lunedì 12 novembre 2012

San Francesco : il santo meno amato dagli italiani



Giuseppe Bivona

 Tutti nella vita hanno uguale quantità di ghiaccio. I ricchi d’estate i poveri d’inverno”
Bat Masterson


Quei cattolici osservanti non si chiedevano se il lusso delle chiese non insultasse la miseria dei poveri”
 Margherite Yourcenar ( Archivi del nord)


Nonna Nina non aveva alcun dubbio , se c’era un santo  a cui rivolgersi  per chiedere una grazia, questo era di certo Sant’Antonio: al suo attivo il padovano   annoverava ben tredici miracoli!
Eppure se c’era un eletto “ specifico”  dei poveri e per i poveri questi era senza discussione ,San Francesco il “più santo degli italiani, il più italiano dei santi”
Ora, a parte che un santo si qualifica essenzialmente per i miracoli compiuti e san Francesco , se si esclude la discutibile favo letta del lupo di Gubbio, non è che si fosse prodigato più di tanto per farsi notare  con insoliti prodigi. .Ma quello che lasciava perplessi i poveracci, era la storia  di un ragazzotto, figlio di papà che, annoiatosi della vita agiata ,  si “spoglia”  di tutte le sue ricchezze e……predicava la povertà come “valore”!? I poveri  hanno alle spalle  oltre che la miseria anche l’ingiustizia alla quale ribellarsi costava quasi sempre la vita , ma fondamentalmente sono ignoranti!.
Ora il dilemma e cornuto : o san Francesco con il suo “pusillo” spargeva sale sulle ferite o i poveri non avevano capito niente del messaggio francescano.
Proviamo a comprenderci qualcosa.
Negli anni , più o meno , in cui visse Francesco , prese avvio una sorta di “rivoluzione occidentale” che pose le basi del mondo moderno . un geniale rovesciamento  dei rapporti  tra produzione e consumo. Un vero ribaltamento  sulla base della quale non fu più il consumo a regolare  i ritmi della produzione , come si era sempre verificato  e avrebbe continuato a verificarsi in qualunque altra parte del mondo , bensì, questa a dover seguire  il trend in definitivamente ascendente di quello  di una travolgente corsa verso l’altrettanto indefinita crescita  del profitto.
Questa rivoluzione accompagnata con la riscoperta  di valori nuovi , consente la nascita di un individualismo ,sempre più assoluto  assieme al primato dell’economia , sorretta dalle scoperte e invenzioni,  che le stanno dietro.
Tutto ciò indusse ,e per certi versi obbligò il mondo occidentale a farsi “padrone”  della terra  compresi i popoli che l’abitavano , istaurando l’economia-mondo e con esso lo scambio ineguale .
In questo contesto il povero di Assisi  fu un santo radicalmente “antimoderno” . La povertà francescana , o meglio la paupertas è in perfetta linea con il discorso  della Beatitudine  di Gesù , anzi Francesco va oltre  il puro e semplice rifiuto della ricchezza materiale , spingendosi  verso la  totale e radicale rinuncia  verso qualunque tipo  di “volontà di potenza” individuale  a partire  dalla sapienza e dalla cultura  ,a loro volta  forme fondamentali  di ricchezza e potere.
Il modello  e l’esempio di San Francesco  colpiscono al cuore la modernità  col suo culto sfrenato e unidirezionale  di qualunque forma di individualismo .  Per capire Francesco  dobbiamo sostituire alla nozione di “bene” ,che domina il pensare comune con  un nuovo paradigma retto dal “giusto”.
Ora,  la povertà è la sola condizione per vivere con “giustizia “in questo mondo , la ricchezza è una anomalia, una ipertrofia , la dismisura , l’arroganza che le leggi di natura  non  consentono a nessuna entità. Esiste , vero , l’abbondanza  cosi come la scarsità , ma sono condizioni transitorie  e meno che mai codificati.
Non si può essere “ricchi in mezzo ai poveri , ne restare sempre “poveri” in mezzo ai ricchi       
Perciò  Francesco  resta per gli italiani il più  disatteso,  il più tradito, il più incompreso  dei santi!
Disatteso: il suo rapporto con gli enti di natura supera  e abbandona la concezione giudaica-cristiana : l’uomo è parte del tutto , gli esseri viventi hanno pari “dignità “  la correlazione  tra gli esseri viventi è piena e totale.
Tradito , proprio da chi  ogni anno il 4 ottobre   monta un  solenne ricorrente scenario ,   trasformatosi, ormai , in una oscena  e blasfema parodia
Incompreso  , dai poveri , i quali, “poveracci”, si illudono di combattere la loro povertà con la “ricchezza”  

2 commenti:

  1. L'articolo è molto interessante e in linea di massima sono d'accordo,però credo ci siano molte persone che pensano che la società debba essere più giusta e la ricchezza della terra debba essere distribuita più equamente fra gli esseri viventi, compresi gli animali che la abitano.
    Credo che la vita sia cambiata molto dai tempi di San Francesco a oggi, in meglio...è un pò più giusta... almeno per i paesi occidentali, e questo grazie al fatto che la nostra cultura è impregnata anche dal Cristianesimo.
    Gesù si è battuto contro l'ingiustizia, la miseria, la malattia, l'ipocrisia...e...ho letto nel libro di Augias...non santificava più di tanto i poveri...perchè la miseria, così come l'avidità, il più delle volte rende cattive le persone!
    Sono d'accordo sul fatto che la ricchezza sia un'anomalia, ma lo è anche la miseria! La povertà forse è un'altra cosa...si può essere poveri ma avere il necessario per vivere dignitosamente!

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    1. " Alcune tribù cosi dette "selvaggi" dell'Amazzonia ,prima di abbattere un albero o uccidere un animale per necessità di sopravvivenza , pregano e organizzano dei rituali per mitigare la collera degli "spiriti"della foresta.
      Ordina la Bibbia ,impietosamente antropocentrica, nella Genesi:" Siate fecondi e moltiplicatevi , siate numerosi sulla terra e dominatela... avranno timore e spavento tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo . Essi sono dati in potere vostro con tutto cio che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare"

      Chissà se le " radici" della nostro scellerato comportamento nei confronti della natura e degli enti , abbia origine da questi pochi versetti "blasfemi"!?
      G.B.

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