( quarta
ed ultima parte)
Non ci sono alimenti che fanno bene e quelli che fanno
male, bensì cibi giusti e cibi sbagliati.
Giuseppe Bivona
Il problema della salute
non può essere risolto senza
radicali e profondi trasformazioni
economiche e sociali , vale a dire senza incidere sulla strutture collettive , il
modo di vivere, le stesse nostre convinzioni…. Il benessere ( e non ben avere) e
la salute sono le massime priorità a cui dovrebbe tendere l’impegno umano.
Invece la nostra società
moderna ed industriale è
disintegrata in una massa d’individui isolati ed alienati che non hanno alcuna capacità d’intervento sulla loro attività , divenuti
totalmente dipendenti dai fattori di
controllo . Cosi siamo divenuti esperti in specifici campi , educati
alla conoscenza specialistica all’interno
di discipline segmentati a compartimenti
stagni nella quale è stata suddivisa la
scienza moderna , impegnati a svolgere
compiti accuratamente definiti.
Perciò ogni specialista ha una competenza limitata , non può
avventurarsi fuori di quello che è considerato il suo legittimo campo di attività
senza addentrarsi in un territorio di competenza di qualche altro specialista . Questo
vale anche per lo stesso ministro della
sanità , il cui campo d’azione è ben delimitato. Basti pensare che la massima autorità politica può
limitarsi
ad ordinare la costruzione di più ospedali ,sovvenzionare la produzione
di diversi preparati farmaceutici, incoraggiare l’assunzione di più
dottori ed infermieri , apportare certi cambiamenti nel suo dicastero .
Tuttavia contro le vere cause della malattia , il ministro , non può fare nulla
.
Lo sviluppo del disastro la moderna medicina prende
avvio con le ricerche compiute da Pasteur il quale scambia gli effetti della
malattia, con le cause , ovvero
accusando germi , batteri e altri microorganismi di essere la causa delle
nostre disgrazie.
Da quasi due secoli ormai ci siamo impaludati in queste acque stagnanti e maleodoranti dove ultimamente si sono aggiunti gli onnipresenti virus, mentre regna sovrana l’ignoranza, la stupidità
,lo spudorato interesse di consorterie medico- farmaceutiche
La medicina moderna ha colonizzato le nostri menti, divenute
incapaci di un pensiero alternativo , di un qualsiasi barlume di criticità ,di
dubbi o di un abbozzo di riflessione
critica. Accettiamo supinamente l’esistenza dei virus, di batteri malefici, dei
salvi feri vaccini , ci consegniamo a questi nuovi stregoni con la cecità tipica di un fanatici religiosi
e come buoi al macello ci affidiamo alle loro presunte cure.
Eppure nelle società
primitive la salute era assicurata
efficacemente dagli sciamani, indovini ecc., i quali curavano la salute dei loro compagni di tribù, attraverso la
conservazione del loro ambiente umano e naturale nello stato più favorevole.
Accade cosi che se la malattia come qualsiasi altra discontinuità , è dovuta
ad una scostamento biologico , sociale o ecologico dalla situazione ottimale ,
la sua cura non può che consistere nello ristabilire quella situazione . curare
l’individuo non è l’obbiettivo primario , la vera funzione della cura è
ripristinare la stabilità biologica e psicologica della persona colpita attraverso il corretto funzionamento dei
sistemi biologici , sociali ed ecologici , la cui disgregazione è la vera causa
del problema . Ma come si articolava questa “ visione del mondo “ nelle società
tribali?
Tutto è sorretto dalla mitologia che si occupa del mondo degli dei e degli
spiriti. . Questi non sono considerati
però organizzati in modo casuale, ma il modello
che essi costituiscono rispecchia i rapporti delle persone con il loro
ambiente , in base alle quali si possono mediare risposte adattative.
Cosi la “spiritualità” può essere divisa in tre categorie .
