sabato 6 aprile 2024

Dal mondo greco al mondo giudaico-cristiano


 

Peppino Bivona

 

Il mio amico e collega Felice Crescenti, da qualche anno alla direzione del Parco Archeologico di Selinunte,la scorsa estate in occasione degli eventi selinuntini, ebbe la felice idea di invitare due famosi filosofi e studiosi del mondo greco classico. Così nell’ora  del tramonto,mentre gli ultimi raggi di sole incidevano le calcarenitiche  colonne  doriche del tempio “E” nella collina orientale, regalandoci indescrivibili emozioni, due maitre à penser  Umberto Galimberti e Massimo Cacciari ci introducevano nel vasto mondo greco classico. 

Cacciari affronta il tema articolato e complesso del rapporto tra la filosofia  e la tragedia greca in particolare di  Eschilo,Euripide e Sofocle, con un linguaggio abbastanza comprensibile anche per  un  pubblico non addetto ai lavori. Ma è stata la serata con Galimberti  che ha galvanizzato il vasto uditorio  attraverso una esposizione del suo fervido  pensiero. Perciò cercherò di sintetizzarlo brevemente.

Per Galimberti i greci sono il popolo più intelligente mai apparso sulla terra per la semplice ragione che hanno guardato dritto   in faccia sia la morte che il dolore. La loro visione del tempo è ciclica,mentre la natura resta lo sfondo immutabile che nessun uomo, nessun dio fece che è stata, è ,e sempre sarà. La potenza della “ technè”, donata agli uomini da Prometeo ,è di gran lunga inferiore alla natura o meglio alla necessità ( anankè) .Recita il coro nell’Antigone:” la nave solca il mare, fende le acque, ma la calma trasognata li richiude”Nessuno può violare le leggi della natura, lo stesso sole se osasse uscire dal suo tragitto assegnato, verrebbe riportato al suo posto dalle Erinni. Tutto è governato dal buon senso e dalla giusta misura, chiunque eccede , ha la presunzione di superare il “limite” , diviene tracotante(hybris) e va punito. Per i greci il dolore fa parte della vita, non c’è alcun modo per esorcizzarlo, perciò quando stiamo bene…godiamocela la vita,sempre con moderatezza! Se poi arriva il dolore ,allora bisogna reggerlo e per quanto possibile contenerlo :“abstine” e substine”.L’uomo è destinato a morire, dal regno dei morti non si torna più indietro. Nei due poemi omerici,gli uomini vengono sempre chiamati”mortali”, cosi quando il coro nel “Prometeo incatenato”  gli chiede “ ma forse Tu agli uomini, oltre il fuoco, hai anche promesso vane speranze?” e Prometeo con un filo di voce:” Si ho dato loro vaghe speranze!” Allora il coro senza alcun accenno di pietà. “Ti sta bene restare incatenato e con l’aquila che ti mangia il fegato!”

Tutto doveva armonizzarsi con le leggi della natura. Dice Platone “E tu piccolo uomo sarai nel giusto se ti aggiusterai alla complessa armonia della natura”

Poi come un fulmine a ciel sereno arriva il Cristianesimo, o meglio la versione paolina del vangelo di Cristo. Ora “toto cambia”. Il dolore che per i greci è privo di senso, per i cristiani ha una doppia significativa valenza:pagare il conto  per il peccato originale,ma paradossalmente diviene anche “caparra” per l’aldilà. Ma  il vero colpo di genio del Cristianesimo fu la parola d’ordine: “ non morirete più”. Dirà orgogliosamente San Paolo:”Ho morte ,ora dov’è il tuo pungiglione?”Il successo del Cristianesimo sul mondo pagano è dirompente ed inarrestabile!Con le buone o con le cattive,vengono sfrattate le ninfe dai boschi, i ruscelli non sono più sacri a Diana, il dio Pan non l’ascolta più nessuno: l’incanto per il mondo naturale ,fa posto al suo disincanto!.La natura è creatura di Dio e la consegna all’uomo nominandolo “possessor e dominator mundi”.Il tempo ciclico per i greci, con la rotazione delle stagioni , e i suoi raccolti, diviene lineare,un tempo escatologico,unidirezionale, si riempie di senso e diviene…storia. Ora tutto in occidente diviene cristiano , cosi  il passato è peccato,il presente diviene preghiera, il futuro è salvezza. Anche Marx in fondo è cristiano:il passato schiavitù, il presente lotta di classe,il futuro…sol dell’avvenir. Lo stesso dicasi per Freud o per la scienza in generale. Questo sguardo ottimistico sul futuro,non fu solo il colpo maestro per la religione cattolica, ma si trasmise con maggiore intensità nella nostra civiltà occidentale consentendoci di dominare il resto del mondo. Questo felice connubio, quasi indissolubile,tra civiltà occidentale e cristianesimo fino a quando durerà :ovvero l’occidente sopravvivrà alla fine del cristianesimo oppure il cristianesimo saprà resistere alla fine  dell’occidente?

Tutto prende le mosse dalla illimitata fiducia verso il futuro, sempre positivo, carico di speranza, sorretta dalla Provvidenza, fino alla sua metamorfosi più radicale. La “morte di Dio”come annunciato da Nietzsche apporta qualche variante, vengono introdotte nuove figure quali: l’ideologia  e la scienza. La potenza nefasta dell’ideologia l’abbiamo conosciuta durante il novecento col il fascismo, il nazismo, lo stalinismo. Resta ancora viva e vegeta la nuova religione rappresentata dalla scienza. Ma questa è una storia attuale

 

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