Giuseppe Bivona
Suor Virginia era una suora intelligente, aveva la consapevolezza della difficoltà in cui andava incontro, nel creare un dolce originale, tale da stupire i convitati della marchesa ,in occasione del matrimonio del figlio Pietro.
Ora ,come tutte le donne intelligenti , non ebbe alcuna esitazione nel cimentarsi nel difficile antinomia tra “forma “e ”sostanza”
Certo in tempi in cui il Santo Uffizio , per molto meno licenziava al rogo donne meno perspicaci per la sola disavventura di usare erbe medicamentose, le “minni di virgini” ,erano di certo una provocazione bella e buona!
Nell’ultimo mezzo secolo , la cultura materiale e con essa l’”arte bianca” del nostro patrimonio locale artigianale hanno ceduto “ armi e bagagli” alla più insolente , tracotante delle industrie agroalimentari : l’invenzione del “Mulino bianco” , delle “Nutelle”: si, sempre la stessa quella che da generazioni….
Nel totale silenzio delle autorità sanitarie e degli organi adibiti alla vigilanza alimentare , per quasi dieci lustri questi cialtroni hanno con la massima disinvoltura trasformato i grassi insaturi in “margarine” , a man bassa abusato ,di conservanti, antiossidanti , esaltatori di sapidità ecc.
Hanno preso per la “gola” adulti e piccini in un gioco perverso , lasciando che la pubblicità la facesse da padrona e giocasse un sinistro doppio ruolo, tra realtà e finzione.
Suor Virginia , non voleva rinunciare alle forme: si , direte che si era ispirata alle colline “mammelliforme “ che circondano la bella cittadina di Sambuca, ma il gioco era sottile ed intrigante!
La pasta lievitata al punto giusto ,morbida, vellutata, liscia come la seta , veniva plasmata con delicata voluttuosità a forma di mezzaluna , con le varianti a “ coppa di champagne”, a “pera”, ecc.
La forma aveva la sua massima espressione di libertà , foggiarla era come accarezzarla, un gioco di seduzione , al limite della tentazione…. La fantasia è cosi difficile imbrigliarla !
Ma suor Virginia deve spendere la “sostanza” ovvero il contenuto ciò con cui riempirà quella mezza luna a forma di minna.
Nessuno le impedisce di riempirla delle specialità dolciarie esageratamente sdolcinate, tali da rimanere secchi stupiti, al primo assaggio , una eccedenza , un sovrabbondanza, senza limite, un crescente di voluttuosità senza confine, smisurata , quasi tracotante…
Invece suor Virginia con molta saggezza decide di mitigare le lusinghe delle “forme” ,non si lascia trascinare dallo smisurato , esorbitante , lusinghiero.
No!
Riconduce il suo “ripieno” sul piano della sobrietà ,della castigatezza,della giusta misura , direbbero gli antichi greci. Sa ,che a fronte delle piacevoli sensazioni tattile , bisogna ricondurre alla moderazione, alla morigeratezza.
La zuccata è per definizione semplice e frugale ,la dolcezza bisogna quasi scoprirla, tirarla fuori , una sorpresa che sovviene lentamente ,con la masticazione, in una felice combinazione con la crema e la pasta dell’involucro esterno . La crema di latte è la dolcezza più sobria per definizione .Lo zucchero è il lattosio , la temperatura mite , non eccede l’ebollizione , poi la cannella , il cioccolato .
Insomma un dolce “ sensitivo”
Ma la modernità con la complicità della tecnica, ha scoperto gli zuccheri “ nudi” essenziali pronti ed efficaci che arrivano prima al cervello come insidiose droghe , lo disarmano , non gli danno il tempo di riflettere : entra come un cavallo di Troia nei nostri costumi alimentari , accolto con ovazione, osannato. Diveniamo insaziabili , voraci , ci rapisce ....
Eppure la gran massa degli organi interni dal fegato al pancreas ai reni , questi zuccheri “nudi” imperiosi e fulminei sono una vera e propria…calamità .
Il buon padreterno non aveva congegnato questo nostro “motore” per ricevere un simile “ carburante” . Perciò non sa cosa farne , cerca di demolirlo , allerta i sistemi di allarme, accende tutte le spie
Eppure, appena varcate la soglia di un supermercato siete investiti ambo i lati da una montagna di confezioni di dolciumi della peggiore spazzatura. Madri ignare fanno incetta…” i miei figli ne vanno matti”. Si,matti da legare! Obes, fin da piccoli e con valori analitici del sangue al limite, affrontano il resto degli anni in una perenne precarietà salutare , in un incessante andirivieni tra l’ambulatorio de medico di famiglia ,che ormai ha esaurito il ricettario e la farmacia ovvero big pharma, che come un pozzo senza fondo divora i bilanci nazionali.
Non di meno le buone pasticcerie locali insistono con caparbietà a sfornare dolci a “km zero”,
senza eccessive raffinazioni , freschi quanto lo richiedono la naturale decadenza dei prodotti , con materia prima di sicura e facile rintracciabilità .
Sarebbe troppo sognare , in questi giorni ancora primaverili osservare lunghe file di scolaresche intrattenersi al banco delle pasticcerie del paese e chiedere all’unisono:” Per favore mi dia una “minna di virgini “. Poi allontananti dalla pasticceria aprire lo zaino e buttare nelle cassette dell’immondizia le confezioni di brioscine e dolciumi industriali , alla stregua come si fa con la comune peggiore spazzatura
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