Che ne sarà del padre?
Giuseppe Bivona
Alice non riusciva a “staccarselo” ,Giorgio , il bimbo di un anno e mezzo ,appena la vedeva gli si buttava addosso , come un forsennato, quasi incurante del pericolo! Stringeva forte al collo le sue manine da infante ridento mostrava i suoi incisivi da latte, e…. non c’era verso di mollare la preda!
Poi, inebriato ed estasiato, prendeva a giocare con i suoi grossi orecchini di Lei, a forma di cavaturaccioli, stiracchiandoli con le teneri manine , quasi voluttuosamente volesse portali in bocca a soddisfare la sua isaziabile fase “ orale”. Alice , compiaciuta,godeva ,silente ,pervasa da una sottile brezza sensuale ogni qual volta quel briccone di Giorgio le sfiorava il lembo auricolare su cui pendeva il grosso orecchino…
Il Gufo assisteva quasi compiaciuto a questo innocente, ma intrigante, scenario. Ormai da tempo osservava i comportamenti di Alice, con “distratta attenzione” , Si,per quel tanto di bene che le voleva, tale che non interferisse con la sua contentezza! . Aveva la consapevolezza che Giorgio per dirla con Freud , attraversasse in quei primi anni di vita la cosi detta fase “orale” per poi evolvere verso il completo sviluppo psicoanalitico della sua personalità…
“ Sai,” disse Alice , quasi a toglierlo dall’imbarazzo “questo birbante sembra possedere, in embrione, delle innate qualità amatorie! Nno ci crederai , ma tocca i tasti giusti. Il Gufo , che se ne stava volutamente in disparte come distratto , rispose ,Di certo il nostro Giorgio è un buon ….gustaio!! Figurati, le faville, se ti avesse conosciuta trent’anni fa….!!
Alice , lasciò “cadere” la cosa, come fosse un complimento ma conoscendo la sensibilità del Gufo, affondò la lama: “ Non sarà che il nostro Giorgio ,crescendo senza “padre” ,con le sole cure amorevoli della madre,sfugga al complicato e complesso rapporto di castrazione col padre, fonte primaria di innumerevoli guai?.
Il Gufo non voleva farsi attrarre in questo terreno scivoloso e …insidioso dell’evoluzione psicoanalitica dell’età infantile, ma alla fine decise di correre il rischio perciò rispose alla provocazione di Alice .
“Su questo tema” disse il Gufo, “ Freud si giocò la sua reputazione ,era certo che lo sviluppo psichico dei primi anni di vita del bambino avrebbe condizionato il suo carattere per il resto della vita . I primi anni di vita, disse, sono come un foglio di carta bianca su cui le cose che verranno scritte restano indelebili o comunque si rimuovono con difficoltà e …a caro prezzo!”
Alice capì che l’argomento diventava interessante.:” Ma cosa ha a che fare Edipo e poi il cosi detto complesso, i traumi infantili, uccisione del padre, la paura di castrazione? Sembra quasi una tragedia greca!”
“Ebbene , si! Hai detto giusto” disse risoluto il Gufo ” Freud prende spunto dalla tragedia di Sofloche raccontata nell’Edipo Re ( in verità doveva essere Edipo il tiranno), brevemente la storia.
Lario sovrano di Tebe ,aveva avuto dall’indovino Tiresia, ,l’informazione che uno dei suoi figli l’avrebbe ucciso .Cosi per cautelarsi li fece uccidere man mano che nascevano . Tuttavia un pastore, mosso da pietà ne risparmiò uno ,non volle buttarlo dalla rupe e lo allevò con se. Il giovane Edipo ormai adulto ,vaga e si dirige verso Tebe , dove per una banale lite di diritto di passaggio, viene in alterco con Lario (suo padre) che accidentalmente lo uccide. Edipo però salva Tebe dalla pestilenza perché risolve un complicato enigma. I tebani riconoscenti lo nominano tiranno della città e sposa la vedova Giacastra( inconsapevolmente sua madre) con cui giace e avrà due figli.
Ma Edipo vuol sapere da .Tiresia la sua origine ed identità . L’indovino, inizialmente si rifiuta” per te è meglio non sapere”. Ma dopo ripetute insistenze Tiresia svela tutta la storia, che Lario era suo padre e Giacastra sua madre. Edipo dal dolore e dalla vergogna si acceca e vaga fino alla fine dei suoi giorni in mezzo al bosco.”
“ Ebbè , -disse Alice- “ dovè il “salto” tra mitologia e psicanalisi? .Il gufo un po’ spazientito rispose” Scusami se uso un lessico un po’ truculento , ma il bimbo sostanzialmente vuole andare a letto con la propria madre , il linguaggio dell’inconscio va sempre per scenari primitivi ,rozzi non mediati dalla dialettica. Il nostro vede il padre soggiacere con la madre e ne viene escluso si rammarica. Che fa per “sedurre” la madre ? Imita in tutto e per tutto il padre, nella speranza che carpisca il segreto al fine di soggiacere con la madre. Qui Freud in questo processo di “imitazione “ del padre pone le basi per la formazione del carattere maschile della propria identità. , insomma impara a diventare maschio. Ma il tempo passa e il nostro si accorge che malgrado tutto a letto con la madre continua ad andarci sempre il padre! Il poveretto si sente frustrato, come ,si chiede sconsolato, ho fatto tanta fatica per diventare come mio padre onde raggiungere l’oggetto del desiderio e resto perennemente inappagato?Qui al nostro si aprono due possibili alternative
a) si abbandona ad una profonda depressione ,motivo: per quanti sforzi io faccia non mi riesce in alcun modo di raggiungere la “meta” Non è peregrino dedurre, che tanto più spiccato è il carattere del padre tanto più aumentano i casi di figli “rinunciatari” .
b) muove un atteggiamento incentivante, lo sprona a fare di più e meglio, non si perde d’animo, insiste attiva tutte le possibili “relazioni” . Non esclude ,simbolicamente, di uccidere il padre per prenderne il posto ( fine prima parte)
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