lunedì 14 novembre 2011



Alice nel paese del…..mandorlo in fiore
Giuseppe Bivona


(Stelle ed alberi da frutto in fiore: la permanenza totale e la fragilità estrema….,danno ugualmente il senso dell’eternità)
Simone Weil


“Fillide principessa della Tracia ,si innamora perdutamente di Acamante il figlio di Terseo che partecipa alla guerra di Troia . Al ritorno dalla guerra l’amato non è sulla nave. Fillide per nove giorni l’aspetta sulla spiaggia, poi straziata dal dolore muore. Athena pietosa la trasforma in un albero di mandorlo.Dopo pochi giorni Acamante però ritorna e abbraccia forte forte l’albero fino a farlo fiorire. Era pieno inverno”
Ad Alice queste storie quasi la commovevano e poi sotto sotto celavano sempre una metafora : della vita che ritorna, della speranza che non va mai persa.
Saliva lenta sulla vecchia strada lastricata che si snodava tra i ruderi dell’acropoli senza staccare lo sguardo dagli alberi di mandorlo in fiore che sparsi qua e la, affioravano dalle rovine, mentre giù nella Valle dei Templi lo spettacolo era mozzafiato.
“ Aspetta “disse Alice ,mentre il Gufo con passo più spedito voleva raggiungere al più presto il Tempio della Concordia “Non ti pare un po’ strano che il mandorlo decida di fiorire alla fine di gennaio? Secondo te perché mette a rischio la sua fruttificazione, ovvero la sua progenie, sapendo che i rigori invernali possono compromettere la discendenza e quindi la sua esistenza come specie? Ho l’impressione che questa pianta sia un po’ vezzosetta ,somiglia a certe donne che forti della loro bellezza vogliono primeggiare ,aspirano ad atteggiarsi,come sul dirsi a “prime donne”
Il gufo si fermo, attese che si avvicinasse e con un sorriso compiaciuto rispose.” Vedi ,noi “occidentali” siamo impregnati fin dentro le ossa di una cultura antropocentrica di derivazione giudaico-cristiana, che vuole il creato e le sue creature messe a disposizione dell’uomo cosi fino ad immaginare ,magari, che la fioritura del mandorlo servisse a rallegrare lo spirito dell’uomo. Bè, proviamo a capovolgere questo modello “culturale” e analizziamo le cose dal punto di vista del mandorlo.” Alice si sedette su una grossa pietra e curiosa attese le “ragioni” del mandorlo. Cosi il Gufo continuò.
“Stando ai rilievi paleobotanici troviamo negli antichi insediamenti ,semi di mandorlo ….amari, si, di quelli ,non solo cattivi da mangiare, ma che contengono una sostanza velenosa, l’amigdalina ovvero …il cianuro. Tu ,conoscendoti, penserai ,a maggior ragione l’attenzione dell’uomo primitivo non poteva che essere rivolta alla fruizione estetica ,estasiati da questa improvvisa fioritura e di tanta inaspettata bellezza.
Invece no! Il mandorlo ha dovuto “avvelenare “ i suoi frutti per difendersi dall’ingordigia degli uccelli e dei roditori che attratti dal dolce gusto dei semi pregiudicavano, mettevano in serio pericolo, la sua discendenza ,il futuro della specie.
Poi un giorno di una tarda estate, di cinquemila anni fa ,nel periodo del bronzo , un bambino tanto curioso quanto affamato mise in bocca un seme che stranamente risultò dolce e piacevole: era incappato in una mutazione genetica con la fortunosa coincidenza che il carattere dolce era dominante ,cosi messi a dimora i semi la maggior parte degli alberi diede frutti dolci e commestibili . Così da quel giorno l’uomo pose sempre più attenzione alla coltivazione del mandorlo ”
“Ho capito “ disse Alice,” ma non mi hai ancora spiegato le ragioni della sua scelta, circa la fioritura cosi precoce, al limite del suicidio”
“Il mandorlo” riprese il Gufo è una pianta a “bassissimo fabbisogno in freddo” come dicono gli agronomi, ovvero contrariamente ad altre piante fruttifere necessita di un breve periodo di riposo invernale. Tu ,dirai: Hebbè ? Ebbene il mandorlo è originario delle zone aride dell’Asia centrale dove la disponibilità idrica ha un ruolo determinante nel successo della vita delle piante. Ora devi sapere che i fruttiferi appartenenti alla famiglia delle drupacee, fanno un grosso “sforzo” energetico per elaborare il guscio ovvero l’involucro dove proteggere il seme, e questa fatica comporta un dispendio non indifferente di acqua. Che strategia ti escogita il nostro mandorlo in una realtà ambientale dove l’acqua scarseggia?.
E cosi che il mandorlo cocciuto come un mulo, scommette,come fa un giocatore di azzardo ,punta tutto sull’anticipo della fioritura per svolgere il suo ciclo vegetativo nella stagione primaverile o inizio estate , dove in questo nostro clima mediterraneo ,la speranza di qualche pioggia ,è ancora persa!”
Ma Alice “ il gioco secondo te, vale la candela?” “ Certo” disse sicuro il Gufo “Tra tutta la frutta secca disponibile, il mandorlo arriva prima sul “mercato” anticipa tutti, il pistacchio,la noce ,le nocciole … Sai , sono concorrenti temerari, in fatto di bontà ,non fanno sconti a nessuno!
Già dalla fine dell’estate molti animali si preparano per il letargo invernale e nella loro dieta è fondamentale attingere all’energia contenuta nei semi dotarsi di una buona scorta di omega 6, la stessa che in primavera ,quasi per miracolo si trasformerà in omega 3 in risposta alle nuove ed impegnative esigenze degli animali. Ma questo è un altro discorso”
Ora Alice era arrivata in alto sulla collina ,dove il Tempio della Concordia domina la Valle e si apprestava a scendere per un viottolo che fungeva da scorciatoia. Ad un tratto senti una folata di vento che la investi alle spalle, ebbe la sensazione quasi di brivido ,strano, pensò, in una giornata tutto sommato piacevolmente tiepida. Ma il vento si estese, investi tutta la valle e come per incanto strappo tutti i petali, di tutti i fiori di mandorli che erano già stati impollinati. Il vento prima li sospinse tutte in alto ,poi come per incanto ,cesso la sua furia, mutò in una calma piatta . Fu cosi che Alice vide una cosa unica e straordinaria, una meraviglia delle meraviglie….I petali leggiadri come fiocchi di neve scendevano soavemente al suolo, ma mentre scendevano volteggiavano lasciando intravedere quel poco di tocco rosato che anche nel fiore aperto avevano tenuto nascosto ! .
Corse lungo il pendio incurante del pericolo voleva che quei fiocchi di petali le scendessero sua chioma, voleva prenderli e accarezzarli con l’ingenuità di una bambina. Riuscì a prenderne uno e lo distese sul palmo della mano. Si, la parte basale del petalo che si attacca al ricettacolo era lievemente rosato, un rosa sempre più pallido che sfumava dolcemente verso il più esteso bianco. Ora i petali cadevano copiosi sulla sua testa ,ma Alice restava fissa ad osservare quel piccolo petalo . quel pedicello rosato somigliava per un verso al colore del suo viso, ma ancor più, corrispondeva al suo umore quasi a simboleggiare i pensieri profondi , che stanno giù, nascosti in fondo all’animo e che solo rare volte nella vita riescono ad emergere , affiorare.

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