domenica 20 maggio 2012

“Minni di virgini” : un dolce dalla forma voluttuosa ma dal contenuto sobrio



Giuseppe Bivona

Suor Virginia   era una suora intelligente,  aveva la  consapevolezza   della difficoltà in cui andava incontro, nel creare un dolce  originale, tale  da stupire i convitati della marchesa  ,in occasione del matrimonio del figlio Pietro.
 Ora ,come tutte le donne intelligenti , non ebbe alcuna esitazione   nel cimentarsi  nel difficile antinomia tra  “forma “e ”sostanza” 
Certo in tempi in cui  il Santo Uffizio , per molto meno licenziava al rogo  donne meno perspicaci per  la sola disavventura  di usare erbe medicamentose, le “minni di virgini” ,erano di certo una provocazione bella e buona!
 Nell’ultimo mezzo secolo , la cultura materiale  e con essa l’”arte bianca”   del nostro patrimonio locale artigianale  hanno ceduto “ armi e bagagli”  alla più insolente , tracotante delle industrie agroalimentari : l’invenzione del “Mulino bianco”  ,  delle   “Nutelle”: si,  sempre la stessa quella che da generazioni….
Nel totale silenzio  delle autorità  sanitarie   e degli organi  adibiti  alla vigilanza  alimentare , per quasi dieci lustri   questi cialtroni  hanno  con la massima disinvoltura  trasformato i grassi  insaturi in “margarine”   , a man bassa abusato ,di conservanti,  antiossidanti , esaltatori di sapidità ecc.
Hanno preso per la “gola” adulti e piccini   in un gioco perverso , lasciando che la  pubblicità  la facesse da padrona e giocasse un sinistro  doppio  ruolo, tra   realtà e finzione.
Suor Virginia , non voleva rinunciare alle forme: si , direte che si era ispirata alle colline  “mammelliforme “ che circondano la bella  cittadina di Sambuca, ma il gioco era  sottile ed intrigante!
La pasta  lievitata  al punto giusto ,morbida, vellutata,  liscia come la seta , veniva plasmata  con delicata voluttuosità a forma di mezzaluna , con le varianti a “ coppa di champagne”, a “pera”, ecc.
La forma  aveva  la sua massima espressione di libertà  , foggiarla era come accarezzarla,  un gioco di seduzione  , al limite della tentazione…. La fantasia  è  cosi difficile imbrigliarla !
Ma suor Virginia  deve  spendere  la “sostanza”  ovvero il contenuto  ciò con cui riempirà  quella mezza luna a forma di minna.
Nessuno le impedisce di riempirla delle specialità dolciarie  esageratamente sdolcinate,  tali  da rimanere secchi  stupiti, al primo assaggio ,  una  eccedenza , un sovrabbondanza, senza limite, un crescente di voluttuosità    senza confine, smisurata , quasi tracotante…
 Invece suor Virginia con  molta saggezza   decide di  mitigare le lusinghe delle “forme” ,non si lascia  trascinare  dallo smisurato , esorbitante  , lusinghiero.
 No!
Riconduce  il suo “ripieno”  sul piano della sobrietà ,della castigatezza,della giusta misura , direbbero gli antichi greci. Sa ,che a fronte delle piacevoli sensazioni tattile , bisogna ricondurre  alla moderazione, alla morigeratezza.
La zuccata è per definizione  semplice e frugale  ,la dolcezza  bisogna quasi scoprirla, tirarla fuori , una  sorpresa   che sovviene lentamente ,con la masticazione, in una felice combinazione con la  crema e la pasta dell’involucro esterno .  La crema  di latte è la dolcezza più sobria per definizione .Lo zucchero è il lattosio  , la temperatura  mite , non eccede l’ebollizione ,  poi la cannella , il cioccolato .
Insomma un dolce “ sensitivo”
Ma la modernità con la complicità  della tecnica,  ha scoperto  gli zuccheri “ nudi”   essenziali   pronti ed efficaci   che arrivano prima al cervello come insidiose droghe  , lo disarmano ,  non gli danno il tempo  di riflettere  :  entra come un cavallo di Troia  nei nostri  costumi alimentari ,  accolto con ovazione,  osannato. Diveniamo insaziabili , voraci , ci rapisce ....
Eppure  la gran massa degli organi interni dal fegato al pancreas ai reni  , questi zuccheri “nudi”  imperiosi  e fulminei  sono una  vera e propria…calamità .
Il buon padreterno non aveva congegnato questo nostro “motore” per ricevere un simile “ carburante” . Perciò non sa  cosa farne , cerca di demolirlo ,  allerta  i sistemi di allarme, accende tutte le spie
Eppure, appena varcate la soglia di un supermercato  siete investiti  ambo i lati   da una montagna di confezioni di dolciumi  della peggiore spazzatura. Madri ignare  fanno incetta…” i miei figli ne vanno matti”. Si,matti da legare! Obes, fin da piccoli e con valori analitici del sangue al limite, affrontano il resto degli anni in una perenne precarietà salutare , in un incessante andirivieni  tra l’ambulatorio de medico  di famiglia ,che ormai  ha esaurito il ricettario e la farmacia ovvero  big pharma, che come un pozzo senza fondo divora  i bilanci nazionali.
Non di meno   le buone pasticcerie locali  insistono  con  caparbietà  a sfornare  dolci  a “km zero”,
 senza eccessive raffinazioni , freschi quanto  lo richiedono  la naturale decadenza  dei prodotti , con  materia prima di sicura e facile rintracciabilità  .
Sarebbe  troppo  sognare , in questi giorni  ancora primaverili   osservare lunghe file di scolaresche  intrattenersi al banco delle pasticcerie del paese  e chiedere  all’unisono:” Per favore mi dia   una “minna di virgini “. Poi allontananti dalla pasticceria  aprire lo zaino e buttare  nelle cassette dell’immondizia le confezioni di  brioscine   e dolciumi industriali , alla stregua  come si fa con la comune  peggiore spazzatura     

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