sabato 20 maggio 2023

GeniusLoci tra neoliberismo, futurismo e artefizi

 

                           Al sistema della finanza (banche e multinazionali), il neoliberismo, la storia non piace come pure non piace la cultura, due dei valori e delle risorse, insieme a paesaggio, ambiente e tradizioni che rappresentano il territorio. Piace solo, e molto, l’intelligenza artificiale, quella capace di registrare ogni nostro respiro e di combinare i numeri che servono a contare bene il denaro. Per il sistema anche noi siamo numeri, però difettosi, per il fatto che abbiamo un’anima che emoziona, un cuore che ama e una mente che pensa, ragiona. Difettosi, anche, perché ci piace conoscere, sapere, chiacchierare, raccontare, ridere e sorridere. In pratica ci piace il convivio, la buona tavola, il cibo, che – è bene sottolinearlo – ha qualità, solo se espresso dall’origine, il territorio, e, anche diversità, se racconta le stagioni e, ancor più, la biodiversità.  Parlando di cibo, c’è da dire che l’Italia è, più di ogni altro al mondo, il Paese della biodiversità, tant’è che non c’è centimetro del suo territorio che non è segnato da una delle 838 eccellenze alimentari Dop e Igp, che, da quasi vent’anni ci collocano sul podio più alto, in Europa e nel mondo. Due gli esempi più significativi, quelli che ci coinvolgono di più e da tempo: il vino e l’olio. I due fedeli amici, compagni di viaggio da oltre seimila anni, che, dopo aver segnato di storia, cultura, tradizioni  il Mediterraneo, alla fine del secolo scorso si sono avventurati nella conquista di nuovi territori nel resto del mondo. Tant’è – ci piace sottolineare - che non c’è minuto che passa senza sentire un frantoio che macina e un mosto che fermenta in una cantina aperta in qualche angolo dei cinque continenti.  L’olio del gentile olivo e il vino della nobile vite, delizioso nettare, entrambi simboli, soprattutto della sacralità, e, insieme, testimoni dei valori e delle risorse che il Genius loci, da sempre, abbraccia e rappresenta.

 


Lo Spirito del luogo duramente combattuto dal neoliberismo,, che, con la sua mania di depredare e distruggere, lo ritiene l’ostacolo più difficile da rimuovere sulla strada che porta al suo dio onnipotente, il denaro. Oggi più che mai, per la ragione che su questa strada ci sono investimenti pari a ben 800 miliardi di euro, destinati alla produzione di un cibo coltivato, non dai  coltivatori, ma dall’intelligenza artificiale. In pratica, intelligenza impegnata a trasformare un atto agricolo, qual è il cibo, in un prodotto pensato, lavorato e realizzato da un robot. Oggi il vino, domani l’olio evo e/o il pane, la stessa Dieta mediterranea, quale stile di vita e non solo modo di mangiare. Sta qui la premura e la fretta del sistema, il grande regista, a utilizzare tutte le sue comparse, quelle presenti nelle istituzioni, negli organi di informazione e, perché la notizia non sia fraintesa come opinione, nelle Università e nei centri di ricerca. Ed è così che si fa presto a spargere la voce che il vino è cancerogeno, anche se ne viene bevuta una goccia,  e tutto per colpa della sua percentuale di alcol (raramente oltre il 15%). Nessuna parola sui mali prodotti dalle bevande non alcoliche! E così, non più l’aria e l’acqua inquinate, il suolo maltrattato da un’agricoltura industrializzata e allevamenti super intensivi, che hanno fatto e continuano abuso della chimica e degli antibiotici, ma il vino, l’autore della crescita dei tumori!

 

                   Guarda caso, proprio oggi o, volendo dare più tempo al tempo, nel periodo degli ultimi cinquant’anni quando il consumo procapite, in Italia, di questa bevanda/alimento, che anima il convivio, e ben si sposa con le pietanze della nostra cucina,  è passato dai 114 litri pro-capite del 1974 a sotto i 50 litri dei giorni nostri, cioè più che dimezzato. Un calo netto  del consumo di vino proprio negli anni in cui si registra un aumento del consumo di droga,  un abuso delle sostanze inquinanti sopra citate e  un aumento dei casi di tumori di ogni tipo e ogni specie. È nella natura di un sistema privo di valori, imbroglione per indole, porre in cattiva luce tutto ciò che mette a rischio gli obiettivi già prefissati, che poi si riducono a depredare e distruggere, tutto e solo per accumulare denaro. Che fare? Avere cura e premura del territorio e lottare per salvaguardarlo e tutelarlo, visto che è la grande e sola risorsa che abbiamo. Riappropriarsi della politica, quale arte, per governarlo con progetti e programmi che portano a vivere un domani pieno di nuove speranze. Lottare, prima che sia troppo tardi, il sistema e disarmarlo per tornare a respirare, bere, gustare il nuovo domani.

