lunedì 26 marzo 2012

Dalla lettura della mano all’analisi in laboratorio dei telomeri.



Giuseppe Bivona



Alice   fini di leggere  l’articolo e con tono sconsolato disse:  Aveva ragione Martin Heindegger“Solo un dio potrà salvarci!
Una volta ,nel tempo incantato per leggere il futuro, porgevamo la mano alla zingara, scrutando la “linea “ della vita , del cuore ,della salute….. ora il disincanto, bastano alcune gocce di sangue e in laboratorio vi svelano l’arcano!“ Piegò il giornale  e lo passò al Gufo “ Leggilo”, disse
Il quotidiano era “The Indipendent” in cui era apparsa la notizia che attraverso l’esame del sangue e con una spesa di circa 500 euro  sapremo  quanto ci resta da…vivere. Il test è stato messo a punto da Maria Blasco dello Spanisch National Cancer Resaerch Centre di Madrid denominato “Life Length” : Sappiamo ,-Dice la Blasco- “ che le persone nate con telomeri corti  rispetto al normale hanno una durata di vita più breve , molto probabilmente varrà il contrario”
Alice,si chiedeva   perplessa come  reagiranno le persone che risulteranno destinati  ad avere una vecchia breve se non addirittura inesistente , oggi,vivere  con la speranza di una vita lunga è fondamentale! E come si sarebbero comportate le società assicurative? E le nostre scelte di “coppia”   saranno condizionati?  Quale scenario si apre sul futuro di questo mondo cosi perfetto, razionale, calcolante? Il Gufo fini di leggere l’articolo e rispose:” Cara Alice siamo ormai a pieno titolo nell’età della “tecnica”   la nostra tragedia “umana” è duplice: non siamo preparati “culturalmente”  a questi cambiamenti e, quello ancora più grave, che non possediamo un pensiero “alternativo” capace di proporci soluzioni diverse  a quelle oggi imperanti”.
 Alice , però ,non era del tutto convinta , in fondo la scienza e le applicazioni della tecnica hanno consentito di elevare la qualità della vita.  La scienza indaga, la tecnica applica è pur vero che l’utilizzazione  talvolta viene indirizzata in “malo modo”destinata  a fini non certo nobili !”.
 “ Non sono d’accordo”- disse il Gufo- “ la tecnica , diversamente dalla tecnologia ,nella sua vera espressione deve essere intesa come la forma più  alta di razionalità  raggiunta dall’uomo ,è il fondamento del nostro modo di pensare  , è un pensiero pratico ,calcolante   a cui interessa il risultato ,l’efficienza  , non usa più parole superflue, discorsi retorici , anzi per farla breve si serve dei numeri ,imita il calcolatore col sistema binario ,zero ,uno .Risponde  pragmaticamente ad un imperativo: ottenere il massimo risultato con un minimo  dispendio di mezzi “ .
 Alice continuava  ad avere delle riserve questa ”tecnica” in fondo… le ricordava qualcosa….” Ma si ! disse ,”alcuni anni fa ho visto al teatro greco di Siracusa la tragedia di Eschilo “ Prometeo incatenato” , in breve Giove aveva dato incarico ad Epimeteo,, di assegnare ad ogni animale del creato la sua “virtù”  ovvero le qualità istintive, ma come dice lo stesso nome Epimeteo , colui che pensa dopo,improvvido, esaurì le virtù ,lasciandone privo l’uomo. Giove mosso da pietà per i poveri uomini, decise di ovviare inviando sulla terra il fratello Prometeo , colui che pensa in anticipo , previgente  e con la sua virtù ,insegnò  agli uomini la “tecnica”  tra cui quella del fuoco. Fu cosi che gli uomini da esseri impauriti ,muti ed indifesi, organizzarono la mente e conquistarono dignità e prestigio” .
“ Ma tu dimentichi -,disse il Gufo -che per questo Giove fece incatenare Prometeo su una montagna ed ogni giorno una aquila perforava il suo ventre beccandogli il fegato! E dovresti ricordare che quando il coro chiede a Prometeo, se oltre al fuoco ,agli uomini, abbia dato “cieche speranze”, Prometeo risponde di si, e  il coro ribatte  :“che ben ti stia ,questa punizione!”  .
 “ Ma per gli antichi la natura era lo scenario entro cui si svolgeva la vita ora madre affettuosa ,ora matrigna ,per dirla con Leopardi.”  disse Alice.
Be, non tutti gli antichi si rapportavano con la natura allo stesso modo : c’è  una sostanziale differenza  tra la visione greca ,in cui la natura è l’entità che nessun uomo, nessun dio fece , che  sempre  è stata e sempre sarà , perciò l’uomo è “giusto” se sa “aggiustarsi”  , rapportarsi  con armonia e rispetto alle leggi della natura, la quale è indiscutibilmente superiore alla “tecnica”. Per la cultura giudaica- cristiana invece la natura è stata creata da Dio  e posta al servizio dell’uomo , il quale è collocato al vertice del creato con facoltà  di dominarla e servirsene secondo le sue necessità ”
