Peppino Bivona
Turiddu, il sacrestano della chiesa del Soccorso, pedalava a fatica, affannato,ansimante lungo la ripida strada che saliva dritta verso la chiesa, scarsamente illuminata da radi lampioni gialli. La luna era quasi piena e sembrava toccare la cima del campanile.
Ormai erano trascorsi tanti anni da quando ragazzino affetto da polio, sua madre l’aveva affidato alla benevolenza di don Saverio il prete della parrocchia, assegnandone i compiti di sacrestano.
Turi, in verità anche se non molto sveglio, svolgeva con dedizione i compiti assegnati e tutto sommato don Saverio non ebbe mai motivo di lamentarsene.
Tuttavia il nostro Turi da un po' di tempo sembrava mostrare segni di insofferenza verso i fedeli della parrocchia. Aveva un atteggiamento quasi scontroso,rispondeva a tono. Orbene dovete sapere che la prima nicchia appena si entra nella chiesa a destra, quasi opposta al fonte battesimale,era stata collocata la statua della bella e giovane Madonna Azzurra ,dal volto atteggiato ad un mesto sorriso e dagli occhi, ovviamente azzurri, da cui sgorgavano una dolcezza, una pietà che le parole umane non sarebbero mai riuscite a rendere appieno; persino il manto celeste, che scendeva in larghi panneggi le donava una grazia divina. Eppure a giudizio di Turi , la gente non si curava della vergine,in verità neanche il parroco testimoniava particolare attenzione. Questa indifferenza generalizzata aveva acuito in Turi la sensazione di una palese “ingiustizia” quasi un sopruso da parte degli altri santi! Perché si chiedeva Turi ,la Madonna dell’0ro era oggetto di una venerazione,di grande devozione, esaltata quasi fanatica; come se solo Lei fosse in grado di aiutare le anime in pena, di consolare gli afflitti, di operare miracoli!Cosi come se non bastasse il 12 di settembre di ogni anno per la festa della Madonna dell’Oro si riversavano in piazza migliaia di fedeli! Che cosa cercavano quelle folli di pellegrini? I più ci andavano a implorare un miracolo( che non succedeva mai o quasi mai).Forse attratti dal luccichio di tutto quell’oro che ammantava la Madonna!
Invece 8 maggio la festa della Madonna Azzurra, i vecchi restavano a casa davanti la televisione o sedevano al bar a giocare a carte e i giovani a bere birra o in discoteca. La piazza restava vuota e muta.
Turiddu da troppe notti dormiva poco e male,ma in una di queste l’immagine della Madonna Azzurra gli era apparsa in sogno; aveva il volto rigato di lacrime e lo guardava dolcemente, muta come a volergli comunicare qualcosa. Il poveretto di quello sguardo pietoso diede una sua personale chiave di lettura!
Avevamo lasciato Turiddu che pedalava la sua bicicletta e finalmente raggiunge stremato il portone della Chiesa ,lascia fuori le bicicletta, non prima di sganciare dal manubrio la grossa e pesante sporta di vimini .Il grosso portone cigolò due volte aprendosi e richiudendosi dietro di lui. Si diresse deciso verso la statua della vergine dove erano rimasti accesi due lumini rossi. Turiddu si fermava in ascolto, tratteneva il respiro, inquieto, allarmato, con il cuore in tumulto. Appoggiò la borsa sul gradino della lapide ai piedi della balaustra di marmo rosa,badando che il contenuto non si rovesciasse per terra, tolse i vasi con i fiori e versò il contenuto alla base della statua. Le cipolle ricoperte di una pellicola lucente si sparsero, quasi con ordine. Il sagrestano non perse tempo, si mise a tagliarle a più non posso,non importava se venivano fuori pezzi piccoli e pezzi grandi. Il prodigio ( l’effetto) si verificò quasi subito: gli occhi della statua si arrossarono e li coprì un velo di lacrime .No, pensava turi, l’apparizione di quella notte in sogno non l’aveva ingannato!Usava il coltellaccio calandolo sulle cipolle con fendenti rapidi e precisi dall’alto in basso. A Turiddu il cuore gli batteva sempre più forte, all’unisono con i movimenti delle braccia:finché udi distintamente un leggero sospiro, quasi un singhiozzo: levò gli occhi al cielo e sul volto della madonna ora scendeva una grossa lacrima,rotolò dolcemente lungo la guancia, simile ad una perla:rimase un istante in bilico sull’orlo del mento, poi riprese a rotolare seguendone la curva interna sul collo, sul petto lungo una piega del mantello. Turiddu era riuscito nel suo intento,coprì con un grosso panno scuro e si precipitò a suonare le campane a stormo e a spalancare le porte della chiesa al sole che si levava radioso. Da ogni parte la gente occorreva, prima i paesani ,poi quelli che venivano da lontano. Si assiepavano in chiesa pressati come sardine per vedere la statua miracolosa della Vergine Azzurra. Mentre fuori si allungava la fila interminabile di fedeli.
Ora però le lacrime della Madonna “miracolosamente” divennero vere la poverina di fronte a quello spettacolo Pianse!
Pianse per quelli che si buttavano in ginocchio, chi bocconi .Gridavano ,Piangevano. Alcuni esaltati quasi venivano alle mani. Molti si sentivano male ,altri svenivano
La Madonna pianse lacrime amare vedendo in lontananza un serpente di auto e di pullman che si snodavano dalla strada verso la sua Chiesa.
La madonna pianse per i tanti mercanti che industriavano: self-service,bazar,bancarelle traboccanti di souvenir, oggetti dell’artigianato,cartoline, piccole statuine della Madonna.
Pianse per quella distesa di cantieri edili gru che ruotavano nel cielo per costruire alberghi ed ospedali
Pianse per tutti quegli infelici che cercavano una speranza, gli oppressi la libertà, i ciechi la vista gli storpi e gli sciancati , di raddrizzarsi.
Ma cosa avevano capito questi poveretti? Cosa aveva capito nel sogno Tiriddu?
Ora ai piedi della statua ardevano una distesa di ceri,salivano verso il suo viso sottili fili di fumo nerastro acre, tanto da provocare nuove lacrime.
Maria pianse a lungo, nella solitudine della notte, immersa in un mistero a Lei altrettanto oscuro!
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