             Basta – come raccomanda il Genius loci  – un fetta di pane di farina di grano duro, un filo d’olio evo di una o più varietà autoctone, un pomodoro dell’orto più vicino, una spolverata di origano d’annata e un pizzico di sale per avere tutta la forza che serve per mettere in crisi il sistema, anch’esso un mostro da un occhio solo, per giunta accecato dal denaro.

 

 

martedì 16 maggio 2023

ad memoriam sempiternam Martino Maggio

 

Nell’ambito dei  festeggiamenti dedicati alla patrona di Sambuca di Sicilia, Maria Santissima dell’Udienza, il comitato della festa, ha  riproposto l’ evento  annuale dedicato alle   “ Minni di Virgini” prodotto De.Co.del percorso Borghi GeniusLoci De.Co.

              Con l’occasione è stata conferita una pergamena ricordo   "ad memoriam sempiternam"  al Dott. Martino Maggio"  consegnata ai  figli, che hanno molto apprezzato.

Ora in un paese normale,un gesto così nobile, non avrebbe bisogno di nessun commento.

Nè tanto meno, deve arrivare qualcuno di fuori per tessere le doti umane, professionali e politici, di una persona per bene, apprezzata e ampiamente stimata di tutti, anche di taluni avversari politici in buona fede, un pò meno di quelli in malafede  e per questo meschini.

Il Sindaco Martino Maggio è stato per noi,  un amministratore lungimirante e per questo va ricordato, con stima e affetto.   Vi spieghiamo anche perché.

Nel 2011 è stato uno dei primi Sindaci ad avviare un percorso per la valorizzazione del prodotto identitario del Borgo.

Ha approvato in giunta il percorso per la De.Co. e avviato  con l’Audizione Pubblica il percorso, Borghi GeniusLoci De.Co.(il percorso è composto da 12 step)  Troverete una sintesi nella stampa dell’epoca.

https://unirurale.blogspot.com/2011/11/sambuca-di-sicilia-audizione-pubblica.html

Figuratevi che prima dell'avvio del percorso per la De.Co. (2011) voluto dal Dott. Maggio, perfino la stampa specializzata sconosceva il prodotto, tanto da sbagliare foto nel rappresentare il prodotto.

https://www.cronachedigusto.it/archivio-articoli-dal-05042011/la-novita/minni-ri-virgini-denominazione-comunale/

Qualcuno, quelli in malafede e per questo meschini, si chiedono che merito ha avuto?.. ecco spiegato! 

  Il Sindaco Maggio ha avviato il percorso, 11 anni prima che la Regione Siciliana approvasse una legge sulle De.Co. è per questo, solo per questo merita ampiamente di essere ricordato con affetto e stima.

 

     Con buona pace di taluni...

mercoledì 3 maggio 2023

Il percorso europeo della canapa

 

Il percorso europeo della cannabis legale, ovvero 

come valutare la lungimiranza dei legislatori.

Ma anche per la filiera della canapa, gli altri paesi hanno le idee molto, ma molto chiare.

 


Mentre in Italia, tra le proposte legislative  volte a vietare la cannabis, si caratterizzano per aumentare la pena per i reati di lieve entità legati alle droghe,   per stringere ulteriormente le maglie del proibizionismo. Tutt’altra storia nel resto dell’Europa, dove sempre più Paesi stanno scegliendo di abbandonare la via della repressione, considerata antiquata e inefficace, per un approccio più sano che vuole proteggere realmente i suoi cittadini.

 Per chi l'avesse persa e per chi la volesse rivedere la puntata "Il verde è di moda" è online su Raiplay

https://www.facebook.com/watch/?v=1870816076625894&extid=WA-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C&mibextid=2Rb1fB&ref=sharing


 

A fare da apri-fila allo scenario verde in Europa troviamo la Germania, che, nonostante gli ostacoli incontrati, continua a puntare sulla regolamentazione della cannabis, anche se in modalità differenti. Recentemente infatti il Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach e il Ministro Federale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura Cem Özdemir, dopo aver confessato che: “Una legalizzazione completa – come quella prevista inizialmente dal governo – non è fattibile a breve termine per ragioni di diritto europeo”, hanno annunciato un nuovo piano di legalizzazione.

