domenica 28 ottobre 2018

Quaderno di Neoruralità




Pubblico delle grandi occasioni a Menfi alla presentazione del Quaderno di Neoruralità
"Diario dell'Ulivo Saraceno"
di Peppino Bivona, edito della Libera Università Rurale dei Saperi&dei Sapori.

Al Talk Show mirabilmente condotto dalla Dott.ssa Antonella Giovinco, hanno preso parte il Sindaco della Città Marilena Mauceri, l'Assessore Saverio Ardizzone, Gaetano Basile, Nicola Cacioppo, Claudia Nuccio, Nino Alesi, Nino Sutera.
 Peppino Bivona e Gaetano Basile, hanno dato luogo a una vera serata culturale molto apprezzata da una   platea attenta e qualificata e da tutta l'Amministrazione Comunale presente. 
La regia, perfetta, è stata curata dall'Assessore Nadia Curreri, La visita alla mostra di Gregorio Viviani e la degustazione dei prodotti del territorio, ha concluso la serata.



Dal Vino all’olio, da Inycon a Frantoi in Festa
Continuano le iniziative organizzate dal Comune di Menfi, ma anche quelle della Libera Università rurale, che non è nuova a iniziative inedite di animazione e di approfondimento colturale e cuturale.
Tante attività sia all’interno del territorio che fuori, anche ben lontano dai confini regionali.

Ha ideato tanti format di successo,
Dal villaggio di Idee,     ai Borghi GeniusLoci De.Co.,
passando per terr@ - acronimo di Territorio,EnogastronomiaRisorseRurali e @mbientali,

e coordina il comitato promotore del Parlamento Rurale Europeo per l’Italia.



Questa sera la presentazione del primo quaderno di Neoruralità - Diario dell’Ulivo Saraceno - di Peppino Bivona con la prefazione di Gaetano Basile, l’introduzione di Nicola Cacioppo, e la postfazione di Nino Sutera mentre il Progetto grafico è di Stefania Bonura Graphics Web & Books


















martedì 23 ottobre 2018

Diario dell'ulivo saraceno

Tutto pronto a Menfi,  per i tre giorni dedicati all'olio novello, tanti eventi in programma.


Sabato 27 Ottobreore 18.00 la presentazione  della pubblicazione - Diario dell’Ulivo Saraceno- di Peppino Bivona con la prefazione di Gaetano Basile, l’introduzione di Nicola Cacioppo, e la postfazione di Nino Sutera




La Libera Università rurale non è nuova a  iniziative inedite di animazione e di approfondimento.
 Tante attività sia all’interno del territorio,  che fuori, anche fuori i confini regionali.
Ha ideato tanti format di successo tra i quali,  Dal villaggio di Idee, ai Borghi GeniusLoci De.Co., passando per terr@ Territorio,EnogastronomiaRisorseRurali e @mbientali.



















Interverranno:
Marilena Mauceri, Sindaco
Giuseppe Bivona, Presid. Libera Università Rurale
Gaetano Basile, scrittore autore di tantissime pubblicazioni di storia dell’enogastronomia,  e Primo “Ambasciatore dell’Identità Territoriale” ha firmato anche la prefazione del  libro di Peppino Bivona
 Saverio Ardizzone Assessore all’Agricoltura al Comune di Menfi
Nicola Cacioppo, decano dell’Assistenza Tecnica in agricoltura e coofondatore della Libera Università rurale
Nino Sutera, Funzionario Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj,  Coordinatore dell'Osservatorio di Neoruralità  e ideologo della Libera Università Rurale.


Gaetano Basile, dalla   prefazione al libro, che è anche un invito a leggerlo.
Peppino Bivona con l’ulivo ha un rapporto antico. Meglio ancora è antico il suo rapporto con la terra tanto da averne fatto il suo lavoro, la sua professione. Nessuno come lui conosce i mille segreti degli ulivi, delle drupe, dell’olio e di come giudicarlo. Ed
a lui ricorro sempre quando mille dubbi mi assalgono su questa pianta misteriosa, strana, bizzarra. Biennale, ma tanto antica e sacra da accreditarne l’invenzione ad una divinità, Atena la saggia.








venerdì 12 ottobre 2018

IL Mistero nei Misteri.

