Giuseppe Bivona
“Il bisogno di avere
radici è forse il più importante e il meno conosciuto dell’anima umana.
Difficile definirlo.
L’essere umano ha le sue radici nella concreta partecipazione attiva e naturale
all’esistenza di una comunità che conservi vivi certi tesori del passato e
certi presentimenti dell’avvenire.”
Simone Weil
La piccola casa bianca spunta
improvvisa tra l’immenso verde dei vigneti , un piccolo astro luminoso , come
voler disegnare il cielo sulla terra
Resta sullo sfondo l’azzurro intenso del mare , un mare che
affascina , richiama , emoziona….
Alice seduta sulla sua
veranda poggia la tazza di caffè e il suo sguardo si perde
oltre l’orizzonte.
Si, ha deciso non vuole più
saperne di tutti i mali cronici della
moderna società occidentale:
disgregazione sociale , individualismo radicale, anomia, erosione del concetto
di responsabilità sociale, egoismo,pericolo di tele democrazia, scomparsa di
una qualsiasi nozione di bene comune capace di bilanciare la pluralità degli interessi particolari e si potrebbe ancora continuare…
Perciò desidera vivere una dimensione comunitaria e come donna intellettualmente
impegnata, ha da tempo individuato i tratti
più evidenti del “disagio della
modernità” che possono essere riassunti nella transitorietà , impersonalità
,frammentazione dei rapporti sociali , nella perdita dei sentimenti di
appartenenza , nell’assenza di significati ed unità nelle vite dei singoli ,
nella separazione tra vita pubblica e privata , nell’isolamento e
alienazione degli individui.
Questa sua formazione culturale “
comunitari sta” la spinge ad essere
particolarmente critica verso il liberismo , basato essenzialmente sui diritti
e concepisce noi stessi come esseri indipendenti , ovvero come soggetti totalmente separati dai nostri scopi…..
No, sostiene Alice , i nostri
ruoli sono parzialmente costitutivi del
nostro essere sia che siamo cittadini di un paese , membri di un movimento
sostenitori di una causa. Ora se siamo parzialmente definiti dalla comunità dobbiamo essere coinvolti negli scopi e le finalità di quella comunità
Perciò Alice auspica una
società formata da tanti”responsive
communities” cosi da diventare essa
stessa una “società reattiva” .
La società civile è la realtà più
avvolgente , composta da numerose
comunità di piccole e medie … come le famiglie , la comunità del vicinato , le
chiese , le unioni di lavoro , le corporazioni , le associazioni professionali
, le unioni di credito , le cooperative ecc.
La base della democrazia non è
una atomistica autonomia individuale . La partecipazione alla vita democratica e l’adempimento della
libertà reale nella società , dipendono
dalla forza delle relazioni comunitarie
che offrono alle persone una misura del potere reale per dare forma ai loro ambiti , compreso
quello politico.
Alice conclude le sue riflessioni ad alta voce. Si
, questa che prevedibilmente e
stancamente siamo soliti chiamare crisi
, è invece uno spartiacque da due
diverse strategie del nostro tempo.
Una rinascita morale è
possibile senza cadere negli eccessi del puritanesimo ,che la
sicurezza personale si può raggiungere , senza trasformare il paese in uno
stato di polizia,che la famiglia , senza
cui nessuna società è possibile , può essere salvata dal disfacimento senza violare i diritti delle donne , che la
scuola può fornire una educazione civica
e morale senza indottrinare i giovani ,
che è possibile vivere in comunità senza
trasformare nessuno in vigilante ed essere ostile verso alcunché .
Allo stesso modo un richiamo
forte alle responsabilità di ognuno verso la comunità che non vuol dire un invito a retrocedere sul terreno dei diritti ma che anzi “ grandi diritti presuppongono
grandi responsabilità”
Analogamente
il bilanciamento degli interessi
personali con le responsabilità
sociali non richiede l’annichilimento di
se o il sacrificio di ogni realizzazione
personale .
Un “Io sociale” è un “Io” più completo e realizzato di uno rinchiuso a coltivare il
proprio orticello
Brava Alice!!
Si... le radici sono importanti quando trovano acqua e nutrimento nel profondo della terra, ma quando quelle radici non trovano di che nutrirsi, si seccano, muoiono, e l'albero che sostenevano cade, i rami si spogliano delle foglie, e quei rami piangono e quel tronco, un tempo così massiccio, si piega. Noi siamo come quei rami, quelle foglie, quel tronco, cerchiamo nutrimento per le nostre membra, cerchiamo amore per il nostro spirito, cerchiamo altri alberi che ci completano, cerchiamo l'erba, l'acqua, il sole, la pioggia, il vento il cielo...cerchiamo la vita che ci circondi e ci faccia continuare a vivere. Quando tutto questo non lo troviamo più dove le nostre radici sono cresciute, ci spostiamo dove crediamo di trovarlo, come gli alberi che disperdono il loro semi con il vento e vanno a germinare nella terra fertile. Cerchiamo di sopravvivere dovunque ci sia vita, amore, cerchiamo di portare con noi le nostre radici, un tempo così ricche di nutrimento ma ancora forti per poter attecchire! Si sposta chi ha coraggio, chi ha voglia di vivere e non di lasciarsi morire a poco a poco, pensando a un passato ricco di tutto, ma che non c'è più!!!
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