Giuseppe Bivona
Sarà capitato anche a voi, entrando in
un grosso supermercato, nel reparto latticini, imbattervi in metri e metri di
scaffali stracolmi di vasetti di yogurt di tutti i tipi, diversamente colorati,
per i gusti più disparati.
Non molto tempo fa, lo yogurt era un prodotto “semplice” ovvero
un latte che aveva subito una
fermentazione da parte di alcuni bacilli che hanno trasformato lo zucchero del
latte, il lattosio, in acido lattico.
Oggi siamo in ostaggio di nuovi
stregoni alimentari i quali, avvalendosi dei suggerimenti dei maghi del
marketing, vogliono farci credere che lo
yogurt è il nuovo elisir di lunga vita!
Cosi questi furbastri, la cui unica e
sola fede è quella del denaro, si sono “inventati” un tipo di
yogurt che aumenta le difese immunitarie…
C’è poi, un altro tipo di yogurt, che ....vi
spedisce in bagno con la puntualità di un orologio svizzero.
Non mancano
quelli di ultima generazione, che vi lasciano liberi di ingozzarvi di tutte
le schifezze propinate dai fast food con la sicura garanzia che, qualora vi
ricordaste di bere una bottiglietta di pochissimi centilitri, miracolosamente …
il colesterolo vi si abbassa!
Se avete fede e non vi disperate, molto
probabilmente nei prossimi mesi troveremo un yogurt che ci guarirà dalle unghia
incarnite …
Ma se siete tosti o sensibili ai reali richiami delle ragioni
salutistiche dello yogurt, ecco che i
maghi pubblicitari vi attirano su un
terreno in cui difficilmente potete restare indifferenti, ovvero attraverso messaggi ......goderecci-sensuali.
Vale per tutti: “Fate l’amore con il
sapore!” Siete soli senza una donna? Non vi potete permettere una escort? Non
disperate, raggiungete immediatamente il più vicino centro commerciale e
troverete di che soddisfarvi!
Ma come può accadere che le consorterie
multinazionali agroalimentari riescano ad infinocchiare milioni di consumatori?
E la stessa EFSA con sede a Parma
perché non interviene? Perché dobbiamo aspettare anni prima di sapere che i pro
biotici sono solo una presa per i fondelli?
Lasciamo per un attimo questi
interrogativi a cui daremo risposta in un prossimo articolo.
Chiediamo ad Alice, attenta
consumatrice, quale yogurt preferisce la mattina:
“Personalmente
da un paio di anni auto produco il mio yogurt. Ho comprato una yogurtiera al modico prezzo
di circa 15€ che mi permette di produrre 7 vasetti di yogurt con 1 lt. di
latte. Prendo uno yogurt intero bianco da agricoltura biologica, sciolgo parte
del contenuto del vasetto in un litro di latte crudo biologico riscaldato a 40°,
verso nei vasetti e lascio una nottata nella yogurtiera, poi tolgo i vasetti,
lascio raffreddare, li chiudo e metto in frigo. L’ultimo vasetto di yogurt
autoprodotto lo uso per rifare lo yogurt successivo, questo per circa 6 o 7
volte (a meno che qualcuno in casa non si mangi l’ultimo vasetto). Dopo 6 o 7
volte riparto usando uno yogurt bio bianco comprato al supermercato (magari
cambiando marca), per rinnovare la famiglia dei bacilli!
Spesso
nel vasetto aggiungo pezzettini di frutta fresca o un cucchiaino di miele e/o
semi e cereali vari.
Ora, a parte
le ragioni di ovvia convenienza economica, questa scelta ha marcati
riflessi ecologici –ambientali per la semplice ragione che quello prodotto
industrialmente percorre dai 1500 ai 2000 kilometri prima di arrivare nel
nostro frigorifero, costa 5 euro al litro, viene confezionato in vasetti di
plastica monouso e altamente inquinanti, subisce trattamenti di conservazione
che spesso uccidono i batteri da cui è stato prodotto. Lo yogurt autoprodotto,
tramite l’utilizzo di colonie batteriche che facciano fermentare il latte, non
viaggia su gomma, non ha confezioni o imballaggi, è ricco di batteri benefici
per la flora intestinale, costa quanto il latte, non ha conservanti e, cosa non
trascurabile, non rischia di
interrompere la catena del freddo (4°c) e
vi assicuro è….più buono.
Ma dirò di più. Utilizzo latte proveniente da
un vicino allevamento in biologico a poco più di un euro al litro e sono felice
di sostenere con la mia scelta una azienda del territorio per il mantenimento
di una economia locale, per la difesa
del suolo e la salvaguardia di un
paesaggio animato”.
L’esempio dello yogurt ci deve far
riflettere come le nostre scelte alimentari hanno un riflesso politico nel
senso pieno e nobile del termine. Riempire il carrello della spesa è un atto di
straordinaria responsabilità per due fondamentali ragioni:
Condizioniamo in modo decisivo la
nostra salute e quella dei nostri figli. La correlazione cibo-salute secondo
ricerche approfondite è sempre più stretta ed inequivocabile .
Fare la spesa è un atto politico molto
più concreto che mettere una croce su una scheda ogni 4-5 anni. Comprare frutta
e verdura biologica a kilometro zero consente di preservare l’ambiente in cui
viviamo, magari a pochi kilometri da casa nostra. Se sopravvive un contadino
biologico nella nostra zona forse avremo
come conseguenza anche un po’ di aria e di acqua più pulita, un po’più di verde
e …un po’ meno cemento.
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