lunedì 27 gennaio 2025
L'eredità della memoria Castelvetrano 31 gennaio 2025
lunedì 20 gennaio 2025
Lettera aperta dello scrittore Enzo Randazzo
Al Presidente della Repubblica On.le Sergio Mattarella
Grazie Presidente! La sua presenza aggregante e qualificante alla Cerimonia inaugurale, in sintonia con il Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè. il Ministro ai Beni culturali, Alessandro Giuli e ad altre autorità, tra cui il Governatore Renato Schifani e il Presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno. ha elevato il livello internazionale dell’evento, dandogli lustro e spessore politico-culturale.Nel suo appassionato, pregevole, encomiabile e largamente condiviso intervento ha sottolineato l’importanza odierna della "… cultura … sorgente di umanità cui attingere per dotarci di nuovo dinamismo. 'nonché” . .. la connessione tra cultura e natura … al centro del … programma di Agrigento Capitale della Cultura 2025 … quanto mai attuale e incalzante. “La Sicilia è un’isola fortunata, una terra baciata dal Signore perché è al centro del Mediterraneo e per questo nel passato, nella storia, è stata protagonista di scontri ed incontri di tante civiltà. La Sicilia ha conosciuto la cultura greca, romana, ma anche araba, spagnola, francese, catalana e aragonese. Un’eredità culturale che abbiamo ricevuto e poi abbracciato, riconoscibile in quelle tracce significative che caratterizzano l’essere siciliano. Mi riferisco a quella capacità di sintesi, quella capacità di aprirsi al nuovo, al diverso. La Sicilianità si è consolidata negli anni perché la mia isola è stata terra di emigrazione per poi diventare terra di immigrazione ed accoglienza. I Siciliani sono andati a lavorare in Sud America, in Nord America, in Nord Europa, in tutti i paesi del Mediterraneo e della Terra.
Dovunque sono emigrati, i Siciliani hanno portato il segno della loro forza, della loro energia, della loro laboriosità, della loro onestà e della loro capacità di sacrificio. Pur conservando lingua, cultura e valori, rispettosamente si sono ben integrati con le leggi, le tradizioni, i modi di vivere dei popoli che li hanno accolti. Visitando New York o altre importanti Capitali, si scoprono tanti lavori di costruzione, urbanizzazione, restauro, eseguiti da italiani e, in particolare, da Siciliani. Nelle Capitali del mondo i migliori ristoranti del centro sono Siciliani. Ti guardi intorno e vedi i grattacieli; e chi li ha costruiti? Architetti italiani e siciliani. E così anche per il nord Europa. Gli straordinari ponti che collegano alcune città europee sono spesso opera di Italiani e Siciliani.Questa grande voglia di crescere ed integrarsi è una caratteristica che ho ritrovato anche in tanti amici italiani emigrati in Argentina, in un mio recente ciclo di Conferenze, in occasione della Settimana della Lingua e della Cultura Italiana nel mondo.Se i Siciliani sono famosi ed apprezzati nel mondo è per la loro capacità di fare due o tre lavori. Ricordo che un mio compaesano, emigrante, la mattina lavorava in fabbrica, il pomeriggio faceva il servizio cadetto e la notte faceva il fornaio. Soffermandosi sulle «maschere eterne» del Premio Nobel Luigi Pirandello, Mattarella ha evidenziato il rischio che oggi la Cultura si conformi in un’unità indifferenziata, trascurando il paesaggio, il clima e l’ambiente: « Mai come adesso comprendiamo l’esigenza di un riequilibrio, la sua urgenza, quella di un nuovo sviluppo, che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini … Viviamo un tempo … in cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero
