lunedì 30 aprile 2012

Il desiderio di ebbrezza (ovvero la forza dell’oblio)


Parte prima
Giuseppe Bivona

“Osserva il gregge che ti pascola innanzi. Esso non sa cosa sia ieri,cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare, e così dall’alba al tramonto e di giorno in giorno,incatenato al momento con il suo piacere e dolore e perciò ne triste né tediato….
(Friedrich Nietzsche)

 
                                                    Il signor B. non era nato di certo per fare il cameriere , burbero, austero, scontroso,insomma privo di quei prerequisiti minimi che si richiede per l’assolvimento di questo non facile mestiere . Direte: non è neanche facile trovarne uno che si prestasse a “servire” una ricca e variegata fauna stanziale presso il circolo “Universitario e….di Cultura”
Sta di fatto che il signor B. resistette nella “ gabbia dei leoni” per parecchi anni.
Finché accadde che il comune pensò bene di adornare con vasi e fioriere la via principale del paese ,la dove si slarga un po’ e il marciapiede si fa più spazioso.
Il circolo si sviluppava in tutta la sua lunghezza nel bel mezzo ,era perciò coinvolto per tutto il fronte: furono sistemate tre grosse fioriere di cemento entro le quali si collocarono vari tipi di fiori ed arbusti odorosi ,forniti direttamente dal fioraio.
Accadde però una cosa strana e del tutto imprevedibile : tra i fiori spuntò un arboscello dalle caratteristiche foglie palmate che nell’indifferenza dei passanti e dei soci del circolo continuava tranquillamente a crescere come se nulla fosse….proibito. Sarebbe cresciuta fino alla fioritura, se, per un puro caso , una mattina,due brigadieri di finanza si fermarono davanti all’edicola per comprare il giornale, che , ironia della sorte, stava di fronte il circolo. E che vedono?
il sig. B. tranquillamente intento ad innaffiare le fioriere ed in particolare una pianticella di ….cannabis.
Il povero uomo sudò sette camice per dimostrare la sua estraneità oltre la buona fede e approfittando della terra sufficientemente inumidita la estirpò e sotto lo sguardo vigile dei due tutori della legge, la depositò nel cassonetto della spazzatura.
Per tutta la notte il signor B. non riuscì a prendere sonno , no riusciva a capacitarsi in che situazione si era cacciato, ma la cosa che più lo turbava, non era il rischio corso con la legge per l’infrazione nel “coltivare” una pianta proibita. Rimuginava , e continuava a chiederesi sbigottito , cosa contenesse di così pericoloso una insignificante pianticella, quale straordinario potere contenevano le sue infiorescenze, da fare scattare le manette ,per chi fosse trovato in possesso di soli pochi grammi!.
Da sempre gli esseri viventi hanno dovuto farsi strada nella fitta e intricata selva dei vegetali ,i quali non offrivano solo nutrimento ,ma eccitavano, calmavano ,placavano il dolore e taluni producevano veleni mortali : la conoscenza era essenziale per la sopravvivenza . Tuttavia esistono piante che fanno qualcosa di più straordinario, di…bizzarro , fabbricano molecole che hanno il potere di modificare l’esperienza soggettiva della realtà che comunemente e ordinariamente , chiamiamo coscienza.
Ma perché alcune piante sono arrivate a tanto? Perché l’evoluzione ha prodotto piante in possesso di tale magia? Che cosa rende così irresistibile per noi il loro impiego? E poi, perché è così severamente proibita?
In centinaia di milioni di anni, le piante, condannate a vivere sempre sullo stesso posto, hanno messo a punto dei sistemi ingegnosi per sopravvivere . Le più incredibili , almeno per noi , sono quelle messe in atto per agire espressamente sul nostro sistema nervoso
Le tossine prodotte da alcune piante ,come la nicotina,paralizzano o provocano convulsione ai muscoli degli insetti,altre, come la caffeina,scardinano il sistema nervoso e stroncano l’appetito. Le tossine dello stramonio conducono i predatori alla pazzia immettendo nel loro cervello visioni tanto spiacevoli da indurli a rinunciare al pasto. In alcune piante i foto sintetizzatori causano ustioni agli animali che l’ingeriscono o la presenza di una molecola nella linfa di certi alberi che impedisce ai bruchi di svilupparsi in farfalle.
Esistono , ovviamente delle controstrategie evolutive da parte del mondo animale:processi digestivi disintossicanti ,tattiche nutritive che riducono i rischi ,vedi il caso della capra che bruca molte piante differenti, ma in quantità innocue.
Gli uomini hanno sviluppato la capacità di osservazione e memoria cosi da apprendere ed acquisire esperienza ,dai successi o dagli errori di un altro . Molti animali “temerari” hanno guidato l’uomo attraverso questi percorsi inusuali: Le pecore delle montagne rocciose che si spezzano i denti per grattare un lichene allucinogeno ,cosi le capre hanno indicato ai pastori abissini che mangiucchiando delle lucenti bacche rosse di caffè divenivano particolarmente vivaci. Oppure ad un ignaro cinese o scita osservare dei piccioni indolenti quasi ubriachi dopo aver assaggiato alcuni semi di cannabis di cui sono particolarmente ghiotti. Per non parlare del puma che scopre il chinino, guarendo dopo aver mangiato la corteccia dell’albero della china . Gli stessi indios dell’Amazzonia notarono come il giaguaro essenzialmente carnivoro ,di tanto in tanto rosicchiava la corteccia dello yaie provocando vistose allucinazioni : coloro i quali imitavano l’animale si ritrovavano con gli “occhi di giaguaro” . Tuttavia basterebbe non muoversi di molto da casa ed osservare il nostro gatto assaporare l’erba del giardino come la Nepeta Cataria ( l’erba gatta) ed accorgerci che il felino inizia a rotolarsi prossimo ad una estasi …sessuale.
Da queste semplici ed elementari esperienze fin dall’antichità gli uomini di tutto il mondo raccoglievano e coltivavano piante e funghi sacri che avevano il potere di ispirare e permettere l’accesso ad altre dimensioni , verso più profonde ed oscure inesplorate conoscenze dell’animo umano.
Nel medioevo ci imbattiamo spesso e ben volentieri nel “giardino del farmacista” ricco di essenze che guarivano , inebriavano e in non pochi casi …avvelenavano . Maghi e streghe coltivavano piante “ psicoattive” con il potere di produrre “incantesimi” vedi lo stramonio , il papavero da oppio ,, la belladonna, l’hashish, l’amanita muscaria e la pelle di rospo.
Curiosamente questi ingredienti coltivati nei giardini selvatici, venivano combinati in una miscela “ esplosiva ,ovvero l’unguento per “volare” ossia un olio che le streghe assumevano per via vaginale utilizzando un pene artificiale che la letteratura mutò in…manico di scopa. Ma questi giardini medievali non sopravvissero a lungo, assieme a maghi e streghe finirono sul rogo .furono trasformati in” giardino di delizie” con finalità prettamente ornamentali. Le erbe “ magiche” grazie ad un medico e alchimista svizzero Paracelso ,continuarono ad esistere addomesticandone la loro coscienza dionisiaca ,sotto il segno di tinture curative e medicine varie.
( fine prima parte).



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