Il consiglio d’amministrazione dell’Esa (Ente sviluppo agricolo), presieduto dall’On Giuseppe Catania ha conferito “ad interim” l’incarico di direttore generale a Mario Candore, dirigente generale del Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione.
Il Direttore Candore con esperienza pluridecennale sulle tematiche di interesse agricolo, agroalimentare e di sviluppo rurale, anni addietro è stato componete del gruppo di lavoro per il progetto sperimentale di Agricoltura Sociale presso l’Azienda Sperimentale Campo Carboj proprio dell’ESA presentando il progetto nel corso di un convegno aRoma presso il MIPAF ( allegata presentazione)
protocollo d’intesa voluto dal dirigente generale Dario
Cartabellotta https://terra.psrsicilia.it/wp-content/uploads/2022/02/allegato-1.pdf
Negli ultimi anni l’espressione beni pubblici è stata al centro
di un vivace dibattito, nonostante ciò, attorno a tale espressione sembra che
aleggi ancora oggi, un’aura di vago mistero. Cosa si intende per beni pubblici?
In che modo i beni pubblici si distinguono dai beni privati? Fino a che punto
si dovrebbe rigorosamente definire quest’espressione? E qual è il rapporto tra
beni pubblici e politiche pubbliche? Se si prende come punto di partenza (possibilmente
con le opportune precisazioni e i dovuti distinguo) la nozione che riconosce
nei beni pubblici tutti quei beni che apportano benefici alla collettività e
che non possono essere acquistati sul mercato, il nesso con la politica di
sviluppo rurale appare evidente.
Per definizione i
beni pubblici possiedono due importanti caratteristiche. In primo luogo, sono
beni “non rivali” nel consumo, nel senso che il loro consumo da parte di un
individuo non implica l’impossibilità per un altro individuo di consumarlo a
sua volta. In secondo luogo, sono “non escludibili”, nel senso che, una volta
che il bene pubblico è stato prodotto, è impossibile impedirne la fruizione da
parte di altri consumatori.
L’agricoltura
sociale comprende una pluralità di esperienze non riconducibili a un modello
unitario, quanto al tipo di organizzazione, di attività svolta, di destinatari,
di fonti di finanziamento, ma accomunate dalla caratteristica di integrare
nell’attività agricola attività di carattere sociosanitario, educativo, di
formazione e inserimento lavorativo, di ricreazione, diretti in particolare a
fasce di popolazione svantaggiate o a rischio di marginalizzazione. Le ipotesi
di lavoro riguardano molteplici ambiti di attività, che possono essere così
riassunti:
• formazione e inserimento
lavorativo: esperienze orientate all’occupazione di soggetti
svantaggiati, con disabilità relativamente meno gravi o per soggetti a bassa
contrattualità;
• riabilitazione/cura: esperienze rivolte a persone con disabilità (fisica, psichica,
mentale, sociale), con un fine principale socio-terapeutico;
• ricreazione e qualità di vita: esperienze rivolte a un ampio spettro di persone con
bisogni più o meno speciali, con finalità socio-ricreative, tra cui particolari
forme di agriturismo sociale, le esperienze degli orti sociali peri-urbani per
anziani;
• educazione: azioni volte ad ampliare le forme ed i contenuti
dell’apprendimento per avvicinare alle tematiche ambientali persone giovani o
meno giovani;
• servizi alla vita quotidiana: come nel caso degli “agri-asili” o di servizi di
accoglienza diurna per anziani.
Recentemente il Dipartimento regionale Agricoltura ha
sottoscritto recentemente un accordo di collaborazione con
il CREA https://terra.psrsicilia.it/wp-content/uploads/2022/02/allegato-2.pdf (Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Consiglio per la
ricerca in agricoltura), il CORERAS (Consorzio Regionale per la Ricerca
Applicata e la Sperimentazione), il Consorzio Network Dei Talenti Soc. Coop.
Sociale e l’Associazione di Promozione Sociale “Rete Fattorie Sociali Sicilia”,
finalizzato proprio all’attuazione del Programma Sperimentale Agricoltura
Sociale presso l’Azienda Sperimentale Campo Carboj
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