sabato 30 novembre 2024

Agricoltura e ambiente, beni pubblici.


“Il Rapporto 2024 sull’agroalimentare italiano di Ismea, presentato nei giorni scorsi, conferma indirettamente   la preoccupante esistenza di squilibri strutturali nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare e, come al solito, purtroppo, a pagare le conseguenze di questa congiuntura negativa sono i piccoli e medi agricoltori, vero e proprio anello debole di tutta la catena. Piccoli e medi produttori, peraltro penalizzati da un cambiamento climatico sempre più pericoloso e da incrementi dei costi di produzioni che hanno messo e stanno mettendo in ginocchio il settore.

C’è poi una altra questione fondamentale: lo strapotere economico e contrattuale della grande distribuzione organizzata, che impone di fatto al comparto primario determinati prezzi di vendita, insostenibili per le piccole e medie imprese. E’ chiaro ed evidente che se l’attività primaria non diventa redditizia e profittevole in tempi definiti e veloci, l’intero sistema alimentare rischia letteralmente di collassare: un po’ come un palazzo senza fondamenta. Una ipotesi da evitare con ogni forza e ogni mezzo istituzionale. Cosa fare, dunque? Innanzitutto è necessario incentivare politiche che tutelino la giusta remunerazione del piccolo e medio agricoltore, sinora schiacciato dallo strapotere della grande distruzione organizzata

Luigi Veronelli che proprio in questi giorni ricorre il ventennale della dipartita, più o meno 40 addietro aveva lanciato un idea semplice, l'introduzione del prezzo sorgente  “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo  la sua onestà” ecco bisogna che la politica avvii una strategia per  portare avanti un principio di equità sociale ed etico, sopra tutto a vantaggio del contadino-agricoltore, che spesso un prodotto della propria terra ceduto a 10 centesimi di euro, lo trova in vendita a oltre quattro euro.

 L’Europa si trova a un bivio cruciale, parliamo di giustizia per i lavoratori, ma non possiamo affrontare questa sfida senza considerare tre questioni centrali e interconnesse: riconoscere l’agricoltura come bene pubblico, la lotta ai cambiamenti climatici, la rigenerazione delle aree rurali e interne. 

“Alle istituzioni europee  chiediamo che riconoscano l’agricoltura come un bene pubblico, investano sul settore agricolo, rafforzino i fondi per le aree rurali, con un occhio più attento ai diritti dei lavoratori, e promuovano un patto rurale europeo in cui agricoltura, ambiente e giustizia sociale vadano di pari passo”.

 Il cambiamento climatico   non è solo una crisi ambientale, ma una minaccia diretta per milioni di lavoratori e produttori agricoli, le loro famiglie, le comunità rurali che essendo spesso già marginalizzate, rischiano di essere ulteriormente impoverite. La giustizia climatica è giustizia sociale: non possiamo lasciare indietro nessuno, né i lavoratori né le comunità che dipendono dalla coltivazione della terra”.

 Dobbiamo favorire l’incontro tra piccoli produttori e consumatori in un’ottica nuova, che riconosca il lavoro della terra come bene pubblico, capace di salvaguardare, tutelare e  sostenere pratiche agricole rigenerative che proteggano i suoli, la biodiversità, la qualità dei prodotti.

Deve essere chiaro che non esiste un’Europa giusta senza una campagna viva e non può esistere una transizione ecologica senza chi lavora la terra, perché gli agricoltori sono il primo presidio della cura del territorio 

    L'80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%)di aziende capitaliste. Noi cittadini, contribuenti, consumatori, siamo obbligati a interrompere questo scempio.

Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

 L’81% dei Azionisti di maggioranza,(cittadini, contribuenti, consumatori) si dicono preoccupati per l’impatto ambientale dei pesticidi e per il 75% hanno timori rispetto all’impatto dei pesticidi sulla salute umana, come riporta un recente sondaggio della società di analisi di mercato Ipsos.

   Lagricoltura           familiare offre        un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali. Grazie alla loro saggezza e alla cura per la terra, gli agricoltori familiari sono gli agenti del cambiamento di cui abbiamo bisogno per raggiungere Fame Zero, un pianeta più equilibrato e resiliente e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.


L’agricoltura familiare sostiene sistemi alimentari diversificati che promuovono l’integrazione sostenibile tra aree urbane e rurali. Grazie a soluzioni di mercato innovative, gli abitanti delle città possono godere di alimenti sani, nutrienti e sicuri.

Aumentare l’accesso degli agricoltori familiari alle infrastrutture, alla tecnologia, alla comunicazione e alle innovazioni su misura è fondamentale per il futuro dei sistemi alimentari e può attrarre i giovani nel settore. Ciò influisce positivamente sulla mobilità rurale-urbana, in particolare per le generazioni più giovani.

