Dario Costanzo
Responsabile di Piano G.A.L. I.S.C. MADONIE
Il nostro è proprio un mondo all’incontrario.Nel nostro immaginario collettivo aspiriamo tutti a vivere in un ambiente pulito, sano, bello ma poi lo riempiamo di rifiuti non degradabili, costruiamo sul letto dei torrenti e vorremmo costruire dove ci pare e quanto ci piace, senza sottostare ad alcuna regola urbanistica o di sicurezza.
Amiamo
i nostri figli più della nostra stessa vita, e pensiamo che un bambino in
salute sia un bambino grassoccio; per questo motivo lo nutriamo a dismisura,
dandogli molte più calorie di quelle di cui in effetti ha bisogno.
Li
facciamo giocare seduti alla scrivania con play station e videogiochi,
dotandoli di telefonini sempre più performanti ma poi, un po’ per moda, un po’
perché ce lo dicono i medici, li iscriviamo in palestra per perdere peso.
Naturalmente li accompagniamo in palestra in macchina, salvo poi farli sedere
su biciclette statiche, cioè senza ruote; usciti dalla palestra li
accompagniamo al catechismo in macchina, da Mc Donald’s in macchina e
l’indomani, naturalmente, a scuola in macchina.
Gli
mettiamo nello zaino merendine piene di grassi, zuccheri e conservanti, ma poi
ci preoccupiamo se diventano “sovrappeso”, se non addirittura “obesi” perché
sappiamo (lo abbiamo letto sulle riviste) che l’obesità infantile predispone
all’obesità in età adulta e lo sappiamo (lo abbiamo letto sulle riviste) che
l’obesità in età adulta predispone a malattie cardiocircolatorie,
dismetaboliche, oncologiche … e chi più ne ha più ne metta.
Una
volta raggiunta l’età da marito (come si usava dire una volta), portiamo le
ragazzine dal dietologo e dall’estetista, perché le vogliamo più sane e più
belle, come quelle delle riviste.
Per
assicurare loro un futuro dignitoso, li facciamo studiare sino alla laurea,
preparandoli a fare professioni che non hanno più alcuna possibilità di
affermarsi, almeno in Italia, e poi ci lamentiamo se loro ci lasciano per
andare a vivere all’estero e se non troviamo più un idraulico, un falegname o
un calzolaio.
Compriamo
automobili tedesche, motociclette giapponesi, elettrodomestici olandesi,
computer coreani, abiti cinesi, giocattoli vietnamiti e tortellini emiliani,
salvo poi a lamentarci che in Sicilia non c’è lavoro.
Ci
arrabbiamo se non ci sono più concorsi alla Regione, perché vorremmo per i
nostri figli un posto da impiegato, ben pagato e possibilmente con poche responsabilità.
Naturalmente
ho un po’ esagerato, anche se un fondo di verità esiste in tutto quello che ho
detto.
Se
questa realtà non ci piace, proviamo a cambiarla; proviamo ad immaginare un
nuovo stile di vita, una nuova “dieta”, nel senso etimologico del termine
greco.
Proviamo
a pensare che la crescita economica non può essere infinita, che le risorse del
nostro pianeta sono limitate, che molti dei problemi attuali sono derivati da
una pessima distribuzione delle risorse, sia in campo nazionale che, ancor di
più, in campo internazionale.
Un
gruppo di esaltati, al quale appartengo, pensano che invertendo la rotta si
possa tentare di vivere meglio. Per questo motivo immaginano un modello di
sviluppo non più dirigista, ma condiviso dal basso (i più colti lo chiamano
Approccio Leader o Approccio Bottom – up). Alcuni di questi esaltati lavorano
dentro strutture che prendono nomi strani (G.A.L., G.A.C.).
Questo
nuovo modello di sviluppo pensa che 7.000 anni di storia dell’uomo sulla terra
abbiano qualcosa da insegnarci. Essi pensano che l’equilibrato rapporto
uomo-natura abbia selezionato frutti che magari non saranno tutti tondi, grandi
e colorati, ma certamente ci possono accompagnare lungo tutta la stagione con
una maturazione di tipo scalare, per nutrirci tutto l’anno senza ricorrere a
conservanti chimici. Riscopriamo quindi la biodiversità.
In
merito alla composizione della Dieta alimentare, essi pensano che sia
necessario mettere alla base della piramide alimentare: attività fisica
regolare, poi pane, pasta, riso e altri cereali possibilmente integrali,
frutta, legumi, verdure e grassi derivanti esclusivamente dall’olio d’oliva.
Salendo troviamo, in quantità inferiori, latte e latticini, pesce, carne
bianca, uova, dolci e carne rossa (una volta al mese).
Gli
esaltati di cui sopra pensano che l’utilizzo di questi prodotti e la loro
corretta composizione nella dieta andrebbero estesi alle mense collettive (ad
esempio quelle scolastiche) ed a quelle individuali (ad esempio quelle dei
ristoranti italiani).
La
produzione di tali cibi, utilizzati in sempre maggiore quantità, pensano che
potrebbe portare uno sviluppo dell’agricoltura mediterranea, possibilmente
biologica ed eco-compatibile, con evidenti ripercussioni di ordine sociale ed
economico.
Proviamo insieme, se ci crediamo, a pensare ad un modello di sviluppo basato non più su industrie automobilistiche, raffinerie di petrolio e trivelle, quanto piuttosto su una agricoltura moderna ma sostenibile, multifunzionale legata alla valorizzazione delle nostre identità locali.Se riusciremo in questo intento, vivremo certamente un po’ più felici, sicuramente più sani e probabilmente più belli, nella consapevolezza che la BELLEZZA salverà il mondo.
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