Giuseppe Bivona
Per Alice ora l’esagerazione stava per sconfinare nella provocazione. “ Ma come si possono mangiare i fagiolini ,le melanzane, i broccoletti e tanta buona verdura senza “passare” attrverso la cottura? Le stesse proteine “nobili” della carne e del pesce necessitano di un minimo di cottura!” disse Alice con tono quasi stizzito. Il Gufo capi che l’argomento sarebbe stato di non facile “digeribilità”,non altro per una gabbia culturale cosi saldamente intrecciata e consolidata da tantissimo tempo che imprigiona i nostri modelli alimentari, il nostro gusto , il nostro stile di vita, la nostra economia . Perciò decise di aggirare l’ostacolo ,percorrendo un ragionamento diremmo “filogenetico” .
“Vedi “ disse calmo il Gufo,” “ la nostra condizione di umani , comune per molti tratti a quella dei primati, ha una precisa collocazione nella scala evolutiva ,perciò faresti bene ad immaginarti lo scenario ,temporale ed ambientale, di centinai di migliaia di anni fa. Qui i primati occupano una nicchia ecologica in relazione della loro coevoluzione con il mondo vegetale. Ora converrai che chiunque costruisca una macchina non può fare a meno di tenere in debita considerazione il carburante che dovrà usare! Cosi se la macchina consumerà benzina ,sarà dotata di carburatore e candele , se consuma diesel avrà gli iniettori! “
Ma la macchina umana” disse Alice, interrompendo il Gufo, ”è essenzialmente da onnivoro con ampia facoltà di disporre e scegliere tantissimi alimenti, sia nel mondo vegetale che in quello animale”
“No “rispose il gufo ,” tu devi scrollarti di dosso la presunzione antropocentrica che gli alimenti siano stati creati per soddisfare le nostre necessità, ( vorrei vedere la tua faccia se ti capita di leggere Giordano Bruno il quale attribuisce pari “dignità”, al più “insignificante “ insetto, quanto alla più “luminosa” delle stelle). Sappi che il mondo animale segue cronologicamente, quello vegetale e la sua giustificazione, nel bilancio dell’economia della natura, è solo e solamente per meglio soddisfare le esigenze delle piante!”
Alice, questa volta stava per scoppiare a ridere: “ Ma come ,le piante si servono di “noi”? Siamo ridotti a “comparsa”? Vuoi dire che siamo un “mezzo” per meglio soddisfare le loro esigenze nutritive e/o un loro strumento evolutivo ?!”
Certo disse il Gufo ,in particolar modo da quando compaiono le angiosperme( le gimnosperme non “alimentano” gli animali , non hanno alcun rapporto , sono impollinate dal vento e la diffusione dei semi è affidata alle meteore atmosferiche . Sono le gimnosperme che intrecciano una stretta coevoluzione con il mondo animale a cominciare dalle api e finire con le “perfide” orchidee!
Ora, devi sapere che i primati in origine, occupano una precisa nicchia , strettamente connessa con gli evoluti fruttiferi del mondo vegetale. Come dire che i primati occupano la vetta nella scala evolutiva del mondo animale e i fruttiferi ( in particolare gli agrumi ) l’apice ne mondo vegetale.
La qualcosa avrebbe potuto durare per un periodo di tempo illimitato, senza alcun turbamento, se un ramo dei primati , delle scimmie antropomorfe , non si fossero evolute in “homo” fino al “sapiens sapiens”. Con la sua evoluzione, l’uomo si sposta, abbandona la foresta dispensatrice di frutta, verdura ,radice , migra verso nuove terre , passa per la savana , la macchia mediterranea, fino all’inospitale artico”
“Questo” disse Alice dimostra la grande capacità plastica del “motore” umano che le ha consentito di colonizzare ogni angolo della terra!”
Si , disse il Gufo, “ Ma un prezzo lo dobbiamo pagare! La vita media degli eschimesi , i quali si nutrono di pesci, non supera i trent’anni e cosi vale per tutte le popolazioni che hanno modelli e stili alimentari “ distanti” dal disegno originario. Ma torniamo alla cottura:
Intorno agli anni settanta una ricerca più accurata sugli alimenti “scopre “ i food-enzyme ossia la connaturale e funzionale presenza di enzimi negli alimenti vegetali. Ti faccio un esempio : per digerire i grassi il tuo pancreas produce la lipasi ,che serve a scindere i trigliceridi in, glicerina e acidi grassi, ebbene nella drupa di oliva la lipasi è sufficientemente presente ,cosi vale per l’amido e se vuoi per le proteine. La produzione di questi enzimi , che servono a scindere le sostanze complesse in molecole elementari al fine di consentirne l’assimilazione, ha un “costo” non indifferente per il nostro organismo. Cosi se gli alimenti crudi contengono una discreta quantità di enzimi ,alleviano non poco il nostro organismo ,da uno sforzo impegnativo per la loro produzione . Con la cottura dei cibi , gli enzimi si distruggono e la digestione è affidata completamente alla produzione di enzimi delle nostre ghiandole endocrine!”
Alice ora aveva le idee più chiare ma su un paio di cose aveva ancora dei dubbi.
“Senti” ma la degradazione degli enzimi a che temperatura avviene? Non c’è modo, allora, di mangiare fagiolini, melanzane e broccoletti?”
“No” disse il Gufo sono le alte temperature per tempi lunghi che causano la perdita di tutta la carica enzimatica presente negli alimenti naturali. Cotture lenti e/o brevi , come quelle a vapore, preservano buona parte degli enzimi originari.
Infine voglio dirti che gli alimenti crudi sono “vivi” e…non ridere, questa loro vitalità è stata misurata !
Ebbene Andrè Simoneton ,un ingegnere , costruì un apparecchio che misurava le onde vibrazionali vitali, e sai cosa risulto?
Che gli alimenti crudi davano valori intorno a 10.000Angstrom mentre quelli crudi poco più di 3000 Angstrom!
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