di Giuseppe Bivona
I due contadini erano ormai allo stremo delle forze. Per tutta la mattina non si erano presi un attimo di pausa, zappavano con tanta lena incuranti dell’immane sforzo ,nella speranza di riuscire a terminare il lavoro entro la giornata .
Ma ora era arrivato pure il caldo , afoso ,quasi asfissiante e più il sole si alzava nel cielo, completamente terso, più il sudore inondava la fronte dei due poveretti.
Non avevano voglia neanche di parlare, chini sulla zappa , non avevano che un solo traguardo : terminare il filare da zappare.
A metà circa della giornata uno dei due propose all’altro di sospendere il lavoro e prendere un boccone, almeno servirà a riprendere fiato !. Tutto intorno non c’era un angolo in cui ripararsi dai raggi infuocati del sole , una vasta landa desolata, erano in aperta campagna, non una casa ,non un albero!. Eppure ,un poco più sotto, al limite dell’appezzamento, si intravedeva un arbusto , forse un piccolo albero di “vruca( tamerici) , striminzito , assetato ,quasi spoglio di gran parte della fronda.
Per i due contadini era però una vera manna! Consumarono il pasto e si distesero per rinfrancare la schiena spezzata per il duro lavoro , ma solo per pochi minuti . Poi , uno dei due ,con gli occhi rivolti alla scarna chioma dell’albero, disse” Ma tu guarda un po’, che razza di albero inutile ha fatto la natura, non produce alcun tipo di frutto!”
E l’altro di rinforzo “ Consuma acqua e sostanze dal terreno inutilmente, sottraendola magari a culture più utili , da cui gli uomini possano trarne qualche beneficio. Ma quest’albero a cosa “serve”?. “ Forse a permettere a qualche uccello di nidificare” disse l’altro.
“ Il padreterno prima di mettere al mondo certe creatura dovrebbe rifletterci un po’”
Il povero albero , suo malgrado ,era costretto a sorbirsi le disquisizioni demenziali di questi due poveracci grattaterra, che grazie alla frescura assicurata dalla sua ombra , si permettevano di giudicare “inutile” la sua esistenza. “ Sono davvero due esseri ingrati” disse tra se e se l’albero.
L’ingratitudine per le piante e in generale per la natura non è solo una prerogativa dei due stupidi villici. No, coinvolge la stragrande maggioranza della popolazione a prescindere dal livello d’istruzione e dell’attività professionale svolta. Una ignoranza , profonda , verticale e totalizzante ,che non risparmia quasi nessuno, una subcultura che tende a trascurare e a sottovalutare il ruolo della biodiversità e dei complessi processi eco sistemici .
Cosi accade che ogni volta che i “servizi” ambientali forniti “gratuitamente “ dalla natura vacillano ,optiamo subito senza esitare per la soluzione o il rimedio tecnologico .
Quando ci troviamo in situazioni in cui i “servizi” vengono perduti , non ci sforziamo di analizzate le cause e possibilmente sostituirli con surrogati o imitazioni naturali, ma ci affrettiamo con soluzioni ingegneristiche, ovvero più pratiche, più comode e di sicuro effetto immediato.
La nostra vita contemporanea è ricca di esempi : dighe, bacini idrici,impianti per il trattamento dei rifiuti , condizionatori d’aria, sistemi di filtraggio dell’acqua, pesticidi e fertilizzanti ,ecc.
Spesso sostituiamo dei sistemi naturali che operano gratis ,con impianti meccanici alimentati dai combustibili fossili cosi da innalzare la spesa senza riuscire a fornire l’intera gamma di servizi.
Herbert Bormann dell’università di Yale elencò tutte le prestazioni o servizi che andavano perduti in seguito al taglio di una forasta:
“Dobbiamo rimpiazzare i prodotti del legno, costruire opere che frenino l’erosione e contrastino le inondazioni , ampliare i bacini idrici, migliorarla tecnologia per il controllo dell’inquinamento dell’aria e modernizzare gli impianti di depurazione dell’acqua , aumentare il condizionamento dell’aria e provvedere a nuove strutture ricreative. Tutto ciò ,oltre a gravare sul carico fiscale, rappresenta un salasso per la scorta di riserve naturali del Pianeta e un aumento di stress per il sistema naturale rimasto.
Al momento attuale la riduzione dei sistemi naturali ad alimentazione solare e di contro l’espansione di quelli umani ad alimentazione fossile sono legate da un feedback positivo . All’incremento del consumo di energia fossile corrisponde un aumento delle sollecitazioni sui sistemi naturali , questo a sua volta ,genera un ulteriore consumo di energia fossile , per sostituire le funzioni naturali perdute e mantenere così inalterata la qualità della vita” .
E se provassimo ad assegnare un valore all’intera gamma di servizi che la natura ci offre.?
Come la pulizia dell’aria e alla depurazione dell’acqua
Pensate a quanto azoto i batteri fissatori, che vivono nel suolo , forniscono agli agricoltori .
Oppure al servizio svolto dagli insetti impollinatori dove per molte piante la produzione è indissolubilmente legata.
In tutto il mondo ogni anno si spendono più di 20 miliardi di dollari per l’acquisto di pesticidi ,ma secondo le stime i servizi di controllo dei parassiti offerti dai predatori e dai parassiti dei parassiti che prosperano negli agro ecosistemi, valgono da cinque a dieci volte tanto .
Un altro servizio fornito dagli ecosistemi naturali consiste nel preservare nuovi geni di incalcolabile valore, per i programmi futuri,di miglioramento genetico.
Si può ,e si deve ,esaminare la natura con i suoi ecosistemi ,non solo dal punto di vista dei beni che ci forniscono direttamente,ossia cibo ,fibra ecc,ma anche in termini di capacità di offrire servizi ecologici .
Perciò ogni riduzione della biodiversità minaccia ed intacca numerosi ed essenziali servizi per la vita del pianeta
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