La Denominazione Comunale (De.Co.) impropriamente dette anche
Denominazione comunale d’origine, è la nuova frontiera sulla quale possono
operare i sindaci per salvaguardare l'identità di un territorio legato ad una
produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un
prodotto e che ha un forte e
significativo valore identitario per una Comunità.
Si tratta di un sistema che vuole difendere il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.
«Il bene
identificato da una De.Co è un bene di un ben limitato territorio che nessuno
potrà imitare; frutto della terra, frutto della tradizione, di una particolare
abilità manuale non importa: è un bene definito, nel senso etimologico del
termine, cioè con dei confini.
Ciò che è dentro “è”, ciò che è fuori dai confini della De.Co. “non è”»
La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.
Ciò che è dentro “è”, ciò che è fuori dai confini della De.Co. “non è”»
La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.
" Come io ammiro Picasso perché lo riconosco, così posso apprezzare un vino o qualsiasi altra cosa che viene dalla terra, se la riconosco. Trovo che questo sia un recupero di civiltà, di intelligenza e di libertà estremamente importante ". Così Luigi Veronelli, in una delle sue ultime interviste, spiegava lo spirito e l'importanza delle Denominazioni Comunali, ovvero la capacità d’identificare un prodotto territoriale come proprio di un territorio, di un luogo concedendogli una "carta d'identità" in grado di attestarne la provenienza e l'origine.
I mutamenti a
livello globale impongono una seria riflessione sul ruolo di acceleratore di
sviluppo che l’Ente locale è riuscito a conquistarsi, nel panorama competitivo
attuale, grazie alla valorizzazione delle sue potenzialità. Investire sul
territorio sembra essere il leit-motiv della gestione dinamica e consapevole che, necessariamente, deve passare per la
promozione del suo patrimonio.
In questo
contesto, le Denominazioni Comunali (De.Co.) assumono un ruolo strategico non solo nella
salvaguardia delle produzioni locali (siano esse agroalimentari,
enogastronomiche o artigianali), valorizzando il processo identitario di un
luogo, ma anche nella promozione del territorio sul mercato globale.
Proprio attraverso una semplice delibera di giunta viene istituita la
"Denominazione Comunale" che censisce integralmente un prodotto come "proprio" di un luogo,
depositario di quell'insieme di valori e significati che l'intero percorso
storico di una comunità ha sedimentato nel corso dei secoli.
Le Denominazioni Comunali costituiscono, nella loro straordinaria semplicità, una vera rivoluzione culturale nell’ambito della salvaguardia delle identità territoriali legate alla tradizione agroalimentare, enogastronomica e artigianale di un luogo. Esse si configurano come lo strumento principe per avviare congiuntamente sia un intervento di tutela delle specificità locali, sia un’azione di sviluppo sostenibile del territorio, in cui gli elementi endogeni costituiscono la vera leva di crescita sociale ed economica.Nella loro prima accezione le De.Co. si trovano a svolgere una funzione non solo di difesa, ma di vera e propria conservazione del prodotto locale dalle contaminazioni e dai processi globali di standardizzazione culturale, che minano in misura sempre maggiore i cosiddetti antichi sapori e saperi tipici di un territorio.
Se non interveniamo oggi, molto probabilmente non avremo, fra 10-15 anni, il nostro patrimonio di saperi, sapori e tradizioni da trasmettere ai nostri figli e ai nostri “ospiti” che arrivano sul nostro territorio per conoscerlo, viverlo ed ascoltarlo.
Pertanto, la De.Co. sulle produzioni locali consente di recuperare la memoria storica e le tradizioni di un luogo, come componenti determinanti del senso civico di appartenenza; di considerare la tradizione ed il lavoro alla base della qualità della vita; la conservazione eco-ambientale di un luogo come il mezzo necessario per la crescita dell’intero sistema socio-territoriale di riferimento.
Nella loro seconda valenza, invece, le Denominazioni Comunali diventano la leva su cui far ruotare l’intera economia locale. Basti pensare ai tanti “Piccoli Comuni” che trovano proprio nelle produzioni tipiche del territorio la vera “risorsa” su cui programmare il proprio sviluppo locale. Attraverso la loro valorizzazione formale e sostanziale s’inserisce un meccanismo di promozione all’esterno non soltanto del prodotto certificato come De.Co., ma dell’intero universo socio-culturale e storico del territorio d’origine.
