lunedì 9 luglio 2012

LAVORO: DANNAZIONE DIVINA O GRATIFICAZIONE TERRENA


  DI G.BIVONA

 
“SE SI ESLUDONO ISTANTI PRODIGIOSI E SINGOLARI,CHE IL DESTINO  CI  PUO’ DONARE,
L’AMARE IL PROPRIO LAVORO( CHE PURTROPPO è PRIVILEGIO DI  POCHI)
COSTITUISCELA MIGLIORE  APPROSSIMAZIONE  CONCRETA  ALLA  FELICITA’ SULLA TERRA:
MA QUESTA è UNA VERITA’ CHE MOLTI NON CONOSCONO!”
PRIMO LEVI( LA CHIAVE A STELLA)


“POVERO,ALLEGRO E INDIPENDENTE! –QUESTE TRE COSE INSIEME SONO POSSIBILI;
POVERO,ALLEGRO E  SCHIAVO,ANCHE QUESTE SONO POSSIBILI- E ALLA  SCHIAVITU’  DI  FABBRICA NON SAPREI DIRE AGLI OPERAI NIENTE DI MEGLIO, POSTO CHE ESSI NON SENTANO IN GENERE COME IGNOMINIA L’ESSERE ADOPERATI , COME ACCADE A QUISA DI INGRANAGG IDI UNA MACCHINA E PER COSI’  DIRE COME TAPPABUCHI DELL’UMANA INVENTIVA.
CHE ORRORE, CREDERE CHE CIO’ CHE NELLA LORO MISERIA è “ESSENZIALE” , VOGLIO DIRE LA LORO IMPERSONALE CONDIZIONE DI SERVITU’ ,Può ESSERE  ELIMINATO CON UN SALARIO PIU’ ALTO!
CHE ORRORE LASCIARSI PERSUADERE CHE, CON UN POTENZIAMENTO DI QUESTA IMPERSONALITA’ ALL’INTERNO DEL COMPLICATO MECCANISMO DI  UNA NUOVA SOCIETà , LA VERGOGNA  DELLA SCHIAVITù POSSA ESSERE TRASFORMATA IN VIRTU’!
CHE ORRORE AVERE UN PREZZO PER IL QUALE NON SI è Più UNA PERSONA,MA SI DIVENTA UN INGRANAGGIO.
SIETE VOI I COSPIRATORI , NELL’ATTUALE IMBECILLITA’  DELLE NAZIONI,CHE VOGLIONO SOPRATTUTTO  PRODURRE IL Più POSSIBILE E ARRICCHIRSI IL Più POSSIBILE?
LA VOSTRA CAUSA SAREBBE DI PRESENTARE  LORO IL CONTO DI RISARCIMENTO  PER LE GRANDI SOMME DI VALORE” INTERIORE “ CHE VENGONO BUTTATE VIA PER UN TALE SCOPO ESTERIORE !
DOVE  STA’ ALLORA IL VOSTRO VALORE INTERIORE, SE NON SAPETE PIU’ CHE COSA SIGNIFICA RESPIRARE LIBERAMENTE? SE NON AVETE ,NEANCHE UN POCO,IN VOSTRO POTERE VOI STESSI?

F. NIETZSCHE (AURORA)



Il campetto di tennis per la settimana di ferragosto rimase tutti i giorni libero. L’impresa venuta dal nord nei mesi successivi al terremoto  del Belice,  aveva in appalto i lavori per la costruzione delle le baracche e per l’occasione,  aveva portato in paese questa “novità” Don Saverio  ,quella domenica  poco prima di mezzogiorno,in sella alla sua mula, ritornava  dalla campagna .Le trazzere  ,che   legavano il paese alla campagna, non erano ancora state divelte,  cancellate , annullate ,perciò  l’anziano contadino vide  di passaggio questo strano “apparato”  con due ragazzi che come forsennati inseguivano una polla di colore giallo. I “poveretti” erano sudati fradici  e talmente stanchi  che si sostenevano  a fatica aggrappati alla rete di recinzione .Don Saverio si fermo a debita distanza per non spaventare la mula,  tuttavia sufficiente a riconoscere che uno dei due giocatori era …..suo figlio, studente universitario. All’ora di pranzo ,mentre la moglie apparecchiava la tavola , don Saverio ruppe il silenzio e quasi a bruciapelo rivolgendosi al figlio , gli chiese: “ Vuoi spiegarmi perché quando  ti chiedo di venire, qualche giorno, a lavorare in campagna , occasionalmente d’estate, tu  imprechi come un satanasso, ti da fastidio il sudore, sbuffi come una locomotiva e non ti sembra l’ora di  andare subito via;  invece quando vai a giocare e resti per ore a rincorrere una stupida pallina di gomma, sudando e ansimando  come un animale da soma , non smetti finché  non  ti senti sfinito? Insomma cosa hanno di diverso le due” attività” visto che ambedue,  richiedono lo stesso sforzo muscolare e l’impegno fisico?” Il giovane studente li per li rimase perplesso,la domanda a primo acchito sembrava banale ,Tuttavia nascondeva ,una ….insidia. Perciò decise di dare una risposta articolata  prendendola alla “larga”

