giovedì 18 gennaio 2024

TERRA MIA AMARA di L. Balistreri

 TRATTO DAL LIBRO “TERRA MIA AMARA” di Leonardo Balistreri

Il periodo trattato dal romanzo abbraccia i fatti accaduti dal 1947 al 1994 in un paese immaginario della Sicilia: Borgo Solare, dove un falegname prestato alla politica (Nino Burano) è costretto a subire e a denunciare le prepotenze di una società che tarda a diventare una vera democrazia.



(L’opera è stata classificata tra le migliori delle venti opere della sezione “NARRATIVA” sulle 220 opere presentate nel premio letterario “Città di Castello” XV edizione 2021)


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Quanti figli del popolo abbiamo conosciuto che dopo aver beneficiato di una società migliore frutto di lotte, dopo aver raggiunto il traguardo di una professione o di un impiego dirigenziale poi, come per incanto, smorzano gli iniziali ideali di giustizia e di riscatto sociale, per mettersi a disposizione di quello stesso potere che i loro padri hanno estenuamene combattuto?”





Nino continuava instancabile a seguire la politica e gli avvenimenti internazionali consultando i giornali al circolo Operai guidati dalla mente dove era uno dei soci più anziani, rispettato ed ammirato per la sua intelligenza. In un certo qual modo era la memoria storica del paese perché ne ricordava fatti e avvenimenti, tanto che spesso veniva interpellato per la sua esperienza di vita.

La sala di lettura, non ampia, aveva al centro un tavolo in legno massiccio di colore marrone scuro a forma ellissoidale; sopra, sparpagliati, alcuni giornali sui cui dorsi erano ammorsate le stecche di legno per non farli sgualcire e permettere una comoda lettura; a giro erano poste delle sedie di fattura economica con il fondo di spago intrecciato; alle pareti delle antiche foto di gruppo, che ritraevano memorabili serate danzanti. Quel pomeriggio, con Nino Burano attorno al tavolo erano seduti gli amici Carmelo Polino e Paolino Zuto e si discuteva della crisi dei vecchi partiti politici e del nuovo che stava nascendo.

− I partiti – Affermava Zuto − Sono in crisi perché da alcuni decenni si sono sempre più svuotati di quei fondamentali valori che erano il collante che aggregava le persone; questa mancanza di forza ideale ha portato inevitabilmente alla corruzione e alla creazione di una casta politica affine ai partiti di governo e di opposizione, facendo della nobile arte di governare, un fatto di furbizia e di menzogna.

− La corruzione in politica c’è sempre stata, ma non ha mai coinvolto tutti i partiti politici in una forma così coesa … oggi questo vergognoso ripartirsi di ingenti mazzette, può provocare nella pubblica opinione il germe pericoloso dell’antipolitica. – Precisò Polino.

− I politici che noi stiamo criticando sono stati regolarmente eletti e votati da tutti noi. La stragrande maggioranza degli elettori è convinta che il politico abbia una visione opportunistica e affaristica del potere e per questo molti cittadini guardano ai loro rappresentanti come a coloro che con intrecci, intrallazzi e favoritismi possono procurar loro una miriade di piccoli-grandi benefici, quali posti di lavoro e autorizzazioni varie. Al politico, con la promessa di esaudire le specifiche richieste di codesti “questuanti”, arriva il consenso, che è poi il volano per moltiplicare potere, potenza e corruzione! – Esternava Zuto con passione. − Quindi in buona sostanza − Sentenziò − Chi ci rappresenta non è altro che lo specchio della nostra società.

Nino Burano, nel condividere parzialmente le parole dell’amico Zuto, affermò che l’intricata burocratizzazione dell’apparato statale era funzionale alla politica clientelare e che, se le strutture burocratiche dello Stato si semplificassero e funzionassero con equità, la forza ricattatoria della politica si annullerebbe drasticamente.

E tal proposito Nino raccontò un aneddoto.

Un marinaio durante una battuta di pesca, mentre liberava i pesci dalla rete, casualmente il guizzo di un pesce più grosso gli conficcò una spina dorsale nel braccio che subito gli gonfiò. Il marinaio ebbe bisogno di cure e, con un cesto di pesci come presente, andò da un medico suo amico il quale, anziché eseguire il giusto intervento per togliere la spina, si limitò a una disinfettazione superficiale della ferita. Questo tipo di terapia durò per altre due sedute, sempre anticipate da cesti di pesci di qualità. Sul braccio del marinaio non si notava nessun miglioramento e nemmeno peggioramento, tutto era stabile. Alla quarta seduta, sempre accompagnato dal solito cesto di pesci, al posto di trovare il padre medico, il pescatore trovò il figlio, anch’esso medico, che vedendo lo stato della ferita, si apprestò a fare un’incisione, fare uscire la spina e a disinfettare in profondità. L’intervento, dall’oggi al domani, fu risolutivo per la guarigione del braccio. Alcuni giorni dopo il medico padre, non vedendo arrivare il marinaio, chiese al figlio se era venuto un paziente con la spina nel braccio. Il figlio rispose di sì, che aveva trovato la ferita in cattive condizioni e aveva eseguito l’intervento necessario per la sua guarigione.

Carmelo Polino commentò:

− Il medico padre è come certi politici che con l’intento di carpire consenso, promettono di concedere un beneficio senza poi mantenerlo, mentre l’operato del figlio, avvalora la tesi che anche in politica ci sono persone d’integrità morale.

