giovedì 4 aprile 2019

Una giornata con Corrado Barberis



di Peppino Bivona

E’ scomparso all’età di novant’anni il prof. Corrado Barberis
Ultimo testimone del mondo rurale.






                          Ho conosciuto Corrado Barberis nei primi anni ottanta, al tempo in cui il Formez di Napoli organizzava corsi di aggiornamento per i tecnici impegnati nell’Assistenza Agricola. Negli ultimi decenni era stato nominato presidente dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale ed aveva curato numerosi “Atlanti” dei prodotti che caratterizzavano le nostre produzioni agroalimentare. Fu in occasione dell’uscita del volume sui formaggi che mi chiese se conoscevo prodotti tipici non descritti nell’”Atlante” e se potevo inviargli una breve descrizione della zona di produzione e del processo produttivo. Ebbi cosi l’occasione di far pervenire al suo Istituto la segnalazione della “Vastedda delBelice” ,prodotta nel nostro areale belicino e la “Giuncata” un tipico formaggio fresco prodotto nell’areale pedemontano della Sila in cui ricadevano i paesi albanesi.
Corrado Barberis venne a Menfi in occasione di una di una edizione di Inycon per un convegno organizzato dalla locale sezione di Assistenza Tecnica. Poiché il suo aereo partiva l’indomani sera(domenica) mi pregò di accompagnarlo a visitare le Cave Di Cusa e i templi della collina orientale. La mattina passai a prenderlo al Baglio san Vincenzo dopo aver fatto colazione con …un cucchiaio di olio extravergine di oliva . La nostra prima tappa fu le “Cave di Cusa”. Barberis restò affascinato da quella sequenza di “tampuri” di calcarenite, lo vidi per un attimo chiudere gli occhi e…immaginare la scena di un cantiere aperto. Poi l’abbandono dei “tamburi” in mezzo alla strada alla tragica notizia dell’arrivo dei cartaginesi che sbarcati mettevano a ferro e fuoco la città di Selinunte. Da lì ci spostammo a Selinunte dove avremmo rivisto le imponenti colonne distendersi come soldati caduti in una battaglia. Aveva portato un cappellino per difendersi dal primo caldo estivo e malgrado i suoi quasi ottant’anni si muoveva come un ragazzo vispo e curioso.
Ormai era ora di pranzo e mi chiese se potevamo pranzare assieme. Imbarazzato risposi che mi aspettava mia mogli e mia madre e che avrei dovuto, quantomeno, avvisarli. Sentii mia moglie che senza pensarci due volte mi disse di invitare Barberis a pranzare   assieme a noi. Corrado accetto di buon grado l’invito.
La sua sorpresa divenne quasi una emozione allorché mia moglie ci fece sapere di aver preparato un piatto tipicamente calabrese  quale: “raschiatelli al ragù di capra”. Corrado  gustò  con  immenso piacere il piatto calabrese,  annaffiandolo con il robusto rosso Moscafratta .Sorridendo  ci raccontò di un simpatico personaggio di un romanzo intitolato “Ragù di capra” che dopo una serie di singolari vicende approda in un paesino della Calabria ionica.Nel chiedere informazioni si trovò a bussare ad una casa dove una famiglia stava per mettersi a Tavola.Con grande naturalezza viene invitato a prendere posto ed onorare la tavola. Quel pranzo era a base di” raschiatelli al ragù di capra”.
“Ebbene” disse soddisfatto Corrado “ il protagonista lasciò il suo lavoro a Milano e si trasferì definitivamente in Calabria!
Potenza dell’accoglienza mediterranea e… della sua arte culinaria”

Il tardo pomeriggio un collega lo accompagnò all’aeroporto per raggiungere Roma.

                  Ritornò ancora una volta a Menfi in occasione della presentazione della istituenda Libera Universita Rurale.

Grazie Corrado

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