martedì 14 febbraio 2012

Rurale e Globalizzazione: antitesi e/o complementarietà?


                                                                            di Daniela Torcetta 

                                                                       
ll Rurale, come processo di sviluppo discontinuo e con riferimento alla sostenibilità nel mondo agricolo, è una continua ri-scoperta, in quanto “in divenire” attraverso uno sviluppo innovativo e diversificato delle attività agricole che mira a rafforzare il tessuto economico e sociale dei territori rurali. Implementando un’agricoltura economicamente redditizia e diversificata si svilupperanno attività complementari quali agriturismo, fattorie didattiche, attività ricreative e servizi vari.

Di fronte alla molteplici sfide, quali i cambiamenti climatici, la gestione responsabile delle risorse idriche e la diversificazione come volano di una nuova economia, occorre “ri-pensare il Rurale”. Nel contesto della società post-moderna e globalizzata, le nuove riflessioni puntano non più sui modelli di sviluppo basati solo sulla crescita economica ma ci si orienta sulla ricerca di una nuova “qualità della vita” con modelli innovativi, finalizzati a ri-appropriarsi del Territorio facendo leva sulla riproduzione sociale ed economica.
Le comunità rurali hanno acquisito, oggi, una nuova fisionomia attraverso alcune dinamiche di cambiamento e di innovazione che tengono conto del modello europeo dell’Agricoltura basato sull’ orientamento al mercato globale, sulla multifunzionalità, sulla sicurezza alimentare, sulla sostenibilità dello sviluppo inteso come uso ponderato ed “intelligente” delle risorse naturali disponibili, al fine di preservare l’ambiente per le future generazioni.
Le dinamiche in atto nelle aree rurali implicano, per la risoluzione dei problemi evidenziati, un approccio di tipo “bottom -up” ed un target nuovo, che non sia limitato al settore agricolo ma esteso all’intera economia locale e globale delle comunità rurali e non.
Motivazioni economiche, sociologiche e culturali hanno contribuito a questa consapevolezza, dalla riscoperta della Ruralità di contro alla Globalizzazione all’esigenza di stili di vita più naturali, alla valorizzazione dei prodotti tipici, alla salvaguardia del patrimonio culturale e folkloristico delle aree rurali.
Ci si chiede se tra Rurale e Globalizzazione ci sia un rapporto di antitesi e/o di complementarietà.
In primis, sia il Rurale che la Globalizzazione tendono ad una governance e ad un’economia di carattere globale e locale, in quanto gli attori del territorio sono gli stakeholders, i policy makers e la comunità.
Il concetto di governance esprime l’idea secondo cui il ruolo delle istituzioni politiche e dei poteri pubblici non è più sufficiente, nello scenario contemporaneo, a garantire modalità adeguate di sviluppo locale. Quindi, si rende necessario, per coadiuvare il potere pubblico locale, un coinvolgimento globale di attori vari ed una progettualità capace di renderne sinergiche le iniziative, attraverso una strategia di sviluppo condivisa ed un’interazione ed una cooperazione pubblico/privato.
Anche il concetto di crescita economica va inserito nello sviluppo globale e locale. In breve, lo sviluppo non è solo economico ma deve essere integrale, cioè mirato alla promozione di “ciascun” uomo e di “tutto” l’uomo. L’ uomo è il soggetto, l’oggetto e il fine dello sviluppo (M. Caselli, 2002).
Il tema dell’eco-sostenibilità, una delle priorità del Rurale, lega il Rurale alla Globalizzazione, in quanto evidenzia come lo sviluppo sia un problema globale e come il benessere del singolo individuo e di ciascuna società sia collegato a quello di tutti gli altri individui e di tutte le altre società.
Di qui la definizione dello sviluppo Rurale come “un complessivo incremento del benessere dei residenti delle aree rurali e, più in generale, nel contributo che le risorse rurali danno al benessere dell’intera popolazione” (Hodge, 1986)
Ne consegue che Sviluppo e Globalizzazione siano processi multisettoriali, non intesi
semplicemente in termini di crescita economica ma con mutamenti profondi sulla vita della
società globale (M. Caselli, 2002).
E’ questo il nuovo concetto di Sviluppo Rurale, sempre più ampio, che implica approcci
multidisciplinari e tenga conto dei mutamenti nel ruolo multifunzionale dell’agricoltura
nell’economia di un paese.
Occorre Ri-pensare, Ri-scoprire, Ri-vitalizzare il mondo Rurale, secondo i tre principi della
qualità dei prodotti, della diversificazione dell’economia e dell'innovazione tecnologica, in
relazione, e non in antitesi, alla globalizzazione come sistema aperto e non chiuso.
La Globalizzazione diventa un input che migliora ed amplifica la capacità dell’uomo di agire
con senso di responsabilità, come sostiene il filosofo Hans Jonas, verso la promozione dello
sviluppo eco-sostenibile del Rurale. La Globalizzazione cessa di essere “pars destruens”, nel
senso di rischio di “omologazione” sia relativamente al modo di vedere e di sentire, sia per
quanto attiene alle scelte e ai comportamenti sociali dell’uomo; di monopolio dei sistemi di
comunicazione; di perdita d’identità; riduzione di libertà di azione delle singole nazioni per
la crescente integrazione dei mercati e per la relativa accresciuta competitività che rischia di
soffocare l’uomo e l’ambiente.
Gli stessi rischi connessi al processo di “globalizzazione”, se considerati come opportunità,
possono generare una “seconda modernità”, fondata sui valori di uguaglianza, libertà,
conoscenza e capacità d’informazione.
Occorre accettare la sfida della globalizzazione con l’educazione all’intercultura ed alla
trasmissione di know how, con l’apertura degli orizzonti e con lo scambio planetario dei flussi
di informazione e di comunicazione, con la mobilità umana da un continente all’altro, con la riscoperta
del Rurale, come “spazio ricreativo e riproduttivo” e come “contenitore di cultura”
ricco del suo patrimonio di risorse materiali ed immateriali, che incontra ed innova il Globale,
in quanto leva per lo sviluppo sostenibile per una nuova qualità della vita.
La globalizzazione nell’odierna “società dell’informazione”, basata non tanto sulla
produzione materiale ma su quella immateriale, diventa “pars costruens” come utopia, come
stimolo al progresso. Diventa una sfida personale all’uomo che deve imparare a cogliere le
opportunità di sviluppo che la globalizzazione stessa offre e che non sono state ancora
afferrate.
Non c’è antitesi tra Rurale e Globalizzazione, l’ Uno interseca l’Altra (trasversalità); l’Uno
completa l’Altra (complementarietà); l’Uno guarda nella direzione dell’Altra (sinergia) per
tendere ad un’unica finalità, lo sviluppo locale del territorio che è anche sviluppo globale,
quando non considerato solo come entità fisica ma nel coinvolgimento dell’intera comunità ed
in relazione al futuro.

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