mercoledì 3 maggio 2023

Il percorso europeo della canapa

 

Il percorso europeo della cannabis legale, ovvero 

come valutare la lungimiranza dei legislatori.

Ma anche per la filiera della canapa, gli altri paesi hanno le idee molto, ma molto chiare.

 


Mentre in Italia, tra le proposte legislative  volte a vietare la cannabis, si caratterizzano per aumentare la pena per i reati di lieve entità legati alle droghe,   per stringere ulteriormente le maglie del proibizionismo. Tutt’altra storia nel resto dell’Europa, dove sempre più Paesi stanno scegliendo di abbandonare la via della repressione, considerata antiquata e inefficace, per un approccio più sano che vuole proteggere realmente i suoi cittadini.

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A fare da apri-fila allo scenario verde in Europa troviamo la Germania, che, nonostante gli ostacoli incontrati, continua a puntare sulla regolamentazione della cannabis, anche se in modalità differenti. Recentemente infatti il Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach e il Ministro Federale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura Cem Özdemir, dopo aver confessato che: “Una legalizzazione completa – come quella prevista inizialmente dal governo – non è fattibile a breve termine per ragioni di diritto europeo”, hanno annunciato un nuovo piano di legalizzazione.

Il disegno di legge, che mira a “combattere il mercato nero e limitare la criminalità legate alle droghe”, prevede: un possesso per gli adulti fino a 25 g di infiorescenze, la coltivazione fino a tre piantine per uso personale e l’apertura di cannabis club senza scopo di lucro e, se presentato formalmente entro fine mese, potrebbe entrare in vigore da quest’anno.

Da quanto dichiarato dal coordinatore nazionale antidroga Jindřich Vobořil, la Repubblica Ceca potrebbe discutere entro fine aprile una proposta di regolamentazione che legalizzi la coltivazione e la distribuzione di cannabis per gli adulti. Benefici sociali ed economici che si intrecciano perfettamente, in quanto, il disegno di legge, che vuole “garantire maggiore protezione ai consumatori”, darebbe vita ad un mercato profittevole da 2 miliardi di corone ceche l’anno derivanti solo dalle imposte. L’intenzione del governo ceco però è d’esportare la propria cannabis verso gli altri Paesi d’Europa che stanno puntando sulla legalizzazione. Un’iniziativa che si tradurrebbe in ulteriori guadagni per le casse dello Stato.

Nel lontano 2001, il Portogallo è stato il primo e unico Paese d’Europa ad aver depenalizzato l’uso di tutti gli stupefacenti per far fronte alle miriadi di morti da eroina che dilagavano nelle strade. Una scelta controcorrente, specialmente all’epoca, che però ha debellato il problema, dimostrando l’inefficacia della guerra alla droga, che invece criminalizza i consumatori e incentiva il consumo incontrollato di droghe. A seguire questa netto cambio di paradigma, lo scorso 20 aprile, in occasione della festa nazionale della cannabis, il partito Iniciativa Liberal ha presentato al Parlamento portoghese un disegno di legge che vuole legalizzare la cannabis in Portogallo, autorizzandone la coltivazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione, acquisto e detenzione per consumo personale.

In Spagna, sia la coltivazione che l’uso personale di cannabis in spazi privati sono comportamenti depenalizzati. Da questa premessa sono nati i Cannabis Social Club, delle Associazioni senza scopo di lucro che vogliono difendere i diritti dei consumatori e garantire un modo e un luogo sicuro per fumare marijuana.

Depenalizzazione che poteva sfociare finalmente in una legalizzazione completa della cannabis, quindi sia per uso ricreativo che terapeutico, grazie a una proposta di legge della Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC) bocciata lo scorso febbraio dal Congresso dei Deputati.

In Olanda  la cannabis non è legale, ma il suo consumo per gli adulti è depenalizzato. Tuttavia, entro fine anno, dovrebbe partire   la prima produzione legale di cannabis autorizzata. Un provvedimento volto a garantire maggiore qualità e sicurezza dei prodotti venduti dai famosi coffee shop che tappezzano il territorio olandese, e, al contempo, risolvere il cosiddetto “backdoor problem”, che riconosce la “legalità” della cannabis solo quando oltrepassa la soglia di questi locali.

Nel dicembre del 2021, Malta è stato il primo Paese d’Europa a legalizzare l’autoproduzione e il consumo di cannabis per scopi ricreativi.  Secondo la legge, gli adulti possono possedere fino a 7 grammi di infiorescenze, coltivare fino a quattro piantine per famiglia e conservare in casa fino a 50 grammi di cannabis essiccata in qualsiasi momento, il tutto senza incorrere in alcuna complicazione legale.

Inoltre, come anticipato con l’introduzione della nuova proposta di legge, i consumatori che non vogliono o non possono coltivare cannabis potranno diventare membri di un’associazione, da cui potersi rifornire legalmente. Dal 28 febbraio scorso infatti l’autorità per la cannabis dell’isola ha aperto ufficialmente le candidature per aprire la propria associazione cannabica, svelando tutti i requisiti necessari e le condizioni da rispettare.

In Svizzera la legalizzazione sperimentale, il cui obiettivo è raccogliere le informazioni necessarie in vista di una futura regolamentazione, è ufficialmente partita a Basilea, consentendo a gruppo di 374 consumatori l’acquisto legale di cannabis da alcune farmacie autorizzate.

Seguita a ruota da Zurigo, dove, entro fine agosto, dovrebbe partire la distribuzione legale di cannabis e infine da Losanna, che ha recentemente annunciato di aver ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP), diventando così la terza città svizzera a sperimentare la legalizzazione pilota.

 

 

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