(seconda parte)
Giuseppe Bivona
“ Un essere umano chiese una volta ad un animale:” Perché non mi parli della tua felicità e mi guardi soltanto?”
L’animale voleva rispondere e dire:” Il fatto è che mi dimentico sempre quello che sto per dire” . Ma subito dimenticò anche questa risposta e rimase silenzioso”Friedrich Nietzsche
Tutte le culture umane ricorrono ad un ampia varietà di piante per gratificare il desiderio di alterazione mentale. Stranamente ne adottano una e proibiscono le altre: tentazione e tabù sembrano procedere di pari passo,vedi il ruolo tradizionale del’alcol nell’ occidente e gli oppiacei nell’oriente.
Ma dove nasce questa inclinazione umana verso le droghe?
Qua’è l’ingegnoso espediente che mettono in atto queste piante per produrre sostanze chimiche dagli effetti cosi misteriosi sulla coscienza umana?
Per gli scienziati che studiano il nostro cervello sembra che esso svolga due funzioni apparentemente distinte: una capacità superiore di risoluzione dei problemi,ed un sistema interno di risposte “ chimiche” ,tali che se, per esempio, compiamo un atto particolarmente utile o/e eroico , il nostro cervello è inondato di sostanze chimiche che gli procurano benessere .Non ci volle molto a capire come far scattare ,artificialmente una risposta piacevole da parte del cervello!
Gli antichi greci compresero , come la risposta alle domande sulle sostanze inebriante , coinvolgevano altri grandi misteri della vita poteva avere risvolti sia positivi che negativi
Il vino di Dionisio , come altre droghe possono risultare vantaggiose e rivelarsi di grande utilità , se ingannando chimicamente il cervello sono di sollievo al dolore , o aumentano la capacità di concentrarsi e lavorare o aumentarne la resistenza , rimuovono le inibizioni.
Oggi la farmacopea ci propone una vasta gamma di assortimenti con l’imbarazzo della scelta.
Ma che dire delle piante più potenti , psicoattive che alterano l’esperienza dello spazio e del tempo al punto da “trasportare “ l’ignaro consumatore fuori dalla sua vita quotidiana e addirittura fuori da “se tesso”?
Ora comprendiamo perche tutte le culture , su questo tema , sono molto caute : queste piante e le loro fitomolecole rappresentano una minaccia per “ l’ordine costituito “ ovvero per la convivenza la pace sociale.
Queste piante ,paradossalmente ebbero due distinti “destini” essere considerate sacre e/o proibite.
Se l’esperienza religiosa è un atto di trascendenza dalla realtà contingente attraverso stati estatici come essere trasportati altrove, o ad aprire la porta di accesso ad un altro mondo ; curiosamente accade lo stesso utilizzando un gruppo di piante psicoattive , quale il cactus del peyota,l’amanita muscaria, la segala cornuta, l’uva fermentata , il papavero da oppio e la cannabis!
Forse una riscrittura delle religioni ci obbligherebbe a riconsiderare che l’esperienza umana del divino ha le sue più profonde radici nelle piante e nei funghi . Una insoddisfatta brama di trascendenza , cosi come era avvenuta con la bellezza per i fiori , ora intesse e ricuce materia e spirito ,le piante psicoattive come “ ponte” esteso dalla materia verso lo spirito .
Ma cosa accade oggi , nell’età moderna , quando liberiamo l’immaginazione ,ovvero alteriamo lo stato di coscienza?
Scrive Lenson “ Per quanto la critica abbia tentato di rendere asettico questo processo , dobbiamo riconoscere che alcuni dei nostri poeti e pensatori canonici ,quando parlano di immaginazione , in realtà si riferiscono ed una alterazione della coscienza . Ma, allora, perché escludere i molti pensatori della Grecia classica tra cui Platone , Aristotele, Socrate, Eschilo ed Euripide che erano soliti partecipare ai misteri eleusini, rituali estasiatici , ufficialmente festa del raccolto in onore di Demetra?.
Nasce in occidente e in particolare nella Grecia classica la metafisica ovvero la convinzione che ogni cosa di questo mondo abbia la sua forma ideale e reale in un altro mondo al di là dei nostri sensi .
Curiosamente accade che alcune droghe influiscono sulla nostra percezione in modo da allontanarci dagli oggetti che ci circondano e la cosa più affascinante, che ogni oggetto rappresenta con maggior chiarezza tutti quelli della sua categoria: un albero è un albero indistinto tra milioni di alberi!
Richard Dawkins nel “Gene egoista” introduce il concetto di “meme” ovvero di una unita organica di informazione culturale memorizzabile . I memi stanno all’evoluzione culturale come i geni stanno all’evoluzione biologica .
Ma da dove arrivano i nuovi memi?
A volte spuntano improvvisi dalle menti di artisti, poeti ,scienziati magari in relazione degli effetti delle piante psicoattive le cui conseguenze non dissimili dalle radiazione sul genoma!
In buona sostanza ,sono molecole chimiche con il potere di alterare i costrutti mentali , di proporre nuove metafore ,nuove teorie.
Fine seconda parte
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