piuttosto che porsi al servizio della conoscenza», mentre «la Cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà … Mai come adesso comprendiamo l’esigenza di un riequilibrio, la sua urgenza, quella di un nuovo sviluppo, che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini".La Cultura deve andare nel profondo delle cose e non restare nelle apparenze. Ricordando Empedocle, il Presidente Mattarella ha evidenziato che «l’unità degli elementi era la scintilla della nascita di ogni cosa, la separazione invece era causa di morte».Agrigento Capitale della Cultura 2025 può ancora e deve mettersi alla ricerca per sviluppare l'angolazione del mondo possibile con la presunzione e il desiderio di saper scoprire valori positivi da offrire alla contemporaneità. Fuoco, terra, aria e acqua dovranno divenire «un simbolo che ripropone la necessità di ricomporre, rigenerare coesione, di procedere insieme».Bisogna andare oltre, girare l'angolo e penetrare la realtà con l'umiltà di scoprire qualcosa di diverso, propositivo e profondo. Come ci ha insegnato il Maestro Sciascia, la verità è difficile da oggettivare e mantenere come valore assoluto poiché un dettaglio cambia tutto.Un treno irripetibile “ da non perdere” secondo il Presidente della Regione Siciliana Schifani “non solo per il rilancio ed il riscatto di Agrigento, e dell'intera Sicilia.. “ ma anche per concretizzare “ .. sogni operosi da trasformare in nuove iniziative culturali ed imprenditoriali sorrette dall'impegno di realizzazioni concrete ,,, in Agrigento,… come la Sicilia intera, … culla della cultura, della civiltà, della filosofia, della letteratura e del diritto"."È un giorno importante per Agrigento e tutto il territorio agrigentino e Lampedusa", ha ribadito, confortato ed ottimista il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè “ … Il 2025 deve essere un punto di partenza affinché poi Agrigento possa godere di quanto si è fatto in questi anni … Io vado oltre, vado avanti … non conosco polemiche".Anche per questa miracolistica scommessa della classe politica siciliana, carissimo Presidente Mattarella, La ringraziamo, augurandoci che si mettano da parte tutti i particolarismi politici e che il suo seme di speranze per Agrigento Capitale della Cultura 2025 fecondi una Sicilia punto di aggregazione del nord Europa con il sud del mondo. che garantisca scambi commerciali, amicizia, solidarietà e aiuto, nell'ideale della fratellanza, dell'amicizia, della solidarietà e, soprattutto, nello spirito della libertà democratica. Una Cultura che stimoli la capacità di riflettere e maturare valori idonei a costruire una società più giusta, più libera e più sviluppata in cui tutti hanno il diritto di vivere. Un mondo in cui tutti abbiano il diritto di sperare, in cui tutti abbiano il diritto di sognare.Enzo Randazzo
domenica 19 gennaio 2025
Appello di contadini e vignaioli contro i nuovi OGM/TEA
Siamo vignaioli, vignaiole, agricoltori e agricoltrici, gruppi, associazioni, spazi autogestiti, singole persone e movimenti, e manifestiamo la nostra contrarietà e grande preoccupazione rispetto al tentativo del governo del nostro paese – e di parte dell’Unione Europea – di raggiungere una deregolamentazione dei nuovi OGM ottenuti con le New Genomic Techniques (NGT o TEA in italiano).
In Italia sono già state autorizzate sperimentazioni in campo aperto di riso e vite geneticamente modificati (una sperimentazione sul pomodoro è in attesa di autorizzazione). La sperimentazione in campo aperto di riso, fortunatamente, non è andata a buon fine, ma non si è interrotta. Sulla vite sono due le sperimentazioni in essere e sembra che presto se ne aggiungeranno altre. Finora riscontri sui salvifici risultati preannunciati non ce ne sono. D’altro canto però si sta cercando a suon di decreti e interventi politici di cancellare i principi di precauzione sulla salute e la sicurezza.
La vite è una delle specie vegetali su cui si concentrano sperimentazioni con le NGT. Il motivo è facilmente deducibile e ha ragioni economiche e culturali: il vino è protagonista di un mercato molto importante, soprattutto per Italia, Francia e Spagna. Nel nostro paese l’export vale quasi 8 miliardi di euro. Se non fosse per vite e vino, avremmo un deficit nella bilancia commerciale. Nondimeno, il vino è anche un prodotto culturale notevolissimo: la storia millenaria del vino e della domesticazione della vite sono patrimonio di popoli, civiltà e culture.
