venerdì 6 giugno 2025

convegno conclusivo del Progetto Wool2Resource

 Simone Sangiorgi

Innovation Broker

Quando le esigenze del territorio incontrano le intuizioni di alcuni ricercatori si verificano sinergie positive per entrambe le parti. Questo hanno raccontato e presentato, al pubblico presente, i relatori al convegno conclusivo del Progetto Wool2Resource a Palermo presso ISZ della Sicilia il 5 giugno 2025.


Hanno portato i saluti il Commissario, Dr. Giovanni Siino e il Direttore, Dr. Vincenzo Guella dell’ISZ, il Dr. Fabrizio Parisi in rappresentanza dell’ODAF di Palermo.

Al convegno hanno partecipato un nutrito gruppo di studenti dell’Istituto Superiore E. Majorana di Palermo, indirizzo agrario, accompagnati dai loro docenti, una delegazione di aziende agricole e zootecniche, partner del progetto, Agronomi, Veterinari e giornalisti del settore.

La premessa che ha portato alla presentazione del progetto, stava nel fatto che gli allevatori di ovini, da qualche anno, manifestavano una problematica legata allo smaltimento della lana prodotta con la tosatura dei propri animali. Infatti la lana è considerata un rifiuto di categoria 3, in base al Regolamento (CE) n.1069/2009.  Quindi deve essere imballata e portata in impianti di smaltimento specifici con conseguenti costi aggiuntivi di smaltimento per le aziende zootecniche. 


 

In Sicilia, si producono, annualmente con la tosatura, circa 1.000.000 kg di lana da smaltire.

Il Gruppo Operativo “Nuovi Orizzonti per lana ovina, con la componente tecnico-scientifica e con la sapiente capacità gestionale e non solo del proprio Presidente, Dr. Sebastiano Tosto, hanno presentato i risultati, non definitivi, delle attività del Progetto Wool2Resource, finanziato con la Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022.

L’ing. Rosalia Tatano, in rappresentanza dell’azienda dei Fr.lli Tatano, (Cammarata) ha descritto il percorso che ha portato alla progettazione e alla realizzazione del prototipo, (pirolizzatore) in grado di trasformare la lana sucida, in assenza di ossigeno e alla temperatura di 500°C, per cicli di 3-4 ore, in un composto carbonioso, (biochar) simile nell’aspetto alla carbonella. 

L’università degli Studi di Palermo ha raccolto la sfida, con l’entusiasmo che nasce quando la ricerca incontra un problema reale del territorio. Infatti le relazioni della Prof.ssa D. Chillura Martino, del Prof. P. Lo Meo e del Dr. Calogero Librici hanno presentato le risultanze delle caratteristiche fisico e fisico- chimiche del biochar, analizzate in laboratorio. Un materiale definito interessante, da potere utilizzare sicuramente nei suoli acidi, con una buona capacità di ritenzione idrica pari al 70% in peso, relativamente leggero con una densità apparente di 0.8 g/cm3. Sono state valutate positivamente la buona presenza di Potassio (K), Calcio (Ca) e Ferro (Fe).  Infine è emerso un fatto importante quale la stabilità del Carbonio che viene intrappolato nel terreno per decenni e sottratto, quindi,  all’atmosfera. Sono caratteristiche fondamentali per capire se questo nuovo biochar può davvero migliorare i suoli agricoli, restituendo valore a ciò che fino a ieri era considerato un rifiuto. Parafrasando, hanno concluso che anche la scienza, a suo modo, può filare la lana: non per farne maglioni, ma per trasformarla in risorsa. Così la memoria del mondo contadino si intreccia con le tecnologie ambientali, in un dialogo che guarda al futuro senza dimenticare le mani che da sempre lavorano la terra.

Innovativo il contributo che ha portato EZ Lab, una MarTech, partner tecnologico di Wool2Resource, una company che dà voce a ogni prodotto grazie alla tracciabilità blockchain. Così si è espresso il Dr. Salvatore Zappalà, parlando del paradigma del Gemello Digitale (Digital Twin) per collegare ogni dato di processo al singolo prodotto, generando il suo Passaporto Digitale: sicuro, trasparente e verificabile.

Il Dr. Simone Sangiorgi, Innovation Broker ha presentato i risultati del collaudo in campo del biochar presso le 2 aziende sperimentali-dimostratrici, partner del progetto. Presso la serra dell’Azienda Agricola S. Agata dei Fr.lli Scaglione, in territorio di Castronovo di Sicilia, si sono effettuati 2 cicli produttivi di specie ortive da foglia (Lattuga, Indivia e Bieta) con parcelle con concentrazioni di biochar al 3.50 e 7.00%,  in confronto con un substrato di riferimento. Mentre presso i Vivai Platani di Bruno Marino, si sono fatte delle prove con alcune specie vegetali a rapido (Eucalipto e Pioppo in vaso e alveoli) e/o lento accrescimento (Carrubbo e Corbezzolo in letto di semina e vaso). Le tesi che hanno consentito le migliori performance di accrescimento delle piante sono stare quelle con il 3.50% di biochar. Ulteriori approfondimenti, sulle risultanze scientifiche e sulle osservazioni agronomiche in campo, saranno disponibili sul sito www.wool2resource.it,  sul depliant di fine attività e/o pubblicate su una rivista specializzata.

Ha chiuso i lavori il Presidente del G.O., Dr. Sebastiano Tosto, il quale ringraziando gli intervenuti ha espresso la volontà,  a nome degli Allevatori, nel perseguire nella strada obbligata dell’innovazione, indispensabile per dare prospettiva al comparto ovi-caprino regionale.


 

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