Quel pomeriggio,volle guidare la macchina Alice.
Percorrevamo l’autostrada Me-Pa e avevamo da poco superato il bivio per
Catania, sarà stato il lauto pranzo o/e i raggi solari che violenti mi
colpivano il viso, che mi indussero ad abbassare le palpebre, quel tanto che
bastò per farmi addormentare e….
feci uno strano sogno
Alla mia destra non vedevo più quel disteso ciarpame
metallico informe quei piazzali pieni
distese di auto. un lugubre
susseguirsi di capannoni monotoni e mortiferi, scatole metalliche
anticipatrice di bare. E poi le ciminiere che vomitavano vapori venefici....
ma meraviglia delle meraviglie....un vasta distesa di orti
lussureggianti., verdeggianti . C'era di tutto! Filari
binati di pomodoro ", che si alternavano a piselli ,filari di carciofi
dalle foglie verde bottiglia che nascondevano capolini viola
spinose .. e poi scarola , lattuga, melanzane ,
carote, peperoni ,sedano cicoria , finocchi... una esplosione di
colori: ricordavano la nostra bandiera, verde bianco e
rosso . In mezzo a questa distesa di orti ,si muovevano lenti
uomini e donne ma anche bambini. Alla mia sinistra dominavano i frutteti in una alternarsi di albicoccheti, pescheti
e susine e poi fichi loti ecc. Poco
distante un treno merci fermo alla stazione caricava questo ben di dio
e si avviava alla volta di Palermo . Qui, i piccoli fruttivendoli esponevano con maestria , ma ancor più, con
la fantasia che li contraddistingue " montagne" di frutta e verdura
mentre una moltitudine di pensionati e casalinghe "armati
" di biciclette riempivano le" sporte" ( doverosamente
fatte con palma nana) zeppe di frutta e verdura e lentamente
con singolare cadenza, a piedi ,si avviavano a casa. Pochissime le
salumerie ,ma ancor meno le macellerie . Le poche farmacie erano
costrette ,per campare a vendere cerotti igienici, preservativi e inutili "cianfrusaglie" . Negli ospedali
non c'era nessuno , i pochi medici e infermieri stazionavano davanti
all'entrata, nella vana speranza che arrivasse qualcuno. I balconi dei
palazzi erano pieni di fiori ,piante officinali, salvia, timo , rosmarino
ecc. .Qualcuno più intraprendente aveva sistemato dei vasi più lunghi e
coltivava la "misticanza" .Il treno ,una
volta consegnata la frutta e la verdura , non ritornava vuoto . veniva
riempito di rifiuti solidi organici e l'"umido" pronti
per il compostaggio...una intelligente raccolta differenziata consentiva agli
orti della piana di Termini quei miracolosi ortaggi. Quelle
informe rottamazione acciaiose restavano un triste ricordo . E gli
operai? Quei pochi ,irriducibili si organizzarono in cooperativa e si misero
a fabbricare biciclette! Palermo come Pechino? Giravano tutti a piedi e in
bici , comprese le mie amiche Adriana e Claudia andavano in ufficio con la bici ,
volteggiando per le strade come due farfalle Ma il grosso degli operai dopo aver dismesso la fabbrica e
“bonificato” il terreno e l’ambiente ,girava tra i filari di pomodoro
"pizzutello" si destreggiavano bene ,aiutati dai figli
tra i "tralicci" di canne che sostenevano le
laginarie, consigliati dagli anziani che avevano conservato la
memoria ...tutto sommato avevano saltato una generazione, ora si erano
congiunti con i loro nonni! Finalmente si sentivano
"liberi" erano ritornati lenti , un po pigri
,cosi come la natura li aveva plasmati. Non gli e ne fotteva un cavolo
secco del "tempo", della redditività , della produttività .
erano ritornati "filosofi" come i loro antenati della "magna
grecia"?
Se li osservi mentre passeggiano per le vie o le piazze
del paese si muovonolenti , ancanti
.,gesticolano, sostano ad ogni passo come se il discorso non possa
essere disgiunto dal ...movimento! E un tuttuno! E' sintonia! Anzi armonia!
Ora basta con questi farisei di sindacati , mandiamoli nei
campi ...si quelli di "rieducazione" . di
polpottiana memoria. Sono stati assieme ai politici miopi e mediocri più
dannosi di una calamità naturale , hanno rovinato una delle più belle
pianure della costa est di Palermo ,ignoranti e cialtroni . Ma ora
non potranno più nuocere! Ora sono un triste ricordo. Ad un tratto
alice mi scosse, mi chiese se stavo dormendo, No, gli risposi stò solo
sognando.
Giuseppe Bivona
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bel sogno!
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