Le produzioni vitivinicole e agricole sono in grave sofferenza a causa dei cambiamenti climatici e dell’attacco di parassiti e malattie sempre più aggressivi. I promotori dei nuovi OGM descrivono, sugli schermi dei loro PC, senza riscontri tangibili, la loro tecnologia come la soluzione a tutti i mali. Ma l’introduzione di OGM nel circuito produttivo del principale prodotto culturale di tutta l’Europa latina non è altro che un tentativo di trarre profitti enormi su scala mondiale per gruppi interesse ben definiti, che intrecciano ricerca pubblica e privata, principali imprese agrochimiche e farmaceutiche, filantropia e giganti del digitale. Big-Ag, Big Pharma e Big Tech stanno operando una forte convergenza con il sostegno di governi e centri di ricerca, per trasformare profondamente non solo i sistemi alimentari, ma l’intero ambiente dove si dispiega la vita ogni giorno.
Le varietà biologiche della vite coltivata, risultato di migliaia di anni di selezione e incroci, sono il frutto del lavoro dei nostri antenati e della natura. Tutto questo non può essere ricreato in un laboratorio. Una volta perso questo patrimonio non sarà la transgenesi o la cisgenesi, in camice bianco, a ricostruirlo. La biotecnologia ha l’unico scopo di arraffare la conoscenza tradizionale contenuta nel DNA delle piante di contadini e vignaioli, trasferirla in altri organismi con metodi artificiali e ricavarne un brevetto, proprietà esclusiva del “nuovo inventore”. Forzare la natura per il solo profitto dei detentori di brevetti su forme di vita è un’aberrazione alla quale ci opponiamo.
Il buon cibo e buon vino nascono dalla cultura contadina e da un approccio produttivo, scientifico e di studio, applicato in armonia con gli ecosistemi. È da qui e dall’idea di rapporti e modi di produzione non capitalistici, che si possono affrontare le sfide climatiche e patogene del nostro tempo. La manipolazione genetica è incompatibile con tutto questo e noi ci opporremo alla deregolamentazione, difenderemo il principio di precauzione e una regolamentazione di OGM vecchi e nuovi che preveda piena tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio, oltre al diritto dei paesi di vietare la coltivazione sul proprio territorio.
- Invitiamo tutte/i a unirsi a questa battaglia.
- Invitiamo tutte/i a sollecitare Regioni e Comuni affinché si dichiarino liberi da nuovi OGM e NGT.
- Invitiamo tutte/i a sollecitare gli enti certificatori del biologico a manifestare la propria distanza da queste sperimentazioni.
L’agricoltura contadina di piccola e media scala non può essere assoggettata all’egemonia dei brevetti su piante e sementi, non deve essere esposta a un potenziale inquinamento genetico, materiale e culturale catastrofico.
È possibile sottoscrivere l’appello manifestando la propria intenzione via email a info@laterratrema.org oppure compilando il form a questo link
Adesioni
Promotori
La Terra Trema
Centro Internazionale Crocevia
Aziende agricole/vitivinicole
McCalin, Martinsicuro (TE)
Fermenti Sociali, Valsamoggia (BO)
AGRIpiccola, Telgate (BG)
Il Cerchio, Capalbio (GR)
La Bucolika di Fazzano, Fivizzano (MS)
Podere Veneri Vecchio, Castelvenere (BN)
Fiorano, Cossignano (AP)
LAeQUA, Modica (RG)
Aurora, Offida (AP)
Podere Ranieri, Massa Marittima (GR)
Sanapu, Modica (RG)
Cantina della Luce, Sorano (GR)
Le Furie, Messina (ME)
Podere Cipolla, Coviolo (RE)
La Gutina, Sant Climent Sescebes (Catalunya)
Sa buca’ e meli, Cagliari (CA)
Zaffineria, Fara Filiorum Petri (CH)
Lalé, Apiro (MC)
Zaffaroni Domenico, Mozzate (CO)
