martedì 4 febbraio 2025

Le scarpe per gli africani

                            Belice di Mare, venti agosto


Peppino Bivona

 

                La sede del circolo U.  e… di Cultura era  in fermento fin dal pomeriggio. Tutti aspettavano l’arrivo dell’avvocato V., reduce da un suo viaggio in” missione”,  in terra d’ Africa . Stante che,al al suo arrivo l’ampio salone si riempì subito, accolto  trae ovazioni  e battute di mano. L’avvocato V.  si accomodò nell’ampia poltrona sistemata di fronte all’entrata così che tutti lo potessero vederlo .I compaesani curiosi non persero tempo e  dopo i primi convenevoli, lo bombardarono  con domande, che andavano dalle più serie a quelle più stravaganti , tipo “come “erano” le donne africane?”. Ma l’avvocato V. non sembrava prestare alcuna attenzione , anzi pareva assente ,aveva lo sguardo smarrito e fissava stranamente…. i piedi e le scarpe dei soci presenti. Ad un tratto, alzò la testa , fece con le mani un gesto  come per zittire l’uditorio  e nel generale silenzio  esclamò: “ C’è da fare soldi…capite?.. Soldi a palate!”

Seguì un lungo silenzio . I soci si guardarono  l’un l’altro .L’avvocato V. era solito soffermarsi per lunghe e talvolta lunghissime pause in funzione della “solennità “ dell’argomento. E questo,c’era d’aspettarselo, non sarebbe stato  da meno! Finché aggiunse:” Ve lo immaginate migliaia  e migliaia, ma che dico, ..milioni di africani ,vecchi, giovani, donne  e bambini completamente scalzi…  a piedi nudi!”  “ Ebbe!” Risposero stupiti ma incuriositi i presenti . Questa volta la pausa fu più lunga del solito e comunque  tale da consentire a qualcuno di  commentare ad alta voce  : “ Ma a nui chi minch…ninni futti..si l’africani unn’ hannu  scarpi?” L’avvocato capì che aveva a che fare , con rispetto parlando , con dei “caproni”. Non c’era speranza!  Questa terra nota ormai come “crita aira” ( argilla arida), non poteva “partorire”  nient’altro di meglio!!

“Ma come! Non avete capito ?…Quale migliore occasione si presenta per sfruttare questa opportunità! Aprire una fabbrica di calzature ed esportare in quel paese scarpe di ogni foggia e di tutte le misure !” Sbotto, tutto di un fiato, spazientito l’avvocato V.

Ma noi, in fondo in fondo, non abbiamo fatto lo stesso ragionamento  dell’avvocato V. vedendo i volti macilenti e i corpi scheletriti  ,spegnersi  per fame ogni giorno nei paesi del Terzo mondo? Ingenuità o cosciente colpevolezza? Alla conferenza mondiale della FAO di pochi annifa a Roma, le verità ,per noi occidentali, sono risultati imbarazzanti.

Il nostro modello di sviluppo ha ormai pervaso il mondo intero  e con esso anche la “way of life”,  costringendo le altre popolazioni ad abbandonare le economie locali , di sussistenza  basate sull’autoproduzione e l’autoconsumo . Sono stati costretti a “specializzarsi” in produzioni da esportare per meglio competere in un mercato  globalizzato, poi coi soldi ricavati comprare cibo. Allora morranno di fame perchè mancano grano,riso e mais? No! Anzi  negli ultimi decenni sono aumentati! Eppure gli africani come altri popoli del terzo mondo muoiono lo stesso!

Perché ? Per la semplice ragione  che il cibo come pure le…scarpe  e tutte le merci di questo mondo, non vanno dove c’è “bisogno” , ma vanno dove c’è qualcuno che ha i denari per comprarli!

Il “ricco” americano ed europeo acquista cosi il 66% dei cereali per destinarli all’alimentazione dei maiali ,dei polli o delle mucche da cui potrà godere ed …abbuffarsi di proteine “nobili”.

Il terzo mondo non ha i soldi per comprare sul mercato mondiale il cibo , i cui prezzi sono lievitati a causa dell’aumento della domanda resa sostenuta da destinazione che i cereali stanno avendo anche come biocombustibile. D’ora in poi  le bocche di milioni di affamati non dovranno competere solo con maiali e polli ma anche con ..l’etanolo!

Questo infernale processo non ha “confine” tanto che comincia già a lambire alcuni strati della nostra realtà sociale più povera

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