”Devi, sapere che il lavoro è  una”invenzione” della borghesia , perché ce l’avevano a morte con l’aristocrazia e gli alti prelati della chiesa , ritenuti  degli oziosi,dei fannulloni, dei parassiti , insomma esseri nocivi che fino a quel tempo si sono indebitamente  appropriati dei beni di questo mondo. Presero a prestito una formula cara a san Paolo: “ Chi non lavora non mangia” I contadini e gli operai  ,su queste premesse ,solidarizzarono con la borghesia, puntando sul binomio lavoro-valore. La  contraddizione nasce nel  tempo , quando gli stessi borghesi non lavorarono neanche loro e si passa da un immaginario dell’uomo faber, dell’artigiano libero che vive del frutto della sua abilità  nel trsformare la natura ,verso una realtà sempre più alienata dominata dall’animal laborans tipica della condizione penosa degli operai e degli impiegati costretti ad un rapporto subordinato al capitale che asservisce e abbrutisce il lavoratore, senza avere  la pur minima speranza di diventare proprietario. Scrive Raul Vaneigem:” La borghesia, affrancata dal disprezzo con cui la schiacciava la pretesa nobiltà ,circonfuse il lavoro di una gloria ,che il proletariato-o quanto meno,i suoi rappresentanti- si affrettò a rivendicare, mentre ne era la più sventurata delle vittime. Un simile malinteso fu senz’altro meno estraneo di quanto non si creda alla lunga rassegnazione dei lavoratori”

 L’anziano contadino ascoltava  attento, tutto quello che diceva il figliolo, reduce dalla “barricate” del 68 ,parlava come un “libro aperto”.” Ma lu travagghiu”, intervenne don Saverio “è una cosa buona o cattiva?” Il giovanotto riprese sempre con calma.” Ora veniamo al punto. Via via che l’attività lavorativa si trasformava  in affare di carte e burocrazia e gli operai non erano che semplici ingranaggi  di una megamacchina infernale  il carattere ideologico ed immaginario  de lavoro  come intervento umano nella trasformazione della natura  avrebbe dovuto svanire. Ma non è stato cosi: tu stesso  quando usi il termine “travagghiu” non fai che  ridefinire il “ vero “ lavoro ( travail) come attività creatrice facendo un parallelo con il “travaglio”  del parto  separando il lavoro dal salario al quale era stato  sempre storicamente legato .Cercherò di essere più chiaro. La tua iniziale condizione di bracciante era vissuta in modo alienante quasi somigliava a quella degli operai della fabbrica. Funzionali ingranaggi della produzione  senza alcun rapporto con il” processo” e  men che mai con il “ prodotto”. Poi con n le lotte contadine e , metti pure con quell’aborto di Riforma Agraria, sei divenuto proprietario cosi hai realizzato  te stesso nel prodotto coltivato , e lo fai con tanta dedizione quasi ad identificartene.  Oggi  , il lavoro divenuto un diritto prima  ancora di essere un dovere  per il comune cittadino  è la garanzia di una “ciotola di riso” come si  suole dire in Cina Per strano che possa sembrarti in questa nostra “bacata “    realtà  il vero lavoro  si svolge nel tempo libero  . Non stupirti  , ma  il lavoro come realizzazione di se ,io lo vivo ….giocando.

       

2 commenti:

  1. Caro Autore, dietro tutte queste belle parole che hanno confuso il povero Don Saverio, c'è una realtà che non si può negare, tu hai potuto sprecare le tue energie perchè c'era qualcuno che quelle energie non le sprecava, ma le metteva a frutto, per dare a te la possibilità di giocare faticando. Guadagnarsi da vivere, quando non c'è nessuno che lo fa per te, è una fatica, e molto spesso è una fatica che distrugge la vita. Amare il proprio lavoro è un privilegio di pochi, ma quando non lo si ama, almeno si può far si che dia un minimo di dignità a chi lo svolge, facendo in modo che i propri diritti non siano calpestati da chi ha avuto il privilegio "e non merito" di nascere "Padrone". Tutte le belle parole dei filosofi si scontrano sempre con l'amara realtà!!!

    RispondiElimina