giovedì 3 maggio 2012

Il desiderio di ebbrezza( ovvero la forza dell’oblio) II°


(seconda parte)
Giuseppe Bivona

“ Un essere umano chiese una volta ad un animale:” Perché non mi parli della tua felicità e mi guardi soltanto?”
L’animale voleva rispondere e dire:” Il fatto è che mi dimentico sempre quello che sto per dire” . Ma subito dimenticò anche questa risposta e rimase silenzioso”
Friedrich Nietzsche

Tutte le culture umane ricorrono ad un ampia varietà  di piante per gratificare il desiderio di alterazione mentale. Stranamente ne adottano una e proibiscono le altre: tentazione e tabù sembrano procedere di pari passo,vedi il ruolo tradizionale del’alcol nell’ occidente e gli oppiacei nell’oriente.
Ma dove nasce questa inclinazione umana verso le droghe?
Qua’è l’ingegnoso espediente  che mettono in atto queste piante per produrre sostanze chimiche dagli effetti  cosi misteriosi sulla coscienza umana?
Per gli scienziati che studiano il nostro cervello  sembra che esso svolga due funzioni apparentemente distinte:  una capacità superiore di  risoluzione dei problemi,ed un sistema interno  di risposte “ chimiche” ,tali che se, per esempio, compiamo  un atto particolarmente utile o/e  eroico , il nostro cervello è inondato  di sostanze chimiche  che gli procurano benessere .Non ci volle molto a capire come far scattare  ,artificialmente una risposta piacevole da parte del cervello!
Gli antichi greci compresero , come la risposta alle domande  sulle sostanze inebriante , coinvolgevano altri grandi misteri della vita poteva avere risvolti sia positivi che negativi
Il vino di Dionisio , come altre droghe possono risultare vantaggiose e rivelarsi di grande utilità , se ingannando chimicamente il cervello  sono di sollievo  al dolore , o aumentano la capacità di concentrarsi e lavorare  o aumentarne la resistenza , rimuovono le inibizioni.
Oggi la farmacopea  ci propone una vasta gamma di assortimenti  con l’imbarazzo della scelta.
Ma che dire  delle piante più potenti , psicoattive che alterano l’esperienza  dello spazio e del tempo al punto da “trasportare “  l’ignaro consumatore  fuori dalla sua  vita quotidiana e addirittura fuori da “se tesso”?
Ora comprendiamo perche tutte  le culture , su questo tema , sono  molto caute : queste piante  e le loro fitomolecole rappresentano una minaccia  per “ l’ordine costituito “  ovvero per la convivenza la pace sociale.
Queste piante ,paradossalmente ebbero due distinti “destini”  essere  considerate sacre  e/o proibite.
Se l’esperienza religiosa è un atto di trascendenza  dalla realtà contingente  attraverso stati estatici  come essere trasportati altrove, o ad  aprire la porta di accesso ad un altro mondo ; curiosamente accade  lo stesso  utilizzando un gruppo di piante psicoattive , quale il cactus del peyota,l’amanita muscaria, la segala cornuta, l’uva fermentata , il papavero da oppio e la cannabis!
Forse una riscrittura  delle religioni  ci obbligherebbe a riconsiderare che l’esperienza umana  del divino  ha le sue  più profonde radici  nelle piante e nei funghi . Una insoddisfatta brama di trascendenza , cosi come era avvenuta con la bellezza per i fiori , ora  intesse e ricuce  materia e spirito ,le piante psicoattive come “ ponte” esteso dalla materia verso  lo spirito .
 Ma cosa accade oggi , nell’età moderna , quando liberiamo l’immaginazione ,ovvero alteriamo lo stato di coscienza?  
Scrive Lenson “ Per quanto la critica  abbia tentato di rendere asettico questo processo , dobbiamo riconoscere che alcuni dei nostri poeti e pensatori canonici ,quando parlano di immaginazione , in realtà si riferiscono ed una alterazione della coscienza . Ma, allora, perché escludere i molti pensatori  della Grecia classica tra cui Platone , Aristotele, Socrate, Eschilo ed Euripide che erano soliti  partecipare ai misteri eleusini, rituali estasiatici , ufficialmente  festa del raccolto in onore di Demetra?.
 Nasce in occidente e in particolare nella Grecia classica la metafisica ovvero   la convinzione  che ogni cosa di questo mondo  abbia la sua forma ideale  e reale in un altro mondo  al di là dei nostri sensi .
Curiosamente accade che alcune droghe  influiscono sulla nostra percezione  in modo da allontanarci  dagli oggetti che ci circondano  e  la cosa più affascinante, che  ogni oggetto  rappresenta con maggior chiarezza  tutti quelli della sua categoria: un albero è un albero indistinto tra milioni di alberi!
Richard Dawkins nel “Gene egoista”  introduce  il concetto di “meme”  ovvero di una unita organica  di informazione culturale memorizzabile . I memi stanno all’evoluzione  culturale come i geni stanno all’evoluzione biologica .
Ma da dove arrivano  i nuovi memi?
A volte spuntano improvvisi dalle menti di  artisti, poeti ,scienziati magari in relazione  degli effetti delle piante psicoattive  le cui conseguenze  non dissimili  dalle radiazione sul genoma!
 In buona sostanza ,sono  molecole chimiche  con il potere di alterare  i costrutti mentali , di proporre nuove metafore ,nuove teorie.
Fine seconda parte 

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