Per Alice ora l’esagerazione
stava per sconfinare nella provocazione. “ Ma come si possono mangiare i
fagiolini ,le melanzane, i broccoletti e tanta buona verdura senza “passare” attrverso la cottura?
Le stesse proteine “nobili” della carne
e del pesce necessitano di un minimo di cottura!” disse Alice con tono quasi
stizzito. Il Gufo capi che l’argomento
sarebbe stato di non facile “digeribilità”,non altro per una gabbia
culturale cosi saldamente intrecciata e consolidata da tantissimo tempo che
imprigiona i nostri modelli alimentari, il nostro gusto , il nostro stile di
vita, la nostra economia . Perciò decise di aggirare l’ostacolo ,percorrendo un ragionamento diremmo “filogenetico” .
“Vedi “ disse calmo il Gufo,” “ la nostra condizione di
umani , comune per molti tratti a quella dei primati, ha una precisa
collocazione nella scala evolutiva
,perciò faresti bene ad immaginarti lo scenario ,temporale ed ambientale,
di centinai di migliaia di anni fa. Qui i primati occupano una nicchia ecologica in relazione della loro
coevoluzione con il mondo vegetale. Ora converrai che chiunque costruisca una macchina non può
fare a meno di tenere in debita considerazione il carburante che dovrà
usare! Cosi se la macchina consumerà
benzina ,sarà dotata di carburatore e candele , se consuma diesel avrà gli iniettori! “
Ma la macchina umana” disse Alice, interrompendo il Gufo, ”è
essenzialmente da onnivoro con ampia facoltà di disporre e scegliere tantissimi alimenti, sia nel mondo vegetale
che in quello animale”
“No “rispose il gufo
,” tu devi scrollarti di dosso la presunzione
antropocentrica che gli alimenti siano stati creati per soddisfare le
nostre necessità, ( vorrei vedere la tua faccia se ti capita di leggere
Giordano Bruno il quale attribuisce pari
“dignità”, al più “insignificante “ insetto, quanto alla più “luminosa” delle stelle). Sappi che il
mondo animale segue cronologicamente, quello vegetale e la sua giustificazione, nel bilancio
dell’economia della natura, è solo e solamente per meglio soddisfare le
esigenze delle piante!”
Alice, questa volta stava per scoppiare a ridere: “ Ma come
,le piante si servono di “noi”? Siamo
ridotti a “comparsa”? Vuoi dire che siamo un “mezzo” per meglio soddisfare le loro esigenze
nutritive e/o un loro strumento evolutivo ?!”
Certo disse il Gufo ,in particolar modo da quando compaiono le angiosperme( le gimnosperme non “alimentano” gli animali , non hanno
alcun rapporto , sono impollinate dal vento e la diffusione dei semi è affidata
alle meteore atmosferiche . Sono le gimnosperme che intrecciano una stretta
coevoluzione con il mondo animale a cominciare dalle api e finire con le “perfide” orchidee!
Ora, devi sapere che
i primati in origine, occupano una precisa
nicchia , strettamente connessa con gli evoluti fruttiferi del mondo
vegetale. Come dire che i primati occupano la vetta nella scala evolutiva del
mondo animale e i fruttiferi ( in particolare gli agrumi ) l’apice ne mondo
vegetale.
La qualcosa avrebbe
potuto durare per un periodo di tempo illimitato, senza alcun turbamento, se un
ramo dei primati , delle scimmie antropomorfe , non si fossero evolute in
“homo” fino al “sapiens sapiens”. Con la
sua evoluzione, l’uomo si sposta,
abbandona la foresta dispensatrice di frutta, verdura ,radice , migra
verso nuove terre , passa per la savana , la
macchia mediterranea, fino all’inospitale artico”
“Questo” disse Alice
dimostra la grande capacità plastica del “motore” umano che le ha
consentito di colonizzare ogni angolo della terra!”
Si , disse il Gufo, “ Ma un prezzo lo dobbiamo pagare! La
vita media degli eschimesi , i quali si nutrono di pesci, non supera i
trent’anni e cosi vale per tutte le popolazioni che hanno modelli e stili
alimentari “ distanti” dal disegno originario. Ma torniamo alla cottura:
Intorno agli anni settanta una ricerca più accurata sugli alimenti “scopre “
i food-enzyme ossia la connaturale e
funzionale presenza di enzimi negli
alimenti vegetali. Ti faccio un esempio : per digerire i grassi il tuo pancreas
produce la lipasi ,che serve a scindere
i trigliceridi in, glicerina e acidi grassi, ebbene nella drupa di oliva la
lipasi è sufficientemente presente ,cosi vale per l’amido e se vuoi per le
proteine. La produzione di questi enzimi , che servono a scindere le sostanze
complesse in molecole elementari al fine
di consentirne l’assimilazione, ha un “costo” non indifferente per il nostro
organismo. Cosi se gli alimenti crudi contengono una discreta quantità di
enzimi ,alleviano non poco il nostro
organismo ,da uno sforzo impegnativo per
la loro produzione . Con la cottura dei cibi , gli enzimi si distruggono e la
digestione è affidata completamente alla produzione di enzimi delle nostre
ghiandole endocrine!”
Alice ora aveva le
idee più chiare ma su un paio di cose
aveva ancora dei dubbi.
“Senti” ma la
degradazione degli enzimi a che temperatura avviene? Non c’è modo, allora, di mangiare fagiolini,
melanzane e broccoletti?”
“No” disse il Gufo
sono le alte temperature per tempi lunghi che causano la perdita di tutta la carica enzimatica presente negli
alimenti naturali. Cotture lenti e/o brevi , come quelle a vapore, preservano buona parte degli enzimi originari.
Infine voglio dirti che gli alimenti crudi sono “vivi” e…non ridere, questa loro vitalità è stata
misurata !
Ebbene Andrè Simoneton ,un ingegnere , costruì un
apparecchio che misurava le onde
vibrazionali vitali, e sai cosa risulto?
Che gli alimenti crudi davano valori intorno a
10.000Angstrom mentre quelli crudi poco
più di 3000 Angstrom!
Giuseppe Bivona
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