La sfida di uno sviluppo sostenibile deve
essere colta dal livello locale con un approccio integrato, creativo e
fortemente inclusivo - dal punto di vista culturale e sociale, ma soprattutto
senza ideologismi e/o derive autoreferenziali, la pena: la perdita secca di
credibilità e reputazione agli occhi del singolo cittadino e dei vari gruppi di
interesse coinvolti e/o da coinvolgere nei processi locali.
In tale prospettiva di
consapevolezza, le iniziative e le azioni riguardanti la costruzione della
competitività sostenibile di Impresa e di Territorio devono far leva sul bene
relazionale come una delle condizioni essenziali, richiedendo uno continuo sforzo
concertato tra tutte parti interessate anche sull’istituzione più immateriale e
pur più efficace: il linguaggio.
Lo stesso termine “locale”,
pertanto, deve essere attualizzato nel contesto dei fattori che caratterizzano
le tendenze su scala sub continentale,
continentale o mondiale di glocalizzazione .
“Glocalizzazione” o
“glocalismo” è un termine introdotto dal sociologo Zygmunt Bauman per adeguare
il panorama della globalizzazione alle realtà locali, così da studiarne meglio
le loro relazioni con gli ambienti internazionali. La glocalizzazione ritiene
che il fondamento della società in ogni epoca sia stata ed è la comunità
locale, dall'interazione degli individui, organizzati in gruppi sempre più
allargati, presenti su un territorio. In tale panorama s’interpreta il termine
stesso “locale” ri-proponendolo nel presente articolo con il termine più
significativo di “glocale”.
L’approccio “locale” quindi
deve significare e consistere soprattutto nello sforzo di networking,
sicuramente, più ambizioso di quello che normalmente e a volte stancamente si
registra nei comportamenti di ogni giorno.
È necessaria una “azione
orientata volontariamente” da una visione condivisa e sviluppata sulla base di
una altrettanto condivisa e diffusa leadership per farla vivere nell’ottica
delle interdipendenze e dell’integrazione e, soprattutto, nella direzione di un
necessario “ridisegno” dell’organizzazione dell’economia dello spazio locale –
dal punto di vista dei macroprocessi, dell’articolazione in imprese e sistemi
di imprese, delle localizzazioni stesse.
Sul piano culturale e sociale,
prima ancora che economico sono necessari una serie di interventi e azioni tra
loro sinergici, anche caratterizzati dall’essere strutturali, continui e
auto-sostenuti dalla società civile e dall’espressione di una loro sempre
maggiore propensione alla cittadinanza attiva (cum-sistenza della cittadinanza
d’Impresa e di Cittadino).
Lo sviluppo sostenibile e
integrato del Territorio è un obiettivo/compito che deve essere assunto
responsabilmente da tutta la collettività. Lo sviluppo sostenibile comporta un
salto qualitativo generalizzato per fare leva come Sistema Paese sulla
necessaria costruzione di una competitività sostenibile sia d’Impresa, sia
Territorio, dal livello locale, sub regionale, a livello regionale, nazionale,
europeo e globale.
Nell’ambito dei sistemi locali
dal punto di vista economico, sociale e politico spesso si trascura il ruolo
sia delle imprese perché caratterizzate da una propensione di responsabilità
sociale singolarmente virtuosa, sia della partecipazione più diretta e
consapevole dell’intera comunità delle cittadine e dei cittadini.
Si avverte nelle esperienze
fatte dagli attori e partner dello sviluppo locale di un singolare deficit di
informazione, di formazione, di ascolto reciproco, di comunicazione tra e con
anche i cittadini nonché di un deficit di “diffusione” di buone pratiche, pur
presenti nei territori regionali italiani ed europei.
Lo sviluppo locale deve, invece
basarsi, sulle risorse immateriali che sono direttamente il frutto dei
comportamenti e dell’agire del talento umano, tra le quali deve spiccare il
bene relazionale.
In altre parole, tra l’altro,
la cooperazione interistituzionale tra pubblico e privato, condividendo
medisime visioni per traguardare strategie di crescita come quella definita
dall’UE: la strategia Europa 2020.
La cooperazione
interistituzionale fa ottenere importanti vantaggi in tutte le realtà locali e
regionali dell’intera nazione, anche per il fenomeno del trasferimento
volontario di modelli virtuosi e/o di buone pratiche.
È fondamentale portare al
massimo livello possibile lo sforzo dei gruppi di interesse per sollecitare e
sostanziare la cooperazione interistituzionale per lo sviluppo sostenibile e
integrato del territorio delle nostre regioni italiane nel quadro anche della
più generale Strategia Europa 2020 che riguarda la realizzazione di azioni
concrete per una crescita intelligente (promuovendo la conoscenza,
l’innovazione, l’istruzione e la società digitale), una crescita sostenibile
(rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo dell’uso delle
risorse, rilanciando nel contempo la nostra competitività) e una crescita
inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione
di competenze e la lotta alla povertà).
Quanto sopra accennato
prefigura, in conclusione, un nuovo concetto del “locale”, ovvero, “glocale”,
con una nuova prospettiva nella costruzione di uno sviluppo territoriale,
sostenibile e integrato, essenzialmente basato su nuovi processi diffusi di
auto-responsabilizzazione e dove le autorità locali e le istituzioni economiche
locali hanno un ruolo economico fondante da svolgere, ruolo che è indipendente
da, o supplementare a, quello del governo nazionale e in una visione unitaria di
sviluppo dell’intero Paese. Altrimenti … il declino e/o la decadenza saranno -
faranno - i padroni del nostro futuro.
Nessun commento:
Posta un commento