I giovani sono il futuro dell’agricoltura familiare. Mantenere l’interesse per l’agricoltura come professione è vitale per la futura sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo. I giovani agricoltori sono il ponte tra le conoscenze tradizionali e locali e le idee innovative.

Attraverso la trasformazione dei prodotti, la generazione di servizi e infrastrutture, l’agricoltura familiare crea reali opportunità economiche non solo per gli agricoltori del territorio ma per l’intera comunità.




L’agricoltura familiare può rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Le politiche dovrebbero aiutarli a ridurre le perdite alimentari e a gestire in modo sostenibile ed efficiente le risorse naturali.



Riconoscere le donne rurali come uguali, così come aumentare il loro accesso alla terra e ad altre risorse produttive, agli investimenti, ai prestiti, alla formazione e all’informazione, contribuiranno notevolmente allo sviluppo sostenibile.



Unendo le conoscenze tradizionali con un adeguato know-how tecnico, l’agricoltura familiare promuove sistemi alimentari più resilienti ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura familiare offre un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali.



s a p e v a t e    c h e 


Le aziende agricole a conduzione familiare producono più  

dell'80% del cibo

nel mondo

Il 90% dei pescatori

opera  su piccola scala

Le fattorie familiari occupano il

70-80% dei terreni agricoli

in tutto il mondo

Le donne detengono solo il 15%

di terreno agricolo, mentre forniscono
quasi il 50% della manodopera agricola

Più 

del 90% delle aziende agricole

sono gestiti da un individuo o una famiglia
che fa affidamento principalmente sul lavoro familiare

Ci sono più di

600 milioni di aziende agricole a conduzione familiare

nel mondo.

 

 

domenica 17 novembre 2024

Quali sono i “grani antichi"?


Per convenzione, si definiscono “antichi” qualunque varietà di frumento a taglia alta (non nanizzato) e che non sia stato modificato in termini di composizione del glutine.
Sono grani antichi sia le specie definite ANCESTRALI del frumento tenero e duro, sia le varietà di frumento tenero e duro selezionate prima degli anni 50’-60’ (PRE-RIVOLUZIONE VERDE).
Sono questi grani che fanno parte della vera dieta mediterranea.
Dove un tempo, sulle tavole, vi erano legumi (come i fagioli), con cereali in chicco.
E il grano veniva consumato trasformato in pane lievitato con lievito madre.
Era la fine degli anni ’60 quando nacque il grano Creso, il padre dei grani moderni, registrato poi nel 1974.
Si passò quindi da una taglia di 140 e 160 cm (prima del Creso) ad una taglia più bassa (70-80 cm).
Questa tecnica di miglioramento genetico aveva l’obiettivo di offrire una maggiore resistenza all'allettamento.
Tra i grani antichi troviamo Verna, Inallettabile, Gentil Rosso, Frassineto (frumenti teneri). (Senatore) Cappelli, Tumminia, Russello, Perciasacchi, tra i frumenti duri.
Ce ne sono comunque tantissimi altri.
Poiché c’è sempre tanta disinformazione (a fronte di ignoranza purtroppo) una precisazione sul Cappelli.
È precedente al Creso e non è stato irradiato. Quindi non è nanizzato, come potete osservare dall’immagine e se visitaste un campo di coltivazione di agricoltori custodi.
Come molti altri grani antichi il (Senatore) Cappelli è stato ottenuto a mezzo selezione (1915).
Deriva dalla varietà nordafricana Jean Retifah, a mezzo SELEZIONE e non a mezzo ibridazione (come si trova erroneamente in alcuni siti non attendibili).
Anche se più giovane della bisnonna di qualcuno, questa varietà di grano è pur sempre una vecchia varietà di grano.
Ed in letteratura scientifica ci sono molti studi sui benefici per la salute.
Come del resto per i vari grani antichi.
Una differenza nutrizionale tra antichi e moderni è il tipo di glutine, ovvero l’indice di glutine.
Che, attenzione, non è la quantità di glutine.
Le vecchie varietà di grano hanno un indice di glutine più basso rispetto alle moderne.
Questo dipende in particolare dalla composizione delle proteine di riserva (che daranno origine al glutine).
Tant’è vero che i grani antichi possono essere consumati anche in caso di sensibilità al glutine non celiaca.
Queste vecchie varietà di grano sono generalmente coltivate in modo biologico (anche senza certificazione) e richiedono meno risorse (a partire da quelle idriche) e meno (o nulla) prodotti di sintesi.
Senza considerare la maggiore biodiversità.
Da un punto di vista sia nutrizionale sia di impatto ambientale, sarebbe più vantaggioso occuparsi di grani antichi.
Attenzione dunque alle menzogne diffuse sul cibo.
Non vi fate manipolare.
Oggigiorno c’è troppa improvvisazione ed approssimazione.
Senza escludere anche gli interessi economici..
Natura
Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo
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Vera Quattrocchi e altri 195

domenica 10 novembre 2024

UE i miliardari sono i "beneficiari finali"


