venerdì 11 novembre 2011

Che ne sarà del padre?


Che ne sarà del padre?
Giuseppe  Bivona

Alice non riusciva a “staccarselo” ,Giorgio , il bimbo di un anno e mezzo ,appena la vedeva gli si buttava addosso , come un forsennato, quasi incurante del pericolo! Stringeva forte al collo le sue manine da infante ridento mostrava i suoi incisivi da latte, e….  non c’era verso di mollare la preda!
Poi, inebriato ed estasiato, prendeva a giocare con i suoi grossi orecchini di Lei, a forma di cavaturaccioli, stiracchiandoli con le teneri manine , quasi  voluttuosamente  volesse portali in bocca a soddisfare  la sua isaziabile fase “ orale”. Alice  , compiaciuta,godeva ,silente ,pervasa da una sottile brezza sensuale  ogni qual volta quel briccone di Giorgio le sfiorava il lembo auricolare su cui pendeva il grosso orecchino…
Il Gufo assisteva quasi compiaciuto a questo innocente, ma  intrigante, scenario. Ormai  da tempo osservava i comportamenti di Alice,   con “distratta attenzione”  , Si,per  quel tanto di bene che le voleva, tale che non interferisse con la sua contentezza! . Aveva la consapevolezza che Giorgio per dirla con Freud , attraversasse in quei  primi  anni di vita  la  cosi detta fase “orale”  per  poi  evolvere verso  il completo sviluppo psicoanalitico della sua personalità…
“ Sai,” disse Alice , quasi a toglierlo dall’imbarazzo “questo birbante sembra possedere, in embrione, delle  innate qualità amatorie! Nno ci crederai , ma tocca i tasti giusti.  Il Gufo , che se ne stava volutamente  in disparte come distratto , rispose  ,Di certo il nostro Giorgio è un buon ….gustaio!! Figurati, le faville, se ti avesse conosciuta trent’anni fa….!!
Alice , lasciò “cadere”  la cosa, come  fosse un complimento ma conoscendo la sensibilità del Gufo, affondò la lama: “ Non sarà  che il nostro Giorgio ,crescendo senza “padre” ,con le sole cure amorevoli della madre,sfugga al complicato e complesso rapporto di castrazione col padre, fonte primaria di innumerevoli guai?.
Il Gufo non voleva farsi attrarre in questo terreno scivoloso e …insidioso  dell’evoluzione psicoanalitica dell’età infantile, ma alla fine decise di  correre il rischio  perciò  rispose alla provocazione di Alice .
“Su questo tema” disse il Gufo, “ Freud si giocò la sua reputazione  ,era certo che lo sviluppo psichico dei primi anni di vita del bambino  avrebbe condizionato il suo carattere per il resto della  vita . I primi anni di vita, disse, sono come un foglio di carta bianca su cui le cose che verranno scritte restano indelebili  o comunque si rimuovono con difficoltà e …a caro prezzo!”
Alice capì che l’argomento diventava interessante.:” Ma cosa ha a che fare Edipo e poi il cosi detto complesso, i traumi infantili, uccisione del  padre, la paura di castrazione?  Sembra quasi una tragedia greca!”
 “Ebbene  , si! Hai detto giusto” disse risoluto il Gufo ” Freud prende spunto  dalla tragedia di Sofloche raccontata nell’Edipo Re ( in verità doveva essere Edipo il tiranno), brevemente la storia.
Lario sovrano di Tebe ,aveva avuto dall’indovino Tiresia, ,l’informazione che uno dei suoi figli l’avrebbe ucciso .Cosi per cautelarsi li fece uccidere man mano che nascevano  . Tuttavia un pastore, mosso da pietà ne risparmiò uno ,non volle buttarlo dalla rupe e lo allevò con se. Il giovane Edipo ormai adulto ,vaga e si dirige verso Tebe , dove per una banale lite di diritto di passaggio, viene in alterco con Lario (suo padre) che accidentalmente lo uccide. Edipo però salva Tebe dalla pestilenza perché risolve un complicato enigma. I tebani riconoscenti lo nominano tiranno  della città e sposa la vedova Giacastra( inconsapevolmente sua madre)  con cui giace e avrà due figli.
Ma Edipo vuol sapere da .Tiresia  la sua origine ed identità . L’indovino, inizialmente si rifiuta” per te è meglio non sapere”. Ma dopo ripetute insistenze Tiresia svela  tutta la storia, che Lario era suo padre e Giacastra sua madre.  Edipo dal dolore e dalla vergogna si acceca e vaga fino alla fine dei suoi giorni in mezzo al bosco.”
“ Ebbè , -disse Alice- “ dovè il “salto” tra mitologia e psicanalisi?  .Il gufo un po’ spazientito rispose” Scusami se uso un lessico un po’ truculento , ma il bimbo sostanzialmente vuole andare a letto con la propria madre ,  il linguaggio dell’inconscio va sempre per scenari primitivi ,rozzi non mediati dalla dialettica. Il nostro vede il padre soggiacere con la madre e  ne viene escluso si rammarica. Che fa per  “sedurre”  la madre ? Imita in tutto e per tutto  il padre, nella speranza che carpisca il segreto al fine di soggiacere con la madre. Qui Freud in questo processo di “imitazione “ del padre  pone le basi per la formazione del carattere maschile della propria identità. , insomma impara a diventare maschio. Ma il tempo passa e il nostro si accorge che malgrado tutto a letto con la madre continua ad andarci sempre il padre! Il poveretto si sente frustrato, come ,si chiede sconsolato, ho fatto tanta fatica per diventare come mio padre  onde raggiungere l’oggetto del desiderio e resto perennemente inappagato?Qui  al nostro si aprono due possibili  alternative
a)    si abbandona ad una  profonda depressione ,motivo: per quanti sforzi io faccia non mi riesce in alcun modo di raggiungere la “meta” Non è peregrino dedurre, che tanto più spiccato è  il carattere del padre tanto più aumentano i casi di figli “rinunciatari” .
b)    muove un atteggiamento incentivante, lo sprona a fare di più e meglio, non si perde d’animo, insiste attiva tutte le possibili “relazioni” .  Non esclude ,simbolicamente, di uccidere il padre per prenderne il posto ( fine prima parte)  

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