domenica 22 gennaio 2012

Dalle rivolte,alla lotta di classe,alla….rissa con i forconi


di 

Giuseppe Bivona

 

Nella nostra lunga storia siciliana  le rivolte si  sono sempre concluse in una beffa , non siamo mai stati capaci di fare una rivoluzione: ci manca il temperamento).  Non perché  i protagonisti, non ne comprendevano il motivo di fondo,  le  soverchie ragioni  dell’intollerabilità  delle condizione umane , ma  perché non si colpiva mai il “nemico”, il vero centro del potere . Masse diseredati ,affamate di pane e di giustizia,  che si prodigavano in un donchisciottesco assalto ai mulini a vento. “Come “ rivoltarsi non era un problema ,le stesse circostanze oggettive suggerivano sia i mezzi che le tattiche. “Contro chi” fu meno chiaro : il sovrano, ,il baronato, la cricca di notabili che spadroneggiava. Ma il “Perché” rivoltarsi  e cosa sostituire , non ebbe mai una risposta esauriente .
C’era sempre un usurpatore da detronizzare,un torto da vendicare, una ingiustizia da sanare . Detronizzato l’usurpatore,evitato il torto,sanata l’ingiustizia, le masse che avevano partecipato al movimento ,potevano ritornare al proprio lavoro , mentre il prezzo del sangue sparso era un nuovo signore e la speranza di un trattamento migliore.
Finché,  un bel  giorno  arrivò  Carlo Marx, il quale ,spiegò loro che se volevano uscire dalle condizioni di masse “de force” ,  indifferenziate e di “manovra”  dovevano prendere coscienza di  se medesimi, ovvero come“classe”
Cosi  per tutto il novecento le classi dei lavoratori  divennero “soggetti di storia”, protagonisti  di lotte per affermare i propri diritti e la presa di coscienza  significò  la consapevolezza che la ricchezza accumulata  dai padroni era il frutto del loro lavoro . Il plusvalore  incorporato nelle merci non era uno strano  evento soprannaturale ,ma la “cristallizzazione” di umana fatica ,di sudore e sangue sottratto dall’avidità dei padroni sulla pelle dei poveri lavoratori.
Paradossalmente questo secolo di lotte, scioperi, occupazioni , si svolse in un contesto tutto sommato semplificato: era abbastanza chiaro che da una parte ci stavano i padroni,sfruttatori e sanguisughe e dall’altra i lavoratori ,operai ,braccianti, contadini oppressi e sfruttati
Nella seconda metà del novecento le cose però si cominciarono a complicare .
Il diffuso benessere del mondo occidentale permise una trasformazione inimmaginabile  delle nostre abitudini ,dei nostri consumi . L’aumento della “portata” –termine  con il quale viene indicato il massimo carico di una specie in un determinato ambiente – umana sul nostro pianeta , grazie alla disponibilità del petrolio  ha permesso di disporre quotidianamente di energia equivalente al lavoro  di cinquanta persone  per 24 ore al giorno.
 Di fronte a tanto benessere  le nuove  classi di “consumatori”  hanno avuto un duplice  atteggiamento: da un lato un visione fideistica nei confronti della “modernizzazione” e dell’innovazioni tecnologiche e dall’altro  la sempre minore propensione al “risparmio” giudicato un retaggi obsoleto  della cultura contadina
 Ma cosa sta accadendo oggi in Sicilia?
“ Tutti a casa, se ne devono andare questi politici” gridava il novello Masaniello dal suo megafono di fronte ai rivoltosi, il  capo dei rivoltosi del movimento dei Forconi .E come dargli torto : un mazzo di carciofi di 20 capolini euro 1 (uno), un chilo di arance 15 centesimi, idem per i limoni, il grano a 18 centesimi  e cosi per tutte le produzioni agricole e zootecniche.
I trasportatori che di fatto avevano realizzato i blocchi stradali,avevano ragione da vendere: per traghetta a Villa San Giovanni  pagano 280 euro e il gasolio non arresta la sua corsa al rialzo.
Ora, ammesso , che cacciamo questi nostri politici appartenenti a tutti i partiti e di qualsiasi colore  ,  con chi li sostituiamo?  Sono davvero i politivi la causa dei loro “mali”?
 Quelli che verranno hanno le idee chiare ? e gli stessi  componenti il movimento de Forconi  come intentono uscire dalla crisi.
Abbiamo l’impressione che a fronte di una economia globalizzata ,complessa e articolata  nel sistema finanziario faccia riscontro una semplicità di analisi dei soggetti che rasenta la “banalità”
Facciamo un esempio.
Il prezzo dei carciofi è vergognosamente “vile” perché?
a)    Da qualche anno i coltivatori hanno introdotto una varietà , proveniente dalla selezione migliorata del violetto toscano ovvero il “tema2000”. Questa  varietà ha la capacità  di svolgere il suo ciclo produttivo in soli tre mesi, con raccolte bisettimanali, assenza di aborti dei capolini,mancanza di sviluppo di carducci in piena fase produttiva .Si stima che un ettaro produca 70.000- 80.000 capolini(…. e poi dicono che l’abbondanza non  ha mai fatto carestia!)
b)    Le condizioni climatiche degli ultimi mesi dell’anno sono stati particolarmente  miti  cosi lo sviluppo produttivo  delle carciofaie fu particolarmente spinto, inondando i mercati di fiumare di capolini. La risposta del consumatore all’abbassamento dei prezzi non è sempre “razionale” sembra rifuggire dall’abbondanza e dai prezzi….troppo bassi!
c)    La tecnica colturale acquisita dai coltivatori  ormai consente di gestire le carciofaie  con la massima razionalità  ed efficienza.
d)    I  paesi del nord Africa ed in modo particolare l’Egitto a seguito delle imponenti opere irrigue, destinano sempre più superfici ad ortaggi tra cui il carciofo, il quale si avvantaggia delle condizione climatiche inverali che in quelle zone sono  assai più favorevoli delle nostre.
e)     Il consumo di carciofi ha raggiunto  un buon livello e ci sono scarse possibilità che si possa incrementare di molto la domanda
Ebbene,  c’è qualcuno che sia in grado di proporre una possibile soluzione?
Siano ormai  irretiti in una trama sempre più intrigata. La politica opera le sue scelte, chiedendo conforto all’economia ma questa fa affidamento alle innovazioni tecniche  e tutto finisce sotto le ferree leggi del mercato .questo signor “Nessuno” che con la sua mano invisibile decide il destino di tutti noi! 

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