 




“ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DELL’ANTICO EGITTO “ di Stefania Bonura

  Peppino Bivona


                                    Accade sovente che assaggiando un vino bianco siamo  catturati dall’effluvio di profumi  , di solito floreali ma anche di frutta, sia di stagione che esotica. Tuttavia  nel trasferirlo in bocca restiamo delusi: ovvero tutto quello che ci aveva promesso non è stato mantenuto! Al gusto il vino “ cade in bocca” , perde spessore, non esprime alcuna personalità, somiglia molto ad una bevanda industriale, fatta apposta per attrarre ed ingannare le effimere banalità sensoriali .



 Invece esistono ,in verità pochi , grandi vini bianchi, che  mantengono ciò che promettono, anzi, paradossalmente,  le qualità gustative contribuiscono in modo decisivo a caratterizzare  la spiccata personalità del vino, il suo “ spessore”  o meglio  la sua “stoffa” Ne percepiamo  la gradevolezza, l’intrigante armonia  della complessità! 
“ Alla scoperta dei misteri del Egitto” di Stefania Bonura , mi sia consentita l’audacia , somiglia molto a quest’ultimo vino:  raro, prezioso, solo per pochi “palati”,  esprime molto di più  di quanto  viene annunciato! La modestia non Le  fa alcun difetto!
 Questo suo ultimo libro “ Alla scoperta dei segreti dell’antico Egitto” è una fatica letteraria che richiede  una buona dose di “vocazione”,  una passione non comune,  una dedizione completa alla storia e agli accadimenti che hanno plasmato una delle più misteriose ed coinvolgenti momenti di questo pianeta, segnate dal sottile  confine tra preistoria e storia, da cui  la derivata civiltà, ovvero la nostra umanità.
Il libro si legge con la scioltezza di un “romanzo”  reso fluido da un linguaggio  asciutto , essenziale,  farcito di “attese” come un giallo tinto di rosa.  Una volta “entrato “ non ti sarà facile uscirne. Dell’antico Egitto sapevamo molte cose: intrise di nozioni scolastiche o da inchieste televisive : La Bonura ha il merito di coordinare  ed intrecciare in un appassionato racconto 5000 anni di storia, resa scorrevole dall’intreccio tra storia , geografia, agronomia, economia ,religione,  arte, cultura. Meticoloso, puntuale, attento ai particolari, nulla viene trascurato, i riferimenti bibliografici sono pietre miliari.
Eppure ci fu un tempo, tra gli anni settanta e gli ottanta, che fummo catturati da una “letteratura”  tutta dissacrante, falcidiandone i supposti storici, autori come Peter Kolosimo si chiedeva provocarmene  come fosse stato possibile erigere le più antiche, monumentali piramidi sorretti da cubi di granito perfettamente levigato in un età  che da poco aveva scoperto la ruota .
 Stefania Bonura non disattende queste obiezioni, li traduce in una chiave di “lettura” tutta interna  ai confini stabiliti tra preistoria e storia  osserva e valuta con realismo gli accadimenti dandoci i soli elementi di analisi di cui disponiamo.
Se posso permettermi di dare un suggerimento a tutti coloro che volessero accingersi  a fare un viaggio in Egitto, consiglio caldamente di munirsi di un “vademecum” ovvero di una guida eccellente per visitare e godere dei primi sussulti della nostra civiltà.
Grazie per questo tuo lavoro
      

La baronia del Belice “territorii nullius”?


La baronia del Belice “territorii  nullius”?
di Peppino Bivona



                     Enzo Lotà nel suo bel libro “Uomini senza cappotto”  dedica alcune pagine molto significative circa l’assegnazione dei confini comunali tra Menfi e Castelvetrano . Segnala una prima ricognizione voluta da don Diego Pignatelli Cortez Aragona  nel lontano 1732 e poi  quella di qualche mese antecedente (1811)  la fine della feudalità in Sicilia (1812) .  Negli anni successivi due sindaci di Menfi ,l’avvocato Nino Ognibene e Rosario Giaccone  prospettano il problema di una nuova circoscrizione territoriale che superi i confini dell’ex contea feudale . Scrive Lotà “ Il sindaco Giaccone per rispondere  ad alcuni quesiti  richiesti dal governo, affida  all’agrimensore Don Francesco Viola la redazione di una mappa del territorio di Menfi  e del territorio della baronia del Belice.
Ebbene se visualizziamo le mappe redatte  dal marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena nel 1837- 1853 per conto del governo Borbonico ( Catasto Borbonico) non sembrano aver sortito alcun effetto positivo circa le rivendicazioni avanzate dal comune di Menfi, malgrado le precise e puntuali orgomentazioni esposte dall’agrimensore Francesco Viola.

