lunedì 17 dicembre 2012

I nuovi tabù della modernità:la medicina



(prima parte)

Giuseppe Bivona

“Cosa faranno i beduini se, un giorno, i cavalli impareranno a parlare?”
(Proverbio arabo)

“ La sostenibilità futura del Servizio sanitario nazionale non potrebbe essere garantita nei prossimi anni….”
 Queste parole di Monti riecheggiano  nell’auditorio palermitano e come un tam- tam   si estendono  attraverso i media  ad una popolazione infreddolita e impaurita  ,timorosa  di perdere un  traguardo sociale faticosamente conquistato. Poi arrivano “ gli ululati “ dei diretti interessati  ,medici di ogni ordine e grado,  ospedalieri ,farmacisti , insomma tutto il mondo  legato alla “ sanità” , i quali non intendono mettere in discussione “questo” sistema sanitario, questa “cultura” medica ,  questo“ approccio” alla salute dei cittadini. Insomma un tabù da non toccare, discutere, criticare, manomettere.
 Ma Monti , da buon economista i conti sa farli e i bilanci sa leggerli. La spesa per i servizi sanitari , in Italia come del resto in altre parti del mondo è sfuggita di mano , sfioriamo il 70% e passa del Prodotto Interno Lordo!
Ebbene questa medicina “moderna” , piena di entusiasmo,  tracotanza e  baldanza per i risultati raggiunti e i successi che quotidianamente consegue, non si  chiede ,con un minimo di umiltà, come mai  le persone che si fanno visitare sono sempre di più?  Le degenze in ospedali sono sempre più numerose?  Cosi vale per l’acquisto di farmaci  e nel numero di giornate di lavoro perse  per malattie. Si dirà che le malattie infettive sono state debellate e che la vita media è aumentata.
Intanto stiamo assistendo  ad una nuova diffusione delle malattie infettive , dalla malaria, gonorrea,tubercolosi, polmonite ,ecc e se invece valutiamo l’aspettativa di vita di oggi non è cosi distante rispetto all’inizio del secolo scorso . E evidente  poi, come la medicina moderna resta impotente nei confronti  delle cosi dette “malattie della civiltà”  come il cancro ,le ischemie cardiache,il diabete ,le vene varicose,e poi tutte le innumerevoli patologie che vengono definite autoimmune. Di fronte a queste malattie la scienza medica non sa  fare altro che opporsi, maldestramente , con le sole armi di cui dispone: i farmaci  . Se provate a chiedere ad un medico perché ho il diabete il poveretto non esiterà ad accusare il pancreas  che di punto in bianco ha deciso di no produrre più insulina , se poi coraggiosamente osate sottoporre la vostra ghiandola ad esame  risulta che la funzionalità pancreatica è in piena efficienza : cosa è che non va . Bho!     Ora fino a quando i costi sanitari aumentavano , seguendo il ritmo del prodotto interno lordo , nessuno si accorgeva del disastro , ma ora che il PIL stagna, i bilanci della nazione non sopportano questi incrementi dei costi sanitari .
Ebbene c’è qualcosa di profondamente sbagliato in questa “scienza” medica, che insiste stupidamente , ma anche interessatamente , nello scambiare le cause con gli effetti. Proviamo ad analizzarli.
Oggi consideriamo lo stato di “salute” , come l’assenza di sintomi clinici . Ora molte malattie sono classificate nei termini dei loro sintomi , come ad esempio l’artrite, i reumatismi ,cosi come la nevrosi, la psicosi e la schizofrenia .  Ma accade spesso che i sintomi non siano altro che normali attività dei meccanismi di difesa . Nel tempo il nostro corpo ha perfezionato dei sistemi protezione contro le sostanze nocive . Per esempio il muco , può essere pericoloso se si accumula nella trachea e si espelle con la tosse. Le sostanze tossiche nell’intestino vengono eliminate con le diarree. Lo stesso vale per la febbre, ovvero il naturale aumento della temperatura corporea  a fronte di ingerenze esterne. Sopprimere la tosse, prevenire la diarrea, ridurre la febbre, significa contraddire  fondamentali processi naturali.
Eppure , se analizziamo con attenzione la moderna medicina  e le pratiche mediche non fanno altro che  attenuare o eliminare i sintomi e nello stesso tempo esacerbare o rendere croniche le malattie  che dovrebbero curare. Ma c’è di più , se i farmaci usati sono biologicamente attivi  possono  innescare  effetti collaterali  e indurre  malattie che prima non c’erano  ovvero malattie cosi dette “iatrogene” a cui la farmacopea  provvederà all’uopo  con il beneficio  delle case farmaceutiche che vedono salire gli indici quotati in borsa e per converso il disastro dei conti pubblici . Molto spesso   l’obbiettivo della cura  è solo l’allungamento  della sopravvivenza umana in se stessa , senza alcun riguardo  della qualità della vita prolungata : una impresa assurda e immorale , se teniamo conto  della sofferenza  che il paziente deve subire  come conseguenza della  cura  necessario a tenerlo in vita giorno dopo giorno.
 Qui il picco della spesa sanitaria raggiunge il suo apice ,   vengono profuse terapia altamente costose per pazienti che moriranno entro i prossimi dieci mesi . La “leva”  per questi sciacalli è formidabile : “ Come? vuole interrompere la terapia al suo caro congiunto?”
Ma torniamo ai sintomi. Spesso però l’assenza di “sintomi clinici “  in un paziente non equivale  necessariamente  come segno di buona salute . Il 75% dei pazienti visitati dai medici  oggi non soffrono di nessun sintomo clinico riconoscibile . Eppure  si sentono malati e in un certo senso lo sono.( continua)     

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