martedì 16 ottobre 2012

Alla ricerca delle radici perdute (prima parte)




Giuseppe Bivona

“Il bisogno di avere radici è forse il più importante e il meno conosciuto dell’anima umana.
Difficile definirlo. L’essere umano ha le sue radici nella concreta partecipazione attiva e naturale all’esistenza di una comunità che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti dell’avvenire.”
Simone Weil


                             La piccola casa bianca spunta improvvisa tra l’immenso verde dei vigneti , un piccolo astro luminoso , come voler disegnare il cielo sulla terra
Resta sullo sfondo  l’azzurro intenso del mare , un mare che affascina , richiama , emoziona….
Alice seduta  sulla sua  veranda poggia la tazza di caffè e il suo sguardo  si perde  oltre l’orizzonte.
Si, ha deciso non vuole più saperne  di tutti i mali cronici della moderna  società occidentale: disgregazione sociale , individualismo radicale, anomia, erosione del concetto di responsabilità sociale, egoismo,pericolo di tele democrazia, scomparsa di una qualsiasi nozione di bene comune capace di bilanciare  la pluralità degli interessi  particolari e si potrebbe  ancora continuare…
Perciò desidera vivere  una dimensione  comunitaria e come donna intellettualmente impegnata, ha da tempo individuato i tratti  più evidenti  del “disagio della modernità” che possono essere riassunti nella transitorietà , impersonalità ,frammentazione dei rapporti sociali , nella perdita dei sentimenti di appartenenza , nell’assenza di significati ed unità nelle vite dei singoli , nella separazione tra vita pubblica e privata , nell’isolamento e alienazione  degli individui.
Questa sua formazione culturale “ comunitari sta”  la spinge ad essere particolarmente critica verso il liberismo , basato essenzialmente sui diritti e concepisce noi stessi come esseri indipendenti , ovvero come soggetti  totalmente separati  dai nostri scopi…..
No, sostiene Alice , i nostri ruoli sono parzialmente costitutivi  del nostro essere sia che siamo cittadini di un paese , membri di un movimento sostenitori di una causa.  Ora se siamo  parzialmente definiti dalla comunità  dobbiamo essere coinvolti negli scopi  e le finalità di quella comunità
Perciò Alice auspica una società  formata da tanti”responsive communities” cosi da diventare  essa stessa una “società reattiva” .
La società civile è la realtà più avvolgente , composta  da numerose comunità di piccole e medie … come le famiglie , la comunità del vicinato , le chiese , le unioni di lavoro , le corporazioni , le associazioni professionali , le unioni di credito , le cooperative ecc.
La base della democrazia non è una atomistica autonomia individuale . La partecipazione  alla vita democratica e l’adempimento della libertà reale nella società , dipendono  dalla forza delle relazioni comunitarie  che offrono alle persone una misura del potere reale  per dare forma ai loro ambiti , compreso quello politico.
Alice  conclude le sue riflessioni ad alta voce. Si , questa  che prevedibilmente e stancamente  siamo soliti chiamare crisi , è invece uno spartiacque  da due diverse strategie del nostro tempo.
Una rinascita morale è possibile  senza cadere  negli eccessi del puritanesimo ,che la sicurezza personale si può raggiungere , senza trasformare il paese in uno stato di polizia,che la famiglia , senza  cui nessuna società è possibile , può essere salvata  dal disfacimento  senza violare i diritti delle donne , che la scuola  può fornire una educazione civica e morale  senza indottrinare i giovani , che è possibile vivere in comunità  senza trasformare nessuno in vigilante ed essere ostile verso alcunché .
Allo stesso modo un richiamo forte alle responsabilità di ognuno verso la comunità  che non vuol dire  un invito a retrocedere  sul terreno dei diritti  ma che anzi “ grandi diritti  presuppongono  grandi responsabilità”
 Analogamente  il bilanciamento  degli interessi personali  con le responsabilità sociali  non richiede l’annichilimento di se  o il sacrificio di ogni realizzazione personale .
Un “Io sociale”  è un “Io” più completo  e realizzato di uno rinchiuso a coltivare il proprio orticello

Brava Alice!!   
   

1 commento:

  1. Si... le radici sono importanti quando trovano acqua e nutrimento nel profondo della terra, ma quando quelle radici non trovano di che nutrirsi, si seccano, muoiono, e l'albero che sostenevano cade, i rami si spogliano delle foglie, e quei rami piangono e quel tronco, un tempo così massiccio, si piega. Noi siamo come quei rami, quelle foglie, quel tronco, cerchiamo nutrimento per le nostre membra, cerchiamo amore per il nostro spirito, cerchiamo altri alberi che ci completano, cerchiamo l'erba, l'acqua, il sole, la pioggia, il vento il cielo...cerchiamo la vita che ci circondi e ci faccia continuare a vivere. Quando tutto questo non lo troviamo più dove le nostre radici sono cresciute, ci spostiamo dove crediamo di trovarlo, come gli alberi che disperdono il loro semi con il vento e vanno a germinare nella terra fertile. Cerchiamo di sopravvivere dovunque ci sia vita, amore, cerchiamo di portare con noi le nostre radici, un tempo così ricche di nutrimento ma ancora forti per poter attecchire! Si sposta chi ha coraggio, chi ha voglia di vivere e non di lasciarsi morire a poco a poco, pensando a un passato ricco di tutto, ma che non c'è più!!!

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