Il percorso europeo della cannabis legale, ovvero
come valutare la lungimiranza dei legislatori.
Ma anche per la filiera della canapa, gli altri paesi hanno le idee molto, ma molto chiare.
Mentre in Italia, tra le proposte
legislative volte a vietare la cannabis,
si caratterizzano per aumentare la pena per i reati di lieve entità legati alle
droghe, per stringere ulteriormente le
maglie del proibizionismo. Tutt’altra storia nel resto dell’Europa, dove sempre
più Paesi stanno scegliendo di abbandonare la via della repressione,
considerata antiquata e inefficace, per un approccio più sano che vuole
proteggere realmente i suoi cittadini.
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A fare da apri-fila allo scenario
verde in Europa troviamo la Germania, che, nonostante gli ostacoli incontrati,
continua a puntare sulla regolamentazione della cannabis, anche se in modalità
differenti. Recentemente infatti il Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach
e il Ministro Federale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura Cem Özdemir, dopo
aver confessato che: “Una legalizzazione completa – come quella prevista
inizialmente dal governo – non è fattibile a breve termine per ragioni di
diritto europeo”, hanno annunciato un nuovo piano di legalizzazione.
Il disegno di legge, che mira a
“combattere il mercato nero e limitare la criminalità legate alle droghe”,
prevede: un possesso per gli adulti fino a 25 g di infiorescenze, la
coltivazione fino a tre piantine per uso personale e l’apertura di cannabis
club senza scopo di lucro e, se presentato formalmente entro fine mese,
potrebbe entrare in vigore da quest’anno.
Da quanto dichiarato dal
coordinatore nazionale antidroga Jindřich Vobořil, la Repubblica Ceca potrebbe
discutere entro fine aprile una proposta di regolamentazione che legalizzi la
coltivazione e la distribuzione di cannabis per gli adulti. Benefici sociali ed
economici che si intrecciano perfettamente, in quanto, il disegno di legge, che
vuole “garantire maggiore protezione ai consumatori”, darebbe vita ad un
mercato profittevole da 2 miliardi di corone ceche l’anno derivanti solo dalle
imposte. L’intenzione del governo ceco però è d’esportare la propria cannabis
verso gli altri Paesi d’Europa che stanno puntando sulla legalizzazione.
Un’iniziativa che si tradurrebbe in ulteriori guadagni per le casse dello
Stato.
Nel lontano 2001, il Portogallo è
stato il primo e unico Paese d’Europa ad aver depenalizzato l’uso di tutti gli
stupefacenti per far fronte alle miriadi di morti da eroina che dilagavano
nelle strade. Una scelta controcorrente, specialmente all’epoca, che però ha
debellato il problema, dimostrando l’inefficacia della guerra alla droga, che
invece criminalizza i consumatori e incentiva il consumo incontrollato di
droghe. A seguire questa netto cambio di paradigma, lo scorso 20 aprile, in
occasione della festa nazionale della cannabis, il partito Iniciativa Liberal
ha presentato al Parlamento portoghese un disegno di legge che vuole
legalizzare la cannabis in Portogallo, autorizzandone la coltivazione,
trasformazione, distribuzione, commercializzazione, acquisto e detenzione per
consumo personale.
In Spagna, sia la coltivazione
che l’uso personale di cannabis in spazi privati sono comportamenti depenalizzati.
Da questa premessa sono nati i Cannabis Social Club, delle Associazioni senza
scopo di lucro che vogliono difendere i diritti dei consumatori e garantire un
modo e un luogo sicuro per fumare marijuana.
Depenalizzazione che poteva
sfociare finalmente in una legalizzazione completa della cannabis, quindi sia
per uso ricreativo che terapeutico, grazie a una proposta di legge della
Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC) bocciata lo scorso febbraio dal
Congresso dei Deputati.
In Olanda la cannabis non è legale, ma il suo consumo
per gli adulti è depenalizzato. Tuttavia, entro fine anno, dovrebbe
partire la prima produzione legale di
cannabis autorizzata. Un provvedimento volto a garantire maggiore qualità e
sicurezza dei prodotti venduti dai famosi coffee shop che tappezzano il
territorio olandese, e, al contempo, risolvere il cosiddetto “backdoor
problem”, che riconosce la “legalità” della cannabis solo quando oltrepassa la
soglia di questi locali.
Nel dicembre del 2021, Malta è
stato il primo Paese d’Europa a legalizzare l’autoproduzione e il consumo di
cannabis per scopi ricreativi. Secondo
la legge, gli adulti possono possedere fino a 7 grammi di infiorescenze,
coltivare fino a quattro piantine per famiglia e conservare in casa fino a 50
grammi di cannabis essiccata in qualsiasi momento, il tutto senza incorrere in
alcuna complicazione legale.
Inoltre, come anticipato con
l’introduzione della nuova proposta di legge, i consumatori che non vogliono o
non possono coltivare cannabis potranno diventare membri di un’associazione, da
cui potersi rifornire legalmente. Dal 28 febbraio scorso infatti l’autorità per
la cannabis dell’isola ha aperto ufficialmente le candidature per aprire la
propria associazione cannabica, svelando tutti i requisiti necessari e le
condizioni da rispettare.
In Svizzera la legalizzazione
sperimentale, il cui obiettivo è raccogliere le informazioni necessarie in
vista di una futura regolamentazione, è ufficialmente partita a Basilea,
consentendo a gruppo di 374 consumatori l’acquisto legale di cannabis da alcune
farmacie autorizzate.
Seguita a ruota da Zurigo, dove,
entro fine agosto, dovrebbe partire la distribuzione legale di cannabis e
infine da Losanna, che ha recentemente annunciato di aver ricevuto
l’autorizzazione da parte dell’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP),
diventando così la terza città svizzera a sperimentare la legalizzazione
pilota.
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