lunedì 25 dicembre 2017

Settesoli,un pezzo del nostro vissuto.


 Peppino Bivona  

Caro Nino, ho letto il tuo   intervento sulle ultime  vicende accadute presso le Cantine Settesoli. 
                        Ora malgrado i tuoi buoni propositi volti a valutare con serenità  le vicende, il contenuto di fatto non aiutata a dissipare  il “nebuloso intreccio” che pare abbia  sfociato in  una congiura di Catilina memoria.
Come Libera Università Rurale  in questi anni abbiamo cercato di “volare alto” ovvero tirarci fuori dalle polemiche e dai pettegolezzi che investono le vicissitudini paesane.Perciò colgo il tuo invito.

 L’azienda  Settesoli è  un “pezzo” del nostro vissuto   è lo zoccolo duro su cui poggia l’economia   della nostra comunità, è la stessa identità  che da più parti ci viene riconosciuta, è…. più di mezzo secolo di storia di questo paese.

Ora , questo prezioso patrimonio non c’è l’ha regalato nessuno: è il felice risultato scaturito  della fatica dei nostri viticoltori , l’ intelligenza e la lungimiranza di qualche cervello locale , la serietà e competenza di operai impiegati e dirigenti nel perseguire gli obbiettivi.
Non vogliamo e non dobbiamo entrare nel merito dei risultati “elettorali” , nei sistemi elettivi  la maggioranza decide e, a noi , non resta che prenderne atto, ogni altra possibile speculazione andava fatta prima  che gli elettori si esprimessero .Questo non esclude che ci si possa soffermare sulle analisi del dopo voto. Ma solo se colpiamo il vero obiettivo.
L’articolo che tu hai riportato del Giornale di Sicilia del 2003  è  stato “ commissionato”  dalla Settesoli  come inserto” pubblicitario” atto ad accrescere la nostra immagine a livello nazionale; i terreni, il clima  non sono dissimili da quelli  delle contrade viciniore di Sciacca  ,Sambuca o Castelvetrano  anzi  relativamente al clima , non ci dispiacerebbe avere qualche punto in più nel “salto termico” . Ma quello che alle realtà vinicole limitrofe è mancata è stata  la capacità intellettiva di una classe dirigente  che in tempi non sospetti ha avuto il coraggio di   dire di “No”: un No deciso al totale delle liquidazione delle uve. Un No,  alla banalizazione del vino ridotto a “mosto muto”.Eppure  in quegli anni i viticultori siciliani si mobilitavano scendevano in piazza chiedevano a gran voce, una, due ,tre leggi per la distillazione Qui da noi  qualcuno ,intelligentemente ,percorse un itinerario diverso: puntò sulla ”bottiglia, ovvero sulla qualità. Fu una scommessa avvincente non priva di resistenze e dissapori: finché non ci si pose difronte al più grosso delle difficoltà.
Ovvero:  come una azienda di matrice cooperativa poteva porsi sul mercato dell’imbottigliato, competere con le grosse aziende private , fare fronte alle liquidità giornaliere dei fornitori, dei commissionari, dei rivenditori, delle enoteche? Il salto di “qualità” per il presidente di allora Planeta era possibile: bisognava costituire all’interno della Settesoli una “Finanziaria” ovvero aprire la Cantina  ai  soci sovventori, piccoli risparmiatori locali, con tutte le garanzie che gli erano dovute.Planeta inteligentemente sapeva che i piccoli viticoltori  non potevano farcela avevano bisogno dell’artigiano, del commerciante, dei piccoli risparmiatori che avrebbero attivato cosi  una economia “circolare” Sono trascorsi quasi venticinque anni e ancora rimbombano le voci stridule dei soci che quasi all’unisono imprecavano “La cantina è dei viticoltori !!” Molti di costoro non erano stati informati dai dirigenti del p.c.i o della Lega delle Cooperative che in Emilia Romagna queste realtà vigevano da  anni. Planeta e alcuni di noi abbiamo avuto una  cocente  delusione , al limite della umiliazione, avevamo fatto il passo più lumgo della gamba , capivamo che i nostri soci stavano sbagliando ma Planeta ritrasse la sua proposta in attesa  che i tempi maturassero: non  abbandonò la nave. Da qualche anno una finanziaria del Nord rastrella capitali per foraggiare le impresse della padania ,,l’attore locale venne definito in una assise “portatore di luce” che il latino si traduce in “ fero lux” ovvero Lucifero. 
Le strutture cooperate si reggono sul consenso, ovvero si va avanti se il grosso della truppa è consenziente.  I tempi di elaborazione e maturazione nel mondo agricolo sono lenti e a volte stenuanti .I nostri viticoltori debbono avere la consapevolezza che se vogliono sfidare il mercato  debbono sottostare alle dure leggi  della concorrenza comprese quelle aziende  che disonestamente applicano le cosiddette “asimetrie di mercato” ovvero comprare vino di dubbia qualità a prezzi sviliti su cui sarà possibile esercitare tutti i ricarichi dettati dal marketing  . Ed allora come uscirsene?
La Settesoli è un bolide lanciato, non può fermarsi né, tanto meno, tornare indietro, ma per restare in pista e mantenere la giusta velocità, ha bisogno di “carburante”
Ai nostri  viticultori non possiamo chiedere di più,”hanno già dato” Ma debbono sapere che le bottiglie non camminano da sole, nessuno viene a prendersele dal magazzino dell’imbottigliato!. Eppure non bisogna arrendersi, dobbiamo cercare idee innovative a cominciare dalla forma societaria
I prossimi anni saranno decisivi per la Settesoli, perciò auguriamo buon lavoro al nuovo presidente Giuseppe Bursi e al consiglio di amministrazione…e con l’occasione 
Buone Feste e Felice anno nuovo.
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mercoledì 13 dicembre 2017

