martedì 15 gennaio 2013

I tabù della modernità : la medicina



( quarta  ed ultima parte)

Non ci sono alimenti che fanno bene e quelli che fanno male, bensì cibi giusti e cibi sbagliati.

Giuseppe Bivona

Il problema della salute  non può essere risolto senza  radicali e profondi trasformazioni  economiche e sociali , vale a dire  senza incidere sulla strutture collettive , il modo di vivere, le stesse nostre convinzioni…. Il benessere ( e non ben avere) e la salute sono le massime priorità a cui dovrebbe tendere l’impegno umano.
Invece la nostra società  moderna ed industriale  è disintegrata in una massa d’individui isolati ed alienati  che non hanno alcuna capacità  d’intervento sulla loro attività , divenuti totalmente dipendenti dai fattori  di controllo .  Cosi siamo  divenuti esperti in specifici campi , educati alla conoscenza specialistica  all’interno di discipline  segmentati a compartimenti stagni nella quale è stata suddivisa  la scienza moderna , impegnati a svolgere  compiti  accuratamente definiti.
Perciò ogni specialista ha una competenza limitata , non può avventurarsi  fuori  di quello che è considerato  il suo legittimo campo  di attività  senza addentrarsi in un territorio di competenza  di qualche altro specialista . Questo vale  anche per lo stesso ministro della sanità , il cui campo d’azione è ben delimitato. Basti  pensare che la massima autorità politica può limitarsi
ad ordinare la costruzione di più ospedali  ,sovvenzionare  la produzione  di diversi preparati farmaceutici, incoraggiare l’assunzione di più dottori ed infermieri , apportare certi cambiamenti nel suo dicastero . Tuttavia contro le vere cause della malattia , il ministro , non può fare nulla .
Lo sviluppo del disastro la moderna medicina prende avvio  con le ricerche compiute  da Pasteur il quale scambia gli effetti della malattia, con le cause  , ovvero accusando germi , batteri e altri microorganismi di essere la causa delle nostre disgrazie.
Da quasi due secoli  ormai ci siamo impaludati in queste acque   stagnanti e maleodoranti  dove ultimamente  si sono aggiunti gli onnipresenti virus,  mentre regna sovrana l’ignoranza, la stupidità ,lo spudorato interesse di consorterie medico- farmaceutiche
La medicina moderna ha colonizzato le nostri menti, divenute incapaci di un pensiero alternativo , di un qualsiasi barlume di criticità ,di dubbi o di un abbozzo di  riflessione critica. Accettiamo supinamente l’esistenza dei virus, di batteri malefici, dei salvi feri vaccini , ci consegniamo a questi nuovi stregoni  con la cecità tipica di un fanatici religiosi e come buoi al macello ci  affidiamo  alle loro presunte  cure.
Eppure  nelle società primitive la salute  era assicurata efficacemente dagli sciamani, indovini ecc., i quali  curavano la salute  dei loro compagni di tribù, attraverso la conservazione del loro ambiente umano e naturale nello stato più favorevole.
Accade cosi che se la malattia  come qualsiasi altra discontinuità , è dovuta ad una scostamento biologico , sociale o ecologico dalla situazione ottimale , la sua cura non può che consistere nello ristabilire quella situazione . curare l’individuo non è l’obbiettivo primario , la vera funzione della cura è ripristinare la stabilità biologica e psicologica  della persona colpita  attraverso il corretto funzionamento dei sistemi biologici , sociali ed ecologici , la cui disgregazione è la vera causa del problema . Ma come si articolava questa “ visione del mondo “ nelle società tribali?
Tutto è sorretto dalla mitologia  che si occupa del mondo degli dei e degli spiriti. . Questi non sono  considerati però organizzati in modo casuale, ma il modello  che essi costituiscono rispecchia i rapporti delle persone con il loro ambiente , in base alle quali si possono mediare risposte adattative.
Cosi la “spiritualità”  può essere divisa in tre categorie .
I primi sono gli spiriti degli antenati , i quali conservano la loro identità sociale e sono considerati  ancora membri della rispettiva famiglia, o tribù. In questo modo  la loro organizzazione rispecchia quella dei loro discendenti e serve a sacralizzare la loro struttura sociale e a conservarla.
In secondo luogo  ci sono gli spiriti della natura . Tutte le piante, gli animali  le montagne e i corsi d’acqua  sono considerati pervasi da spiriti  perciò sacri. Il che  serve a conservarli  o almeno a ridurre  l’impatto  su di essi da parte delle attività umane.
 Ora, sacralizzare qualcosa è l’unico metodo culturale che ha sempre avuto successo  ai fini della conservazione .
Ma una società non è sola nel suo ambiente  è circondata da altri gruppi sociali, spesso ostili , come non sempre i comportamenti dei componenti la tribù  rispettano il grado ideale di ordine : questi costituiscono la terza categoria degli spiriti  maligni o degli stregoni.
E’ nei termini di questa visione  del mondo che una discontinuità ,come la malattia viene interpretata . A volte si ritiene che essa sia causata da spiriti maligni , oppure è considerata come una punizione  comminata dagli spiriti degli antenati  o da quelli della natura per  l’inosservanza  delle leggi  tradizionali o in particolare per la violazione di  un tabù
Alla luce delle prove empiriche  la stabilità della società tribale è  mantenuta dalla rigorosa osservanza  di un insieme di leggi  che assicurano la conservazione dell’ambiente sociale e fisico .
L’inosservanza di tali leggi  porta  alla destabilizzazione  di cui la malattia è l’espressione più manifesta  ( fine)     

