giovedì 8 dicembre 2011

L’isola “felice” che non c’è







Si racconta che la regina Maria Antonietta moglie di Luigi XVI,una mattina di un rigido inverno, chiese alla sua dama di compagnia chi provocasse quel vocio assordante,quelle grida fastidiose ,che provenivano dalla piazza sottostante le finestre del suo palazzo. “E’ il popolo”- rispose preoccupata una damigella- “Protestano da giorni perché hanno fame e non c’è pane”- “E Be?!” –disse,  con stupita innocenza, la sovrana –“Possono sempre sfamarsi con le brioche”!
Per la storia ,non passò molto tempo che la riccioluta “capa “della sovrana rotolò nel cestone di vimini,sotto l’implacabile mannaia della  rivoluzione francese. Qui da noi, in Sicilia ,fatti i debiti scongiuri e i doverosi distingui, non si è mai sfiorato un così alto livello di  impudenza, sebbene da un po’ di tempo  dalla “piazza”  giungono al palazzo della regione, preoccupati e preoccupanti messaggi dal settore  agricolo sempre più  afflitto da seri problemi e dalle prospettive sempre meno rosee  Le risposte politiche ,  monotone e stanche si affidano alla “soluzione “ dei tecnici i quali ormai da anni non trovano di meglio che ripetere i soliti  bla bla bla… ma nella sostanza  esprimono una palese dissociazione ,un qualcosa di altro, un profondo distacco che divide questi “corpi separati” , istituzionalizzati ,arroccati in fortilizi uffici sparsi per tutta l’isola e dall’altro, l’utenza agricola .Una folta schiera solerti pretoriani, che in questi ultimi anni si sono coagulati e cementati all’ombra di interventi e programmi finanziati con fondi nazionali e comunitari che nella difficile stima di una sua valutazione sulla ricaduta, resta sempre  più ardua la  determinazione del “costo azienda” . Si caratterizzano  come una “variabile indipendente”con un suo proprio “status” alienato rispetto alla condizione vissuta da gran parte della realtà agricola Una situazione quasi paradossale somigliante per certi versi a quei casi curiosi di aziende che a fronte di bilanci fallimentari elargiscono lauti compensi a direttori e amministratori!! Eppure ad una prima impressione sembrano prodigarsi in molteplici iniziative  investendo e coinvolgendo non poche risorse umane e finanziarie: non s’erano mai viste a memoria di agricoltore,tante solerte premure! .Stranamente però si rischia, come sostiene Sant’Agostino ,di incorrere nella spiacevole condizione che può verificarsi quando si  abusa “d’interventi” per difetto di ragione. Cosi ne deriva uno scenario dominato da un attivismo febbricitante, una fucina rumorosa, pervaso da un ottimismo festaiolo che spesso nella foga progettuale o nella frenesia operativa lasciano poco spazio a riflessioni o a ragionevoli dubbi circa la reale portata dei benefici o sulle effettive ricadute .E’ un clima dominato quasi sempre  da “momenti” conviviali in cui la naturale coreografia bucolica fa da sfondo ad un flusso ininterrotto di messaggi dai toni fiduciosi e rassicuranti che ci svelano, come per magia, un “miracolo “siciliano. Al fragore di così irrefrenabile operosità risponde tempestivamente una ricca  testimonianza documentale davvero inusuale nella storia del nostro Assessorato all’Agricoltura ,come una delle più imponenti produzioni editoriali che si possa annoverare tra i suoi annali .C’e né di tutti i generi e per tutti i gusti, voluminosi ed eleganti tomi con un packing di tutto rispetto  riserbato, di solito  per eventi editoriali o per celebri ricorrenze. I contenuti ,in alcuni di questi lavori, già dalla premessa, mostrano  i segni d’ affanno nel giustificare opinabili  iniziative, o a leggere le conclusioni dobbiamo accontentarci di scarni e discutibili risultati. La nostra più grave e avvilente pena è per i tanti…. alberi occorsi/immolati per ricavarne la necessaria cellulosa!! Se poi si stampano quaderni ,si confezionano penne ,calendari ombrelli e gingilli vari non si comprende più dove finisce  la comunicazione o l’informazione ed inizia la sponsorizzazione autoreferenziale. Di recente  l”’idillio” corre attraverso il tubo catodico delle televisioni private ,e…per non lasciare niente d’intentato ci si attrezza di un patinato ed elegante
 periodico  dove il luccichio delle pagine fa da scorno e beffa ai bisogni  impellenti degli agricoltori      Se la politica regionale non esprime più precise scelte per via delle uniformità e omogeneità  imposte dalla politica comunitaria  i quadri tecnici  ripetono con asfissiante monotonia i soliti concetti raccolti sui banchi di scuola . Sembrano più preoccupati a rispettare gli indirizzi  le norme ,le consuetudini , attenti a non offendere  anime compiacenti. E ‘ un clima stagnante e paludoso dove il sapere agronomico sembra cristallizzato agli anni sessanta , dove è assente ogni forma di dibattito di analisi critica: una “monocultura” del sapere, a senso unico.
Le scelte come quelle che hanno investito il PSR  sono “maturate “ nelle ovattate stanze degli uffici direzionali   del nostro Assessorato  al riparo  da interferenze esterne o periferiche
Hanno partorito una  inconsistente  e illogico  programma di intervento pubblico che la nostra regione ricordi . Attraverso la dizione “rurale “ sono passate interventi  che ripetono  pedissequamente gli altri precedenti . ovvero il totale fallimento!! 

 giuseppe bivona

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