PALERMO CAPITALE DELLA CULTURA 2018


TASTING AFRICA, LA BELLEZZA AFROITALIANA SI PRESENTA
Arte, moda, cibo e make up in stile afroitaliano. Le nuove specie delle tendenze del gusto si danno appuntamento a Palermo per cominciare a convivere nel segno della bellezza.

Al via Tasting Africa, una rassegna di incontri, manifestazioni e confronti promossa dall’associazione Salambò, in collaborazione con il Comune di Palermo, che culminerà, concludendosi, nelle ultime settimane di Maggio 2018. Un calendario di iniziative che segnano il primo incontro ufficiale tra le culture straniere, ormai stabilmente innestate in Sicilia e in Italia, e le tradizioni culturali nostrane, nel quadro del programma per Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
Il primo appuntamento, il 14 dicembre, alle 13 e 30 a Sanlorenzo Mercato, alla presenza del vicesindaco Sergio Marino, del Dirigente Generale Dipartimento Pesca Mediterranea della Regione Siciliana Dario Cartabellota e dei protagonisti della rassegna fra cui Davide “Atomo” Tinelli fra i più famosi street artist internazionali, Paolo Sciortino, giornalista culturale e sceneggiatore e Marene Cissè cuoca senegalese, sarà un contest lunch intitolato alla Afro Fusion Experience: cinque cuochi italiani e africani si cimenteranno in un viaggio tra i sapori all’incrocio tra le diverse culture gastronomiche.
Il calendario degli eventi di presentazione di Tasting Africa, programmato in due giornate, proseguirà poi nel pomeriggio, alle 16.00, presso Sala Martorana di Palazzo Comitini, con un talk show dal titolo: “La bellezza della contaminazione”, a cui interverranno esponenti qualificati nelle varie sezioni del progetto Tasting Africa, che illustreranno i nuovi valori della bellezza afroitaliana.
A seguire, il giorno dopo (venerdì 15 dicembre), con alcuni incontri mirati in diverse sedi dislocate in città (Orto botanico, Cantieri della Zisa, Scuola Politecnica e Consorzio Arca) sulle quattro aree di interesse dell’iniziativa (Arte, Cibo, Moda e Bellezza), i coordinatori della rassegna e gli esponenti del mondo produttivo, istituzionale e della cultura faranno il punto sulle singole azioni da mettere in programma per Palermo 2018.

La manifestazione d’esordio di Tasting Africa si concluderà venerdì 15 dicembre, dalle 21.00, nell’ambito dello Street Food Fest, allo Spazio Gourmet di Piazza Marina con un cooking show a tema: “Identità, salute e sostenibilità nella fusione afro sicula del cibo di strada”.