La De.Co. è una realtà innovativa che restituisce agli abitanti le ricchezze del territorio e la loro tutela privilegia, chi il territorio lo vive: la Comunità.La Comunità è chiamata a difendere e a riconoscere ciò che ne fa la storia e che nessuno potrà mai appiattire o imitare, realizzando in questo modo un livello di autocoscienza tale, riconosciuta dal Sindaco, che può dare adito allo sviluppo di un’economia, alla creazione di marchi o semplicemente a forme associative tra produttori.
Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda.
Noi ci ispiriamo a un modello di De.Co per la Sicilia, che valorizza il Km zero, ma soprattutto, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa.
L’auspicio che
poi rappresenta la vera sfida, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co.
per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati
viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di
produzione per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio,
piuttosto che mettere su strada le merci”.
L'amministrazione comunale può creare
facilitazioni ed opportunità, ma poi occorre che il territorio creda nelle
sfide. Il riferimento è alla visione di un territorio dove si possa avviare un piano di sviluppo indirizzato a proporre
prodotti di rilevanza da offrire dotandoli di una loro unicità.
La difesa del territorio è un fatto concreto, che ha bisogno di tanta
fantasia e tanti fatti concreti.Come si evince dalla cartina, non aggiornata,
in altre parti del paese la de.co è una
realtà consolidata
Normativa
di riferimento
La legge 8 giugno 1990 n. 142 (e successiva legge del 3 agosto 199 n. 265)
che consente ai comuni la facoltà di disciplinare nell’ambito dei principi sul
decentramento amministrativo, la materia della valorizzazione delle attività
agroalimentari tradizionali che risultano presenti nelle realtà territoriali;
Sulla scorta delle sentenze della Corte di Giustizia europea del 1991, del
1992 e del 1998 (rispettivamente denominate “Torrone di Alicante”, “Exportur” e
“Birra Warsteiner”), anche un prodotto De.c.o può essere inteso quale prodotto
a marchio collettivo ad “indicazione di origine geografica semplice” da
tutelare (senza implicazioni di rapporti tra le caratteristiche del prodotto e
la sua origine geografica) e quale prodotto da censire opportunamente e
salvaguardare dall’eventuale estinzione in quanto ad alta valenza di
biodiversità.
Il d. lgs 18 agosto 2000 n. 267
(artt. 3 e 13) e la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, che
consentono ai Comuni di tutelare e garantire i diritti e gli interessi pubblici
derivanti dalla presenza di espressioni popolari riguardanti le attività
agroalimentari, in quanto rappresentative di un rilevante patrimonio culturale;
Il d. lgs. 228/01 (legge di
orientamento in agricoltura) in merito alla tutela dei territori con produzioni
agricole di particolare qualità e tipicità, per cui il Comune è tenuto a
tutelare e a garantire il sostegno al patrimonio di tradizioni, cognizioni ed
esperienze relative alle attività agroalimentari riferite a quei prodotti, loro
confezioni, sagre e manifestazioni che, per la loro tipicità locale, sono
motivo di particolare interesse pubblico e, come tali, meritevoli di
valorizzazione;
La recente Comunicazione della
Commissione UE denominata “Pacchetto qualità” (GUCE 2010/C 341 del 16 dicembre
2010) inerente alle nuove disposizioni relativamente ai sistemi di
certificazione ed alle indicazioni facoltative e di etichettatura che
conferiscono valore aggiunto alle proprietà dei prodotti agricoli ed alla loro
commercializzazione;
Gli obiettivi della legge 18 gennaio
2011 su “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti
alimentari” che prevede, tra l’altro, per i prodotti non trasformati
l’indicazione del luogo d’origine ovvero il Paese di produzione e per i
prodotti trasformati l’obbligo di indicare il luogo dove è avvenuta l’ultima
trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della
materia prima agricola prevalente utilizzata.
Infine, ma non per ultimo, riteniamo che la legge approvata dall’ARS il 9
novembre 2011 possa essere di valido supporto alla diffusione della de.co. alla
valorizzazione della filiera corta e al chilometro zero anche in Sicilia.
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