I primi sono gli spiriti degli antenati , i quali conservano
la loro identità sociale e sono considerati
ancora membri della rispettiva famiglia, o tribù. In questo modo la loro organizzazione rispecchia quella dei
loro discendenti e serve a sacralizzare la loro struttura sociale e a
conservarla.
In secondo luogo ci
sono gli spiriti della natura . Tutte le piante, gli animali le montagne e i corsi d’acqua sono considerati pervasi da spiriti perciò sacri. Il che serve a conservarli o almeno a ridurre l’impatto
su di essi da parte delle attività umane.
Ora, sacralizzare
qualcosa è l’unico metodo culturale che ha sempre avuto successo ai fini della conservazione .
Ma una società non è sola nel suo ambiente è circondata da altri gruppi sociali, spesso
ostili , come non sempre i comportamenti dei componenti la tribù rispettano il grado ideale di ordine : questi
costituiscono la terza categoria degli spiriti
maligni o degli stregoni.
E’ nei termini di questa visione del mondo che una discontinuità ,come la
malattia viene interpretata . A volte si ritiene che essa sia causata da
spiriti maligni , oppure è considerata come una punizione comminata dagli spiriti degli antenati o da quelli della natura per l’inosservanza delle leggi
tradizionali o in particolare per la violazione di un tabù
Alla luce delle prove empiriche la stabilità della società tribale è mantenuta dalla rigorosa osservanza di un insieme di leggi che assicurano la conservazione dell’ambiente
sociale e fisico .
L’inosservanza di tali leggi
porta alla destabilizzazione di cui la malattia è l’espressione più
manifesta ( fine)
Ho letto e riletto tutti gli scritti sul “tabù…” e, non posso fare a meno di dare ragione allo scrittore(molto bravo e competente) ma, nello stesso tempo, avere dei dubbi. Credo che la soluzione non sia così facile e univoca, cioè ritornare all'adattamento naturale di un essere vivente.
RispondiEliminaNoi umani abbiamo sete di sapere, conoscere, viaggiare, scoprire..Indubbiamente nella nostra natura c’è il bene e il male e, io penso, che non tutto ciò che riguarda la conoscenza sia da buttare, dipende dall’uso che se ne fa.
La medicina è una branca del sapere umano, la scoperta del funzionamento del nostro corpo, e poiché il sapere e le scoperte sono messe a disposizione di tutti, ognuno di noi utilizza tale sapere secondo la propria indole (buona o cattiva).
Non possiamo d’altronde fermare il progresso o “evoluzione guidata”, fin dai primordi abbiamo modificato l’ambiente ai nostri fini e continuiamo a farlo, e con l’ambiente, modifichiamo anche il nostro modo di vivere e di nutrirci. Nel nostro cammino verso “non si sa cosa!” facciamo degli errori, a volte possiamo porvi rimedio a volte no.
Io spero che l’umanità abbia la capacità di evolversi in maniera positiva e che non sia essa stessa la causa della propria estinsione.
"Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo senza gente.
EliminaConsiderate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti ma per seguir vitute e conoscenza"
Dante Inferno: canto XVI
Questa frase Ulisse la rivolge ai suoi compagni con i quali s'ibarca in quella che Dante definisce il "folle volo"( ..e volta nostra poppa nel mattin de remi facemmo ali al folle volo").
Un vero capolavoro di eloquenza retorica ,tutta tesa a sminuire il senso del pericolo agli occhi dei suoi rematori , per convincerli ad avventurarsi verso l'ignoto .
Di fatto le vere " Colonne d'Ercole" sono oltrepassate nel XVII secolo con la nascita della "nuova scienza" con Galilei, Bacone ed altri dove la conoscenza non proviene dall'osservanza della natura e nel rispetto delle sue leggi , ma nel sottoporla , come farebbe un meticoloso giudice , ad un severo interrogatorio per carpirnrne i segreti e da cui trarre poi "leggi di natura"
Perciò la nostra cultura è tutta pregna di positivismo e relativismo e diviene oltremodo difficile possedere un "pensiero" alternativo che ci faccia riflettere sulla nostra natura e l'umiltà della nostra condizione.
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