“Comunque sia- disse Alice -fino all’età moderna la natura non mi sembra fosse stata “violentata”  più di tanto ,a parte qualche disastro, i rapporti tra uomo e l’ambiente  sono vissuti in sostanziale rispetto  o quasi in armonia.  I nostri guai sono iniziati da qualche secolo a questa parte”
“ Non proprio” disse il Gufo il “seme”  fu buttato nel seicento , con Cartesio, Bacone, Galileo,i quali non intendevano più osservare la natura e carpirne qualche segreto , come fossero scolaretti impacciati !  Ma sottopongono la natura  ad una severa indagine  cognitiva, attraverso il cosi detto metodo scientifico, ovvero formulano delle ipotesi , sottopongono la natura a sperimento e se la risposta è positiva , questa costituirà una legge di natura! Altro che antitesi tra scienza e religione ! Qui si consuma un abbraccio mortale .Cosi la scienza viene chiamata a  dare un contributo alla “redenzione” ,  si hai capito bene ,alla “liberazione” dell’uomo dalla condanna  divina di dover guadagnare il pane col sudore della fronte e la donna di partorire con dolori! La scienza diventa cosi la vera ed unica essenza del’umanesimo, l’uomo” possessor et dominator  mundi” .
 Per Alice il discorso non era ancora del tutto chiaro :” Ma se la tecnica o la scienza utilizzano dei mezzi per raggiungere dei fini ,che poi sono il soddisfacimento dei bisogni dell’uomo che “male  ti fo”?
E il Gufo:“Intanto lo sguardo dell’uomo per la natura non è più contemplativo,  trasognato , poetico, ha cambiato interesse , si muove per operare “cambiamenti”. Vedi, cara Alice se porti in un bosco un poeta e un falegname, il primo,   sentirà il canto degli uccelli, e il profumo della ginestra, il secondo è mosso dall’interesse per il legname per fabbricare porte e tavolini, cosi vale per il fiume, la terra”..
Alice , questa volta lo interruppe bruscamente: “ Ma il poeta  , il falegname e tanti altri dovranno alimentarsi o si nutriranno di poesia?”
“ Certo, disse il gufo, noi utilizziamo dei mezzi per raggiungere dei fini e fin qui nulla da eccepire ! Se non  fosse sorto ,uno strano caso ,sollevato dal filosofo Hegel il quale sostenne che un fenomeno di interesse quantitativo se viene ampliato, esteso, coinvolgendo tutto il contesto in cui opera,  si modifica…. Qualitativamente, e a supporto della sua idea portò questo esempio:  se io mi tolgo un capello ho sempre i capelli, se me ne tolgo dieci ho sempre i capelli  e cosi via…ma se me ne tolgo tutti sono …calvo .Al manifestarsi dell’incremento quantitativo alla fine se ne modifica la qualità.
Alice  arricciò il naso:” Scusami ma il tuo discorso  somiglia assai alla tecnica oratoria dei sofisti greci!”
“Proverò a farti un esempio più convincente”  - disse il Gufo- “Tutti  sappiamo che il denaro è nato  come un mezzo per raggiungere determinati fini ovvero soddisfare i bisogni , ebbene , se il denaro è la condizione universale per soddisfare i bisogni ,da mezzo diviene l’unico fine al cui raggiungimento gli uomini sono disposti a fare cose leciti ed illeciti! Insomma da mezzo si è trasmutato in fine, ovvero  lo scopo( per molti ) della ragion di vivere! Dimmi tu, se  al mondo d’oggi il nostro rapporto col denaro è più “vicino” alla definizione di un mezzo oppure ad uno “scopo”!!  
Alice restò perplessa, ma il Gufo continuò : “ Ora la condizione della “tecnica” ha subito la stessa metamorfosi , quante balle siamo costretti a sentire sulla ricerca scientifica , sugli obbiettivi, i nobili fini…No! La tecnica è un gigantesco ,mostruoso apparato autoreferenziale ,che si auto legittima quasi per definizione  ,gli uomini strumenti di questi apparati . Va avanti secondo un percorso perverso: se la tecnica crea disastri sarà sempre la tecnica a proporre le soluzione , non abbiamo via di scampo! “
Alice ora era sconfortata: “ Sai , tutti i nostri guai nascono dall’essere pregni di “culture” ottimiste. Dalla religione : peccato –espiazione-salvezza
Dalla tecnica    : ignoranza- conoscenza- progresso
Dalla politica   : povertà – lotta benessere.
Sembrano tutti mirare ,verso una ed univoca direzione come una freccia scoccata . E se valesse il contrario,ovvero che dall’”età dell’oro” scendiamo sempre “giù” ,come dire che i tempi migliori sono quelli …trascorsi?

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