Il Foresto di Vernazza, Vernazza (SP)
Fratelli Barile, Capalbio (GR)
L’Orto di Taddeo, Castellazzo de’ Barzi (MI)
Lu Cavalire, Scerne di Pineto (TE)
Rarefratte, Breganze (VI)
Bosco Falconeria, Partinico (PA)
Filarole, Pianello (PC)
Cascina Gentile, Capriata d’Orba (AL)
Torre degli Alberi, Colli Verdi (PV)
Oranami, Ponte Nizza (PV)
L’Anciua, Sestri Levante (GE)
Sàgona, Loro Ciuffenna (AR)
La Casa dei Cini, Pietrafitta (PG)
Sa Defenza, Donori (CA)
Barbacàn, Teglio (SO)
Cantina Malopasso, Zafferana Etnea (CT)
Umaia, Cornigliasca, Carezzano (AL)
Terra Tinta, Alcamo (TP)
Apicoltura Pagani Andrea, Cislago (VA)
La Tommasina – Frassinello Monferrato (AL)
Cantina Orgosa, Orgosolo (NU)
Valli Unite, Costa Vescovato (AL)
Podere ai Contadini, Ostuni (BR)
Panchovilla in Sabina, Casperia (RI)
Cascina Caremma, Besate (MI)
Orto Tellinum, San Giacomo di Teglio (SO)
Cantina Pantun, Mottola (TA)
Poggio Bbaranèllo, Montefiascone (VT)
Davide Campagnano, Castel Campagnano (CE)
Pietro Selva, Castione Andevenno (SO)
Mondeggi Bene Comune, Bagno a Ripoli (FI)
Cantina del Malandrino , Mascali (CT)
Cesca Daniele, Moncalvo (AT)
Azienda Agricola Giuseppe Li Rosi, Raddusa (CT)
Azienda Agricola Fragiacomo, Lamezia Terme (CZ)
Matilde Coltiva, Valle di Civita di Bagnoregio (VT)
Azienda Agricola Bonavita, C.da Corso, Faro Superiore (ME)
Azienda Agricola JANAS, Località Colle Ombroso, Porano (TR)
AGRICOLÁ Soc. Agr. Romagnoli Attilio e Guglielmo, Lazise (VE)
Azienda Agricola Riccardo Razionale, Roma
Azienda Agricola Quercia Madre di Becchetti Marlena, Cantalupo in Sabina (RI)
Azienda Agricola Terra Memoria e Pace, Grizzana Morandi (BO)
Società Cooperativa La Petrosa, Francavilla Fontana (BR)
Fattoria Ma’ Falda, Prodo (TR)
Azienda Agricola Leonessi Angelo, Montopoli in Sabina (RI)
Azienda Agricola Lisiera, Lisiera (VI)
Agrigrà, Valbrenta (VI)
Azienda Agricola Furlan Giovanna, Pianiga (VE)
Il Colle di Cà Sandro, Rocca Malatina (MO)
I frutti della terra sas, Collecchio (PR)
Ruralis, Roma
Labor Casa, Casalfiumanese (BO)
Salvatore La Barbera, Pizzoni (Vibo Valentia)
Capiverdi, Ruffano (LE)
La Busattina, San Martino Sul Fiora (GR)
Cantina Lu Colbu Sardinia Wine, Vaccaggi (SS)
Flora Felix, Valsamoggia (BO)
L’Orto nel Bosco, Montaldo Bormida (AL)
Associazioni/Organizzazioni/Movimenti
Folletto25603, Abbiategrasso (MI)
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito, Milano
Simenza ETS
ARI Associazione Rurale Italiana
Comune Urupia
Fairwatch
Altragricolturabio Associazione Nazionale Produttori Biologici e Biodinamici
Terra Viva aps
Égalité
FIRAB
ArchiTinti
Comunità Vicentina per l’Agroecologia
Federazione Nazionale Pro Natura
Associazione Verdi Ambiente e Società
Vegami
Fagiolo Magico, Como
Spaccio Popolare Autogestito del Circolo anarchico C. Berneri
GIAZ (Gruppo Informale D’Acquisto Zapatista)
Riparte la protesta degli agricoltori
Il mondo agricolo e della pesca, oggi come non mai sono interessati da una profonda contraddizione.
Da una parte talune sigle sindacali e anche taluni politici, sostengono che l'agroalimentare italiano vola, dall'altra parte, il numero di aziende che chiude i battenti ha raggiunto numeri preoccupanti, per la verità è da almeno un decennio che il numero di aziende che collassano, hanno raggiunto un vero primato.
https://coapi.sovranitalimentare.it/
UN MOVIMENTO DI AGRICOLTORI E PESCATORI UNITO, ALLEATO CON I CITTADINI, I LAVORATORI DEL COMPARTO E I TRASFORMATORI ARTIGIANALI PER DIFENDERE LA TERRA, IL MARE,LA DIGNITÀ DEGLI AGRICOLTORI E DEI PESCATORI, LA SOVRANITÀ ALIMENTARE, L’AMBIENTE E LE COMUNITÀ
SU LA TESTA!
