Belice di Mare, venti agosto
Peppino
Bivona
La sede
del circolo U. e… di Cultura era in fermento fin dal pomeriggio. Tutti
aspettavano l’arrivo dell’avvocato V., reduce da un suo viaggio in”
missione”, in terra d’ Africa . Stante
che,al al suo arrivo l’ampio salone si riempì subito, accolto trae ovazioni
e battute di mano. L’avvocato V.
si accomodò nell’ampia poltrona sistemata di fronte all’entrata così che
tutti lo potessero vederlo .I compaesani curiosi non persero tempo e dopo i primi convenevoli, lo
bombardarono con domande, che andavano
dalle più serie a quelle più stravaganti , tipo “come “erano” le donne
africane?”. Ma l’avvocato V. non sembrava prestare alcuna attenzione , anzi
pareva assente ,aveva lo sguardo smarrito e fissava stranamente…. i piedi e le
scarpe dei soci presenti. Ad un tratto, alzò la testa , fece con le mani un
gesto come per zittire l’uditorio e nel generale silenzio esclamò: “ C’è da fare soldi…capite?.. Soldi
a palate!”
Seguì
un lungo silenzio . I soci si guardarono
l’un l’altro .L’avvocato V. era solito soffermarsi per lunghe e talvolta
lunghissime pause in funzione della “solennità “ dell’argomento. E questo,c’era
d’aspettarselo, non sarebbe stato da
meno! Finché aggiunse:” Ve lo immaginate migliaia e migliaia, ma che dico, ..milioni di
africani ,vecchi, giovani, donne e
bambini completamente scalzi… a piedi
nudi!” “ Ebbe!” Risposero stupiti ma
incuriositi i presenti . Questa volta la pausa fu più lunga del solito e
comunque tale da consentire a qualcuno
di commentare ad alta voce : “ Ma a nui chi minch…ninni futti..si
l’africani unn’ hannu scarpi?”
L’avvocato capì che aveva a che fare , con rispetto parlando , con dei
“caproni”. Non c’era speranza! Questa
terra nota ormai come “crita aira” ( argilla arida), non poteva
“partorire” nient’altro di meglio!!
“Ma
come! Non avete capito ?…Quale migliore occasione si presenta per sfruttare
questa opportunità! Aprire una fabbrica di calzature ed esportare in quel paese
scarpe di ogni foggia e di tutte le misure !” Sbotto, tutto di un fiato,
spazientito l’avvocato V.
Ma noi, in
fondo in fondo, non abbiamo fatto lo stesso ragionamento dell’avvocato V. vedendo i volti macilenti e
i corpi scheletriti ,spegnersi per fame ogni giorno nei paesi del Terzo
mondo? Ingenuità o cosciente colpevolezza? Alla conferenza mondiale della FAO
di pochi annifa a Roma, le verità ,per noi occidentali, sono risultati
imbarazzanti.
Il nostro
modello di sviluppo ha ormai pervaso il mondo intero e con esso anche la “way of life”, costringendo le altre popolazioni ad
abbandonare le economie locali , di sussistenza
basate sull’autoproduzione e l’autoconsumo . Sono stati costretti a
“specializzarsi” in produzioni da esportare per meglio competere in un
mercato globalizzato, poi coi soldi
ricavati comprare cibo. Allora morranno di fame perchè mancano grano,riso e
mais? No! Anzi negli ultimi decenni sono
aumentati! Eppure gli africani come altri popoli del terzo mondo muoiono lo
stesso!
Perché ?
Per la semplice ragione che il cibo come
pure le…scarpe e tutte le merci di
questo mondo, non vanno dove c’è “bisogno” , ma vanno dove c’è qualcuno che ha
i denari per comprarli!
Il “ricco”
americano ed europeo acquista cosi il 66% dei cereali per destinarli
all’alimentazione dei maiali ,dei polli o delle mucche da cui potrà godere ed
…abbuffarsi di proteine “nobili”.
Il terzo
mondo non ha i soldi per comprare sul mercato mondiale il cibo , i cui prezzi
sono lievitati a causa dell’aumento della domanda resa sostenuta da
destinazione che i cereali stanno avendo anche come biocombustibile. D’ora in
poi le bocche di milioni di affamati non
dovranno competere solo con maiali e polli ma anche con ..l’etanolo!
Questo
infernale processo non ha “confine” tanto che comincia già a lambire alcuni
strati della nostra realtà sociale più povera
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