 


 

Migliaia di piccole aziende agricole hanno chiuso, secondo l'analisi dei dati ufficiali, ma poco trasparenti degli Stati membri dell'UE

 Secondo quanto rivela il Guardian, tra il 2018 e il 2021 l' Unione Europea ha erogato generosi sussidi agricoli alle aziende di oltre una dozzina di miliardari, tra cui aziende di proprietà dell'ex primo ministro ceco Andrej Babiš e dell'imprenditore britannico Sir James Dyson.

Secondo l’analisi dei dati ufficiali ma poco chiari degli stati membri dell’UE, i miliardari sono stati i “beneficiari finali” legati a 3000  miliardi di euro   di sussidi agricoli dell’UE nel periodo di quattro anni, nonostante migliaia di piccole aziende agricole siano state chiuse.

I 17 “beneficiari finali” che figurano nella lista dei ricchi di Forbes del 2022 includono Babiš, l’ex primo ministro ceco che è stato assolto a febbraio dall’accusa di frode relativa ai sussidi agricoli ; Dyson, il magnate britannico degli aspirapolvere che sosteneva che la Gran Bretagna avrebbe dovuto lasciare l’UE e la cui azienda ha ricevuto pagamenti prima della Brexit; e Guangchang Guo , un investitore cinese proprietario della squadra di calcio Wolverhampton Wanderers.

Tra gli altri miliardari beneficiari dei fondi dei contribuenti dell'UE ci sono Clemens Tönnies, il magnate tedesco della carne che ha ammesso di "aver sbagliato" su Vladimir Putin nel 2022; Anders Holch Povlsen, l'appassionato danese di rewilding e proprietario terriero privato nel Regno Unito; e Kjeld Kirk Kristiansen, il produttore di giocattoli danese ed ex CEO di Lego.

"È una follia", ha detto Benoît Biteau, un agricoltore biologico francese e parlamentare europeo per i Verdi nell'ultimo parlamento europeo. "La stragrande maggioranza degli agricoltori sta lottando per guadagnarsi da vivere".

L'UE assegna un terzo del suo intero bilancio agli agricoltori attraverso la politica agricola comune (PAC), che eroga i fondi in base alla superficie di terreno posseduta dall'agricoltore e non in base alla sua effettiva necessità di sostegno.

Ma le rigide norme sulla privacy, i deboli requisiti di trasparenza e le complesse catene di proprietà aziendale hanno fatto sì che sia stato possibile un controllo limitato su chi riceve i soldi. In uno studio commissionato dalla commissione per il controllo del bilancio del Parlamento europeo nel 2021, i ricercatori del Centre for European Policy Studies (Ceps) hanno scoperto che è "attualmente di fatto impossibile" identificare i maggiori beneficiari finali dei finanziamenti dell'UE con piena certezza.

Per fare una stima migliore, i ricercatori hanno collegato i dati sui beneficiari dei sussidi agricoli di ogni stato membro con un database commerciale di aziende. Lavorando a ritroso dai beneficiari, hanno identificato le persone che possedevano almeno il 25% di un'azienda a ogni passaggio della catena di proprietà per elaborare i "beneficiari finali".

In alcuni casi, i ricercatori non sono riusciti a rintracciare il denaro perché è andato a enti regionali che lo hanno ridistribuito.

L'analisi ha esaminato la persona fisica finale alla fine di una catena di aziende, ha affermato Damir Gojsic, un ricercatore di mercati finanziari che ha co-scritto il rapporto Ceps e aggiornato l'analisi per il Guardian. "L'ideale sarebbe concentrarsi sui milionari, ma non esiste una lista di milionari là fuori".

Gojsic ha scoperto che 17 miliardari avevano ricevuto sussidi agricoli dall'UE tramite aziende di loro proprietà totale o parziale nel periodo di quattro anni. La somma totale di denaro collegata ai miliardari era di 3,3 miliardi di euro, ma la catena di aziende era troppo complessa e imprecisa per ponderare gli importi in base alla loro quota di proprietà, ha affermato.

Gli scienziati hanno criticato gli “incentivi perversi” nella PAC che spingono gli agricoltori a distruggere la natura. Stima che il 50%-80% dei sussidi agricoli dell’UE vada all’agricoltura animale piuttosto che ad alimenti che sarebbero migliori per la salute delle persone e del pianeta.

