domenica 7 gennaio 2024

Il made in Italy ,ovvero c'era una volta!

 Ridisegnare i sentieri di crescita dei sistemi agroalimentari, al netto dell'invasione straniera

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  L’altalena dei prezzi dei fattori produttivi in questi ultimi mesi ha destato molte preoccupazioni ai produttori agricoli, come anche gli eventi siccitosi dell’ultimo anno. Ma il settore ha mostrato una resilienza inedita. L’agricoltura italiana è più viva che mai e l’immenso patrimonio di valori che esprime continua ad alimentare la corsa del Made in Italy alla conquista dei mercati, con il record di 60 miliardi di euro di export nel 2022. • Nell’ultimo triennio in Italia il commercio elettronico ha registrato una crescita prossima al 50% e molte delle imprese agroalimentari hanno intrapreso questo percorso. Nel 2022, il 48,2% della popolazione ha fatto acquisti online per un valore stimato che sfiora i 45 miliardi di euro. Il cibo si conferma tra i comparti più dinamici con una crescita del 17% rispetto al 2021, ma resta ancora lontano dai settori più importanti. Solo il 6,1% degli acquirenti online, infatti, si è rivolto alle piattaforme per acquistare prodotti agroalimentari, lontani dalle percentuali di chi acquista online abbigliamento (19,4%), articoli per la casa (10,3%), tecnologia (7,7%). Tuttavia, il tema del food delivery sembra aver superato la soglia della necessità e anche quella della moda temporanea, con 5 milioni di download nel 2022 per le 3 principali piattaforme di riferimento

 • Seppure l’accesso alle innovazioni stia crescendo a ritmi serrati nel settore, con le imprese agricole digitalizzate che nell’ultimo decennio sono quadruplicate, la diffusione dell’innovazione sconta ancora divari territoriali e di dimensioni aziendali. È una questione di reti, di connessioni, ma anche di evoluzione dei servizi che occorre promuovere così da non lasciare indietro nessuno. Se incentivati, le innovazioni digitali e l’e-commerce potrebbero infatti aiutare la crescita dell’agricoltura italiana e dei prodotti Made in Italy. • L’Italia vive, inoltre, un forte ritardo infrastrutturale con 77 miliardi di euro di export perduto. Ad essere penalizzate in particolare le punte di eccellenza del Made in Italy, come il settore agroalimentare, tra i più colpiti, con 8 miliardi di euro di mancate esportazioni. Tutto questo richiama la necessità di investimenti e potenziamento delle infrastrutture materiali dell’Italia, senza dimenticare la rilevante questione della carenza idrica in cui versa il Paese. • Il Paper approfondisce il ruolo fondamentale che l’agricoltura italiana già svolge nella transizione ecologica e nella difesa dell’ambiente e del territorio, ma sottolinea anche la necessità di maggiori investimenti per rendere le filiere agroalimentari europee ed italiane ancor più sostenibili e competitive. Non ultimo, inoltre, evidenzia l’importanza dell’integrazione con i percorsi turistici in grado di convogliare arte, cultura e cibo: un percorso imprescindibile per rafforzare il legame tra turismo ed agroalimentare e renderlo un “patrimonio unico”.

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