Nino Burano ricordò i grandi uomini che, all’indomani della Seconda guerra mondiale, avevano scritto la Costituzione.

− I Padri della nostra Repubblica, nella stragrande maggioranza, erano esponenti di una classe dirigente che credeva in un insieme di valori democratici, erano gli esponenti di partiti politici forgiati intorno ad una ideologia precisa, alla quale rimanevano fedeli sempre. In cinquanta anni, l’Italia ha vissuto alterne vicende: stragi, terrorismo, corruzione, tentativi di sovvertire la sovranità popolare, criminalità a diversi livelli che l’hanno scossa dalle fondamenta. Del resto il Dettato costituzionale non si è mai pienamente concretizzato per quanto riguarda la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano in concreto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini! E allora, − Scandì Nino con tono severo − Come possiamo pensare che il nuovo corso politico che sta nascendo e quello che nascerà potranno realizzare nei fatti quel diritto se il “nuovo” è rappresentato dai soliti svariati gruppi economici uniti da interessi comuni, con l’unico obiettivo di depredare le risorse pubbliche?

Con rassegnazione continuò:

− L’unica ideologia che è rimasta è l'ideologia del potere per il potere, il potere protetto e incontrastato. Se questa deriva non sarà ostacolata da un sincero slancio ideale e morale, rischiamo a breve di assistere a un pericoloso regresso democratico della società.

− Anche nel nostro paese si evidenzia questa metamorfosi – riprese Carmelo Polino. − Pur con le dovute proporzioni di una piccola comunità. Le solite persone influenti si sono attivate a criticare apertamente il sistema politico di cui facevano parte pochi anni prima, mettendo subito in atto un cambio di casacca per conservare lo stesso standard di potere.

− Ma Benessere e Libertà e Progresso Continuo, non sono le due liste civiche del nostro Paese? – Chiese Zuto.

− Sono il simbolo della crisi dei partiti tradizionali. – Spiegò Nino Burano − Si sfidano due liste civiche che non hanno alcun particolare fondamento ideologico, si dichiarano contrapposte ma sono l’una uguale all’altra. Queste liste sono solo una maschera dietro cui si celano politici locali già noti, sempre alla ricerca di rinnovato consenso elettorale per non scollarsi dalle poltrone e rintuzzare il loro potere.

Mentre i partiti politici di una volta raccoglievano persone unite da un insieme di valori e ideali, scopi e progetti di interesse generale, nelle moderne liste civiche si trovano dei gruppi locali di attori uniti da interessi comuni che per finzione si contrappongono ad altre liste, mettendo in atto un gioco delle parti con il risultato che, indipendentemente dagli esiti elettorali, loro non perdono, mentre i cittadini rimangono sempre beffati.

– A proposito di cittadini beffati – Intervenne Paolino Zuto – quanti paesani sono rimasti beffati dalla chiusura della Cooperativa agrumicola Gli orgogliosi agricoltori?

– Sono trascorsi undici anni dal suo fallimento – Aggiunse Nino Burano con dolente rammarico. – Quanto lavoro, quanta energia per far nascere quella struttura economica a beneficio dei lavoratori della terra del nostro paese…

– Gli “orgogliosi” agricoltori sono caduti in cattive mani. – disse Zuto – Nell’ultimo periodo, sotto la guida del presidente Vincenzo Bitoni la Cooperativa ha avuto un crollo, mentre la Società guidata dal notaio Ferru, cresceva con l’unico obiettivo di eliminare la struttura concorrente … quel Vincenzo Bitoni che ha beffato i nostri agricoltori e che ora svolge attività professionale presso una Azienda Agricola del Notaio: Nino, che te ne pare … è un altro caso di cambio di casacca?

Nino, che era una persona corretta e assennata, anche se aveva una sua idea di come potevano essere andate le cose, disse che la sua opinione era quella evidenziata dalle indagini a suo tempo eseguite dagli organi inquirenti: una casuale truffa perpetrata dalla criminalità organizzata internazionale.

− Il Bitoni è un professionista, quindi è libero di prestare servizio dove meglio crede poi, se ci sono state intese inconfessabili tra i due, questo riguarda soltanto le loro coscienze.

Carmelo Polino, interruppe quella discussione e, per arcani collegamenti mentali, rivolgendosi ai due amici disse:

− Ho appreso con molto ritardo che il caso giudiziario della ricostruzione delle zone terremotate si è chiuso definitivamente senza colpevoli. I processi sono tutti finiti tra amnistie, condoni e annullamenti della Cassazione. Questo è il risultato dopo che abbiamo assistito per decenni a risse tra i vari partiti e alla nomina di una Commissione Parlamentare d’inchiesta…

− Come disse uno straordinario Presidente, − Citò Burano – “non c’è infamia peggiore di speculare sulle altrui disgrazie” e questo è quasi sempre ricorrente nel nostro paese dove soldi e amicizia rompono le braccia alla giustizia.



1 commento:

  1. Si tratta un un libro che rappresenta quello che è stato il nostro passato ma contemporamenamente offre una visione ancora attuale della crisi sociale e politica della nostra società. Leggendo questo libro si possono identificare anche oggi le stesse problematiche e le storture che la politica provoca, facendo perdere le speranze soprattutto nei giovani. Una testimonianza storica con un notevole valore attuale che consente di capire le finalità di scelte politiche scellerate.

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