"Abbiamo bisogno di una rapida transizione alimentare per un futuro più sano e i sussidi sono la più grande leva economica per il cambiamento", ha affermato Paul Behrens, ricercatore del cambiamento globale presso l'Università di Leida, che non è stato coinvolto nello studio.

Ha affermato: "La disuguaglianza nel Cap è estrema e questo lavoro evidenzia ancora una volta quanto i proprietari terrieri più ricchi continuino ad arricchirsi grazie ai sussidi. Sebbene la trasparenza nel Cap sia migliorata nel tempo, la quantità di lavoro investigativo necessaria per scoprire come vengono spesi i soldi delle tasse pubbliche è sbalorditiva".

La maggior parte dei 17 miliardari non ha risposto alle richieste di commento. Una manciata ha rifiutato di commentare.

Dyson ha scritto una lettera al Guardian l'anno scorso sostenendo di non aver "mai sostenuto la base del Cap". Un portavoce di Dyson Farming ha affermato che la famiglia ha investito 140 milioni di sterline nel miglioramento sostenibile delle sue fattorie e terreni agricoli, oltre al costo del terreno, che "eclissa qualsiasi pagamento di sussidio" ricevuto da Dyson Farming Ltd. Hanno affermato: "Le sue aziende hanno anche contribuito con centinaia di milioni di sterline in tasse e tariffe UE.

“Le aziende agricole ora impiegano più di 250 persone e utilizzano l'agricoltura tecnologica e l'innovazione per supportare la sicurezza alimentare del Regno Unito. Solo nel 2023, Dyson Farming ha prodotto in modo sostenibile 40.000 tonnellate di grano, 12.000 tonnellate di patate e 750 tonnellate di fragole britanniche fuori stagione, evitando i chilometri aerei e l'impatto di carbonio della frutta importata dall'estero.”

Thomas Dosch, responsabile degli affari pubblici di Tönnies, ha affermato che l'azienda ha sostenuto un "riorientamento" della politica agricola europea in modo che gli agricoltori che lavoravano in modo ecosostenibile fossero compensati per la perdita di reddito associata. "Nessun sussidio dovrebbe essere pagato per la quantità di prodotti o come premi di superficie per ettaro", ha affermato.

Un'altra opzione sarebbe quella di sanzionare i comportamenti dannosi per l'ambiente imponendo costi elevati, ha aggiunto. "Tuttavia, se ciò dovesse portare a prezzi alimentari molto più alti e forse anche a carenze alimentari, credo che ciò sarebbe politicamente inaccettabile".


mercoledì 9 ottobre 2024

In ricordo del collega Peppino

 

                      Lucia Vintaloro, Agronomo 

È stato un caloroso abbraccio fra noi, in una fredda ma soleggiata giornata del Marzo scorso, quando  Peppino, avendo accettato prontamente il mio invito a tenere una lezione durante un "Corso di corretta gestione e potatura dell'oliveto" organizzato dalla SOPAT 66 DI BISACQUINO , dove lavoro, si presento' puntuale, attrezzato per venire in un Azienda di alta collina a Bisacquino, e con uno sguardo che comunicava sapienza, passione e anche tanta gioia di vivere.  Con calma e con numerosi dati scientifici e tecnici ci dimostro'  come rispettare gli alberi d olivo e nella lezione pratica nell' oliveto, abbiamo potuto apprezzare come, prima di procedere alla potatura , accarezzava gli alberi, li guardava , apprezzava la corteccia, verificava ramo per ramo la loro sanità e la loro  potenza vegetativa, lui,  Massimo esperto  nel riconoscimento della varietà e delle loro manifestazioni fenotipiche.

Ho avuto il piacere di rivederlo ancora a Maggio, ospite graditissimo con il prof . Di Prima e Leonardo Cannata, in occasione della Giornata Campi Aperti  che la SOPAT organizza nei campi dimostrativi di Grano duro per condividere con gli imprenditori i risultati. 

Mi sono commossa quella volta al loro arrivo,  tutti se ne sono accorti. Ero molto presa dall organizzazione dell'evento,  con la tensione di condurre al meglio la Giornata,  perché tutto funzionasse al meglio, la vista di Peppino Bivona, per la sua levatura professionale, per  le sue doti umane, per il suo sguardo capace di dire più cose che altre mille parole, mi è apparsa come un premio, come la certezza che con lui al fianco, tutto sarebbe andato bene e quando ha preso la parola,  il rumorio di tanta gente venuta,  si tramutò in un silenzio interessato a sentire e cogliere anche le più piccole sfumature, di un discorso che non poteva che scaturire dalle grandi conoscenze del mondo agricolo, dalla esperienza diretta e dalla sua capacità di entrare nei sentimenti  di chi ascoltava. Io TI PORTERÒ con me, nei miei pensieri e cercherò di esserne all'altezza.