Il disegno di legge, che mira a “combattere il mercato nero e limitare la criminalità legate alle droghe”, prevede: un possesso per gli adulti fino a 25 g di infiorescenze, la coltivazione fino a tre piantine per uso personale e l’apertura di cannabis club senza scopo di lucro e, se presentato formalmente entro fine mese, potrebbe entrare in vigore da quest’anno.

Da quanto dichiarato dal coordinatore nazionale antidroga Jindřich Vobořil, la Repubblica Ceca potrebbe discutere entro fine aprile una proposta di regolamentazione che legalizzi la coltivazione e la distribuzione di cannabis per gli adulti. Benefici sociali ed economici che si intrecciano perfettamente, in quanto, il disegno di legge, che vuole “garantire maggiore protezione ai consumatori”, darebbe vita ad un mercato profittevole da 2 miliardi di corone ceche l’anno derivanti solo dalle imposte. L’intenzione del governo ceco però è d’esportare la propria cannabis verso gli altri Paesi d’Europa che stanno puntando sulla legalizzazione. Un’iniziativa che si tradurrebbe in ulteriori guadagni per le casse dello Stato.

Nel lontano 2001, il Portogallo è stato il primo e unico Paese d’Europa ad aver depenalizzato l’uso di tutti gli stupefacenti per far fronte alle miriadi di morti da eroina che dilagavano nelle strade. Una scelta controcorrente, specialmente all’epoca, che però ha debellato il problema, dimostrando l’inefficacia della guerra alla droga, che invece criminalizza i consumatori e incentiva il consumo incontrollato di droghe. A seguire questa netto cambio di paradigma, lo scorso 20 aprile, in occasione della festa nazionale della cannabis, il partito Iniciativa Liberal ha presentato al Parlamento portoghese un disegno di legge che vuole legalizzare la cannabis in Portogallo, autorizzandone la coltivazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione, acquisto e detenzione per consumo personale.

In Spagna, sia la coltivazione che l’uso personale di cannabis in spazi privati sono comportamenti depenalizzati. Da questa premessa sono nati i Cannabis Social Club, delle Associazioni senza scopo di lucro che vogliono difendere i diritti dei consumatori e garantire un modo e un luogo sicuro per fumare marijuana.

Depenalizzazione che poteva sfociare finalmente in una legalizzazione completa della cannabis, quindi sia per uso ricreativo che terapeutico, grazie a una proposta di legge della Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC) bocciata lo scorso febbraio dal Congresso dei Deputati.

In Olanda  la cannabis non è legale, ma il suo consumo per gli adulti è depenalizzato. Tuttavia, entro fine anno, dovrebbe partire   la prima produzione legale di cannabis autorizzata. Un provvedimento volto a garantire maggiore qualità e sicurezza dei prodotti venduti dai famosi coffee shop che tappezzano il territorio olandese, e, al contempo, risolvere il cosiddetto “backdoor problem”, che riconosce la “legalità” della cannabis solo quando oltrepassa la soglia di questi locali.

Nel dicembre del 2021, Malta è stato il primo Paese d’Europa a legalizzare l’autoproduzione e il consumo di cannabis per scopi ricreativi.  Secondo la legge, gli adulti possono possedere fino a 7 grammi di infiorescenze, coltivare fino a quattro piantine per famiglia e conservare in casa fino a 50 grammi di cannabis essiccata in qualsiasi momento, il tutto senza incorrere in alcuna complicazione legale.

Inoltre, come anticipato con l’introduzione della nuova proposta di legge, i consumatori che non vogliono o non possono coltivare cannabis potranno diventare membri di un’associazione, da cui potersi rifornire legalmente. Dal 28 febbraio scorso infatti l’autorità per la cannabis dell’isola ha aperto ufficialmente le candidature per aprire la propria associazione cannabica, svelando tutti i requisiti necessari e le condizioni da rispettare.

In Svizzera la legalizzazione sperimentale, il cui obiettivo è raccogliere le informazioni necessarie in vista di una futura regolamentazione, è ufficialmente partita a Basilea, consentendo a gruppo di 374 consumatori l’acquisto legale di cannabis da alcune farmacie autorizzate.

Seguita a ruota da Zurigo, dove, entro fine agosto, dovrebbe partire la distribuzione legale di cannabis e infine da Losanna, che ha recentemente annunciato di aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP), diventando così la terza città svizzera a sperimentare la legalizzazione pilota.