lunedì 18 novembre 2013

Le malattie dello spirito



Giuseppe Bivona

Questo cosmo che, di fronte a noi,è il medesimo per tutti  non lo fece nessuno degli dei  ne degli uomini , ma fu sempre ,ed è e sarà fuoco sempre vivente che divampa secondo misure e si spegne secondo misure.Eraclito 

Per  Costantin Noica, filosofo rumeno, in questo “ villaggio globale” gli uomini più che aumentare la comunicazione tra di loro si rapportano con gli strumenti della comunicazione ossia con la radio, la televisione, internet,con una tale velocità che al posto di gettare ponti, strappa loro  impietosamente le radici.

Accade cosi , che senza apparente motivo, affiorano sempre più ,oltre alle malattie fisiche e psichiche, nuove malattie che Noica, definisce dello “spirito”. Nessuna nevrosi può spiegare il sentimento di esilio sulla terra, l’alienazione, la noia metafisica, il sentimento del vuoto e dell’assurdo, l’ipertrofia dell’io e il rifiuto di tutto, la contestazione senza oggetto, cosi come nessuna psicosi può spiegare il “furor” economico e politico, o il demonismo tecnico. La precarietà dell’essere colpisce tutti e particolarmente i letterati ,i sapienti,gli scienziati.
Ma quali le cause di questa malattia?
Il primo ad ammalarsi  fu il cielo . Gli antichi credevano  nelle “ stelle fisse” ,  nella incorruttibilità  degli astri e delle sfere celesti , cosi come nell’incorruttibilità  divina. Ma  il cannocchiale di Galileo  venne a   mostrare  le imperfezione della luna  che i suoi contemporanei non volevano vedere. La luna non è più il sogno degli innamorati   a cui si chiedeva la testimonianza di un eterno amore . No , è un semplice astro  condannato a volteggiare all’ infinito intorno alla Terra .
Si  ammalò anche la luce.  Goethe  credeva ancora  nella sua perfezione e perciò  protestava  contro Newton che la considerava una mescolanza di l sette colori  e quindi impura . Poi la luce venne  misurata  nella sua trasmissione di velocità  e si scopri  che è fessurata internamente  essendo insieme  corpuscolo e onda . Quante malattie in un semplice raggio di luce!
  Ma anche il tempo si ammalò  Non più il tempo  assoluto  omogeneo  uniforme con il suo ritmo implacabile si è rivelato  meno maestoso, nel momento  in cui è diventato un semplice evento locale.
Lo stesso spazio ,un tempo solidale col tempo  è spesso malato  , non più luogo vissuto e da vivere  ma ridotto a semplice coesistenza di cose  con tutte le banalità che ne tracciano i limiti e i confini. 
La stessa vita è ammalata, con le sue approssimazioni  e le incertezze  segnalate dalla biologia  contemporanea, per la quale la vita è una semplice tumefazione della materia , un caso trasformato in necessità.
Malato è anche il logos spezzato  in  lingue regionali  frammentato e disperso  quando dovrebbe  esprimere l’unità della ragione.
Ma se tutte le entità sono malate  e se  la cultura  viene a mostrare le loro malattie  come costituzionali , con  che occhi possiamo alzare ancora lo sguardo al cielo?
 Eppure un tempo le cose non erano cosi!
Quando l’uomo era pensato  come parte del Tutto erano il cielo el il movimento delle stelle a raccontare la loro storia .
 Da questa visione cosmica  non poteva nascere  alcun progetto  in ordine  alla dominazione  del mondo  perche come il cosmo  non era una creazione di un dio , ne opera dell’uomo ma in se perenne, custodito nelle sue misure , era per sé . Pensato come ordine necessario , l’uomo come semplice parte doveva assimilarsi Cosi nel riconoscersi e nell’accettazione del proprio essere parte  l’uomo trovava la sua collocazione  e il senso della sua esistenza  che essenzialmente consisteva nell’adeguarsi  all’ordine del Tutto.
Cosi  gli uomini da che mondo è mondo hanno cercato la loro rassicurazione nel cielo che appariva più stabile della terra inquieta .Chiamarono le luci  che compaiono  nel cielo “stelle fisse” e la loro disposizione “firmamento “ dove è traccia “ di ciò che sta fermo” e non muta come gli eventi della terra .Chiamarono  inoltre le disposizioni del cielo “destino”  che significa “ciò che ci sta”
E nell’immodificabilità del suo “stare”  , rispetto alla mutevolezza  delle vicende umane , intravidero  quella rassicurazione  a cui cercarono di dare  parola  nella forma della” predizione”   


1 commento:

  1. "Il sapere e' la nostra forza" e...sapere che la luna e' "solo"un satellite di roccia che gira attorno alla terra non toglie poesia e stupore nel guardarla. Sapere che l'universo non e' immobile ma in un continuo divenire non toglie senso alla nostra esistenza. La nostra natura ci porta sempre a scoprire, sapere, conoscere...ci porta in avanti...sempre...qualunquesia il destino che ci aspetta! Restare nell'ignoranza e nella superstizione non ci da piu' certezze ma solo piu'illusioni!

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