Il consiglio comunale di Menfi dopo l’Unità d’Italia ripropone la questione, ma con lo stesso insuccesso .
Se la mia memoria non mi tradisce la buonanima del cav. Francesco Bilello sosteneva che la “difesa” degli attuali confini comunali sia stata caparbiamente voluta dai Pignatelli, i quali avevano fatto coincidere i confini territoriali con la delimitazione dei loro feudi. Di fatto Belice è l’ultimo lembo di feudo della famiglia Pignatelli
Ora , a distanza di un secolo e mezzo proviamo a dare una diversa chiave di lettura  del problema,che non sia la semplice e banale rivendicazione dal sapore “patriottico” irredentistico

Se le fondamenta della democrazia si reggono sulla divisione dei poteri, l’esercizio di una democrazia rappresentativa si concretizza nella dialettica elettore-eletto ovvero nel rispetto delle regole del gioco democratico: i cittadini periodicamente eleggono i loro rappresentanti politici per la gestione della “cosa pubblica” . Il momento elettorale costituisce il nodo cruciale delle verifiche tra le attese dei cittadini e la risposta dei rappresentanti. Le elezioni politiche offrono ai cittadini la possibilità di analizzare, verificare, giudicare l’operato degli eletti avendone il potere di confermargli o rimuoverne la fiducia. Ebbene questa normale dialettica democratica non trova applicazione nella piccola comunità proprietari dei terreni in contrada Belice di mare, Casuzze ,Casenuove e Serralunga.

 Come sostenevamo pocanzi, per ragioni complesse e talvolta complicate queste contrade provenienti dagli ex feudi Pignatelli –Aragona ricadono sotto la giurisdizione di Castelvetrano, mentre i proprietari, coltivatori da secoli a diverso titolo, risiedono nel vicino comune di Menfi. La qualcosa ha da sempre destato un malessere nei proprietari delle contrade su menzionate, ed invero in tutta la comunità menfitana tante che già dal 1828 l’amministrazione comunale di Menfi ha cercato di rivendicarne i diritti ponendo il fiume Belice come il naturale confine che separa la provincia di Trapani da quella di Agrigento e conseguentemente il comune di Menfi da Castelvetrano.

L’anomalia è tutta “Qui “ ovvero centrata sulla impossibilità di attuare una normale prassi democratica . I detentori dei beni fondiari e abitativi delle contrade di  Belice e altr. pagano al comune di Castelvetrano  le giuste tasse  per ricevere adeguati servizi (ritiro della spazzatura, gestione delle strade ecc.) oltre alla gestione del territorio. Accade ora che in assenza di un adempimento di questi servizi ,la comunità non è sufficientemente tutelata perché non  adeguatamente rappresentata , le resta solo la eventualità di protestare, spesso senza alcun esito positivo. Ma c’è di più , il territorio “terra di nessuno” diviene oggetto  di “incursioni”  speculative senza alcuna voce che si alzi circa l’ opposizione della gestione politica amministrativa. Insomma il territorio privo di una sua rappresentazione nei banchi del comune e oggetto di abbandono . gli amministratori gestiscono il territorio alla stregua di una “discarica”, sono svincolati dal giudizio degli elettori che in questo caso esercitano il diritto di voto a Menfi. I territori sono dei “luoghi” contrariamente ai “non luoghi” dove le comunità esercitano le proprie attività determinandone il vissuto, sono la sedimentazione delle vicende storiche collettive e personali che ne definiscono  lo scenario umano, economico ,paesaggistico ecc.
Questa piccola comunità , oggi ,vuole riappropriarsi della sua identità , vuole decidere  modi e tempi nel farsi rappresentare, e  cosi divenire” soggetti”    nella gestione del territorio e non “oggetti”  di eventuali occasionali , benevoli concessioni!