora come spuntano fuori i fiori? E perché rivoluzionarono tutta la vita sulla terra?”
Il Gufo, sull’argomento, non è che avesse le idee sufficientemente chiare ,cerco di destreggiarsi al meglio delle poche conoscenze e residui ricordi scolastici in materia.
“Le Angiosperme, ovvero le piante che producono fiori e semi rivestiti e protetti , apparvero durante il Cretacio e si diffusero con una velocità impressionante. Le ragioni di tanto successo? Invece di affidare la diffusione, prima del polline e poi de semi( leggi geni) , al vento e quindi al caso ,le nuove piante provviste di fiori ,intrecciarono una stretta relazione con il mondo animale , ovvero stipularono un eccellente contratto coevolutivo : Io, pianta ti fornisco nutrimento in cambio, tu insetto o animale mi trasporti il polline o/e i dissemini semi nell’ambiente circostante.
Il come e il perché siano apparse le angiosperme , resta ancora un mistero nell’intricato processo evolutivo. Lo stesso Charles Darwin definì questo fenomeno improvviso e del tutto inafferrabile :”un mistero insopportabile” .
Sta di fatto che questo “nuovo mondo” ora è più ricco di novità , diversità, di variabilità genetica , una “ricchezza” della specie da spendere nelle situazioni di eventuali difficoltà .D’ora in poi l’evoluzione si sviluppa secondo un rinnovato modello coevolutivo : l’attrazione tra specie differenti. Tutto deve essere interessante ,bello ,desiderabile, appetibile , intrigante….le danze sono aperte!
La selezione naturale favorisce i fiori più “belli” ovvero quelli che riescono a catturare l’attenzione degli impollinatori e i frutti più appetitosi per gli animali.
La macchina desiderante coinvolgeva le creature delle diverse specie e quelle che riuscivano a gratificare i propri desideri avevano un successo assicurato ovvero maggior discendenza , sicura dominanza sul territorio.
La “bellezza” si rivelò una strategia di sopravvivenza!
Le nuove parole d’ordine vincenti furono : grandezza, lucentezza, dolcezza , fragranza…tutte qualità che assicuravano un sicuro successo.
Tutto ciò accelerò la velocità dei mutamenti evolutivi: era dispendioso affidare il polline ad un insetto che poteva recapitarlo ad un indirizzo “sbagliato” perciò per le piante divenne vantaggioso avere un aspetto e un profumo specifico, con spiccate caratteristiche, tale da attrarre l’attenzione di un unico esclusivo impollinatore.
Alice era affascinata , ma le sembrava una forzatura addebitare questa singolare strategia alle piane ovvero ad entità di per sé semplici dalla espressioni organizzativa e fisiologica piuttosto elementare.
Perciò chiese:” Vuoi dire che le piante studiarono ed analizzarono il desiderio degli animali?
Cercarono di trovare il loro punto “debole”, come ad esempio la dolcezza dei frutti , per consentire la diffusione dei semi in essi contenuti?”
Il Gufo non ebbe esitazione: “ Senza i fiori noi non esisteremmo, dominerebbero ancora incontrastati i rettili che in un mondo ricco di foglie e privo di frutti, se la cavavano benissimo. I fiori ci hanno fatto nascere , noi che siamo i loro più attenti estimatori siamo entrati di prepotentemente nella storia naturale . I fiori, hanno continuato nel tempo a divenire sempre più belli ai nostri occhi ,racchiudendo nel suo essere più profondo anche i nostri tropi e le nostre idee più impossibili, meno narrabili. Siamo andati oltre. Abbiamo rivolto la nostra attenzione più in là della corolla del fiore in un singolare gioco appassionato e affascinante.
Il fulcro autentico del doppio aspetto della natura , le energie conflittuali della creazione e della distruzione , l’innalzamento verso forme complesse e l’impulso travolgente che li allontana
I greci chiamavano Apollo e Dionisio questi due aspetti della natura e in essa non esiste nulla in cui la loro lotta sia evidente e struggente come nella stessa essenza del fiore :che passa da una fulgida bellezza ad rapido trapasso.
Ecco la conquista dell’ordine sul caos e il suo gioioso abbandono. La bellezza autentica ( cosa diversa dalla gradevolezza) è il risultato di queste due tendenze opposte . Osserva per un attimo una rosa o una peonia: più splendide appaiono quelle in cui la profusione caotica dei petali è contenuta da una forma o da una struttura che rispetta la simmetria di un globo o una tazza da tè : impedisce alla corolla , l’abbondanza dei petali, di divenire ai nostri occhi, troppo indolente! Ecco la perfezione dell’arte e il fluire cieco della natura . la trascendenza e la necessità.!
Alice era incantata il “mistero” nascosto nel mondo dei fiori , svelava in aspettabili sorprese. Volse di nuovo lo sguardo al susino fiorito e piano piano accostatasi , sussurrò all’albero: “ Che sia proprio ,li ,in un fiore, il significato della vita!?”
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