
Ad Alice lo spettacolo
delle foglie autunnali ha sempre trasmesso tristezza e senso di caducità
, leggiadre creature dai colori variegati ,indefiniti , terrei , forse consapevoli
di doversi prima o poi “staccarsi “ dal ramo , eppure quanta
fierezza esprimono in quell’atto!
“Bè “ disse il
Gufo, attento come sempre alle note emozionanti
di Alice “ a ben pensarci le foglie autunnali, per strano che possa
sembrare , trasmettono armonia e serenità. Sono giunte al termine della loro
vita, si lasciano cadere quasi senza
opporre resistenza , non si aggrappano a
niente , anzi trasformano la loro caduta
in una danza di impareggiabile dolcezza ad eleganza.”
Alice : “Invece noi non cessiamo di attaccarci alle cose , bramosi di possedere ,
timorosi di perderli ,ansiosi nel difenderli, sempre più “avere” e sempre meno
“essere”. Insomma facciamo esattamente tutto il contrario di quello che
fanno queste lievi, delicate, dignitose
figlie dell’albero. Dovremmo imparare da loro!”
Il Gufo annuiva ,
certo l’attaccamento alle cose materiali è un prodotto culturale
della nostra mente ,dell’ego , di
una voglia insaziabile , irrequieta , indomabile che sempre vuole, vuole ,né mai si accontenta
,incessantemente desiderosa di altro ,
ancora ed ancora , sempre più a lungo , come se la vita fosse una eterna corsa agli acquisti , dove tutto è in vendita
perché tutto ha un prezzo “ Invece le
cose di valore non hanno un prezzo , hanno appunto un valore che è tutta un altra cosa :non si possono
venderle , non si possono comprare , si possono cercare di meritarle ,di esserne degni e custodirle fedelmente.”
Disse quasi tutto di un fiato il Gufo.
“Eppure” riprese
Alice basterebbe essere più “modesti” : le foglie cadono al suolo ,ma senza
disperazione , sanno che quello è il loro destino , ma sanno che continueranno
a vivere in altre forme in altri corpi , in altre stagioni . Sanno che il loro
“cadere” è necessario perché tra qualche
mese possano sbocciare altre gemme sul ramo , altre foglie si schiudono al
tiepido sole di primavera . Cosi i vecchi debbono fare altrettanto, lasciare il posto ai giovani , è
una legge di natura ,chi ha fatto il
proprio tempo si distacca perché
altre generazioni possano farsi avanti .
E’ il ciclo perenne che eternamente si rinnova. A cosa servirebbe alla vecchia foglia rimanere attaccata
all’albero? Se non ad occupare inutilmente spazio . Ma il suo “sacrificio” quando l’inverno finirà e le piogge
avranno ridato forza e vigore
all’albero nutrimento ad una foglia nuova, contribuendo a ridare il miracolo della fertilità”
Il Gufo ora si era
fatto pensieroso “ Non si può vivere solo per se stessi , la nostra vita ha
senso ed un valore , nella misura in cui
riesce a rapportarsi col resto che ci
circonda: tutto questo ci dicono le foglie
gialle , arancio o brune che
siano, quando dopo una vita intensa
pienamente vissuta, cedono alla stanchezza , smettono di fare presa ,
permettono ad un lieve soffio di vento di portale via con se”
“Ma la foglia che si
stacca dal ramo e cade a terra “
disse sicura di se Alice” non
cessa di vivere , ma ritorna nel grembo della natura che l’ha
generata , riprende il ciclo della vita
dallo stesso terreno che ospita e nutre la pianta ,perche essa stessa feconderà
di nuova energia vitale e non sarà vissuta invano!”
Le anime dei
vecchi ( Constantinos Kavafis)
Nei loro corpi decrepiti,consunti
stanno le anime dei vecchi. Poverine,
cosi stremate e malinconiche
per la grama esistenza che trascinano.
E che spavento hanno di perderla,e che bene
le vogliono queste anime dubbiose,inconseguenti
e tragicomiche - sistemate come sono
nelle loro frolle decrepite pelli
Nessun commento:
Posta un commento