Dal 28 Gennaio 2025 torniamo in mobilitazione contro la crisi delle piccole e medie imprese dell’agricoltura,
della pesca e della trasformazione artigianale per:
- Condurre una campagna di informazione e controinformazione rivolta all’opinione pubblica per spiegare i rischi e i costi per i cittadini e il Paese se si compie il disegno di un’agroalimentare italiano senza agricoltori e pescatori; la consapevolezza dei cittadini è il primo presupposto per una alleanza forte che riconosca il ruolo degli agricoltori e dei pescatori come primi difensori dell’ambiente, del diritto al cibo e al territorio.
- Collegare fra di loro le diverse esperienze che si stanno battendo contro le diverse crisi ( economiche, sociali e ambientali) nelle aree rurali, nelle marinerie e nelle città in modo da costituire una rete stabile ed autonoma di iniziativa e di mutuo soccorso fra presidi, movimenti e realtà agricole della pesca che duri nel tempo e che, andando oltre la campagna per ottenere lo Stato di Crisi, si ponga obiettivi di Riforma dell’Agricoltura, della Pesca e del diritto al cibo
- Ottenere con la Dichiarazione dello Stato di Crisi dal Governo Nazionale e dai Governi Regionali atti straordinari ed eccezionali per tamponare le emergenze, evitare la perdita ulteriore di tessuto produttivo e invertire la tendenza all’impoverimento rurale e delle comunità costiere
martedì 14 gennaio 2025
L'eredità idealista
Peppino Bivona, ha pubblicato su questo blog qualche tempo addietro quello che secondo noi riassume l'eredità idealista del suo modus operandi, con una visione coraggiosa, ambiziosa, ma realista del "dopo " .
"" In una sua opera, ovvero, una istallazione, intitolata “a lume spento” il grande artista contemporaneo Claudio Parmiggiani, rappresenta il volto di una statua accanto ad un lume. La stranezza ci sorprende dal momento che il volto della statua è illuminato, mentre il lume è spento! Ci chiediamo stupiti, da dove arriva la luce che illumina il volto statuario?
Parmigiani prende spunto e si avvale di alcuni concetti di astrofisica secondo cui la luce che arriva a noi dalle stelle, viene emessa da corpi celesti morti o collassati migliaia di anni fa! Insomma le stelle sono morte ma la loro luce “vive” e arriva a noi anche dopo milioni di anni
Ora noi siamo qui a chiederci, la vita umana finisce con la morte come una stella? Per noi laici e non credenti possiamo accettare che la morte sia l'ultima parola sulla vita? Possiamo vivere una trascendenza nell'immanenza?La morte è la fine naturale di tutte le cose. Ma la vita umana pienamente vissuta, una vita viva, costellata di passioni, operosa, animata da desideri, eccedente la vita stessa... non muore!Come scrisse il grande filosofo francese, Jan-Luc Nancy da poco scomparso nel suo testamento: “Portatemi con voi” Ai suoi amici, ai suoi familiari non chiedeva preghiere ne suffragi ”non venite a piangere sulla mia tomba, fatemi diventare linfa che possa dare vita e alimentare agli alberi.” ""
Nasce così uno spazio virtuale su questo blog," L'eredità della memoria" un modo per materializzare e rendere reale la "linfa", ma anche per fare in modo che " il volto della statua è illuminato, mentre il lume è spento"
NunoSutera
sabato 11 gennaio 2025
Il cibo e i slogan di cattivo gusto.
NinoSutera
La cucina italiana candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, evidentemente non sanno che gran parte degli ingredienti, proviene dall'estero.
Non tutti sanno, che la cucina italiana era una volta tradizione, nata dall’incontro di culture, la più alta espressione del Made in Italy Agro-Alimentare era composta da materie prime rigorosamente autoctone, (la Sicilia era fino a qualche secolo addietro il granaio dell’Impero) quando perde il legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva, diventa un mero prodotto commerciale.