3 commenti:

  1. Ho letto e riletto tutti gli scritti sul “tabù…” e, non posso fare a meno di dare ragione allo scrittore(molto bravo e competente) ma, nello stesso tempo, avere dei dubbi. Credo che la soluzione non sia così facile e univoca, cioè ritornare all'adattamento naturale di un essere vivente.
    Noi umani abbiamo sete di sapere, conoscere, viaggiare, scoprire..Indubbiamente nella nostra natura c’è il bene e il male e, io penso, che non tutto ciò che riguarda la conoscenza sia da buttare, dipende dall’uso che se ne fa.
    La medicina è una branca del sapere umano, la scoperta del funzionamento del nostro corpo, e poiché il sapere e le scoperte sono messe a disposizione di tutti, ognuno di noi utilizza tale sapere secondo la propria indole (buona o cattiva).
    Non possiamo d’altronde fermare il progresso o “evoluzione guidata”, fin dai primordi abbiamo modificato l’ambiente ai nostri fini e continuiamo a farlo, e con l’ambiente, modifichiamo anche il nostro modo di vivere e di nutrirci. Nel nostro cammino verso “non si sa cosa!” facciamo degli errori, a volte possiamo porvi rimedio a volte no.
    Io spero che l’umanità abbia la capacità di evolversi in maniera positiva e che non sia essa stessa la causa della propria estinsione.

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    1. "Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo senza gente.
      Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti ma per seguir vitute e conoscenza"
      Dante Inferno: canto XVI
      Questa frase Ulisse la rivolge ai suoi compagni con i quali s'ibarca in quella che Dante definisce il "folle volo"( ..e volta nostra poppa nel mattin de remi facemmo ali al folle volo").
      Un vero capolavoro di eloquenza retorica ,tutta tesa a sminuire il senso del pericolo agli occhi dei suoi rematori , per convincerli ad avventurarsi verso l'ignoto .
      Di fatto le vere " Colonne d'Ercole" sono oltrepassate nel XVII secolo con la nascita della "nuova scienza" con Galilei, Bacone ed altri dove la conoscenza non proviene dall'osservanza della natura e nel rispetto delle sue leggi , ma nel sottoporla , come farebbe un meticoloso giudice , ad un severo interrogatorio per carpirnrne i segreti e da cui trarre poi "leggi di natura"
      Perciò la nostra cultura è tutta pregna di positivismo e relativismo e diviene oltremodo difficile possedere un "pensiero" alternativo che ci faccia riflettere sulla nostra natura e l'umiltà della nostra condizione.

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