L'Italia è autosufficiente per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti agli allevamenti super industriali e inquinanti)e acqua minerale, liscia e frizzante Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.Vediamo di capire perchè in tanti si danno un gran da fare a parlare di cibo, mentendo sapendo di mentire.
Periodicamente si organizzano eventi, manifestazioni, convegni ect. all'insegna della dieta mediterranea, del cibo sano,grande e giusto, del K zero (un inno nazional popolare..dello zero appunto) ...durano da sempre, quando la brina di primavera al spuntar del sole. Il proliferare di organizzazioni, associazioni e congregazioni più o meno specializzati solo ad intercettare risorse pubbliche, a danno dei azionisti di maggioranza, "gli agricoltori " rappresenta ancora una volta una conferma.
"In tanti parlano di cibo, pur non avendone titolo, sconoscono completamente la materia, non si è ancora capito se ci sono o ci fanno "
In un mondo in cui mangiare ha assunto molti altri significati rispetto a quello energetico, l’ identità, il conforto, la socialità, l’ etica, la politica e naturalmente l’ agricoltura, rivestono un ruolo non secondario.
E’ innegabile che il cibo ha un stretto legame con l’agricoltura e la cucina, definiva e raccontava la nostra italianità Una identità che riflette nel bene e nel male la nostra storia millenaria, e rispecchia fedelmente la nostra geografia: un Paese che si estende per quasi 1300 km di lunghezza, con una ricchezza impressionante di territori, suoli e paesaggi (collina, montagna, pianura, mare, lago, vulcani) nonché di climi ed ecosistemi (da quello gelido alpino/appenninico a quello arido mediterraneo). Recentemente la cucina italiana è stata candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità
Pur tuttavia, va anche detto che l’Italia nel settore alimentare non è più autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy” che peerò non c’è.
Questa mancanza, si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione. Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura, che per l’abbandono delle attività agricole poco remunerative da parte dei contadini.
L’esempio della pasta è indicativo: il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, occorre importare frumento da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore, con importazioni da Canada, Francia, ma anche Australia, Messico e Turchia. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%, lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia, oltre a Danimarca ed Ecuador. Inoltre la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni. Adesso le importazioni provengono principalmente dal Medio Oriente, Cina, Stati Uniti, Canada,
Siamo invece autosufficienti per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti ai allevamenti super industriali) Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.
Esiste quindi un tema centrale, la sovranità alimentare
mercoledì 8 gennaio 2025
Farinetti: “Grazie a Eataly i giovani si occupano di agricoltura.
Trump? Aborro la sua visione del mondo”
“Dobbiamo mangiare la metà di cose che costano il doppio, in quanto oggi l’agricoltura è meglio pagata e per questo rispetta di più la terra. Dobbiamo eliminare tanti sprechi e dobbiamo studiare, imparare ed evolverci sempre”, prosegue. Immancabile il commento sulla recente elezione di Trump alla Casa Bianca, che “cambia tutto”, secondo Farinetti, “perché è un sovranista che non si ricorda di aver avuto la fortuna di nascere dove è nato (in quel 20% della terra che produce l’80% del Pil mondiale), nascendo già ricco. Quindi ha certe visioni del mondo che io aborro. Secondo me non potrà portare che negatività”.
Ma la parte più divertente è la domanda finale, che riportiamo testualmente: “Dopo numerosi progetti di successo, a cosa pensa ora Oscar Farinetti?”. Progetti di successo? Ma quali? Eataly, prima di cedere la maggioranza del 52% a Investindustrial di Andrea Bonomi (che nel 2022 ha investito 200 milioni di euro) aveva una perdita netta di 22 milioni; e ancora nel 2023 ha registrato perdite per 28 milioni. Il parco bolognese Fico Eataly World è stato un flop clamoroso, tanto da dover chiudere per alcuni mesi per cambiare format e nome (Grand Tour Italia). Quanto poi al mall sostenibile Green Pea, aperto a Torino nel 2020, non ne parla mai nessuno. Neanche Farinetti. Chissà perchè…
L'Olio secondo Veronelli
"… Giornalista-contadino, i prodotti della terra erano e sono il mio solo argomento.Ho dato maggior spazio al vino – che è il canto della terra verso il cielo – perchè mi affascinava; avrebbe affascinato anche i lettori."