Giuseppe Bivona
La scienza è la nuova religione e il disinfettante la sua
acqua santa
ll tratto di strada in salita, dopo numerose curve, ora seguiva un breve rettilineo . Improvvisamente sento la voce di Alice, indicando con il dito :” Fermati , alla tua destra c’è un abbeveratoio!”. Sulle alture dei Nebrodi, non mancano vecchi abbeveratoi alimentati da sorgive di acqua pura e fresca. Vedere l’acqua che sgorga, rinfrescarsi e dissetarsi per il viandante è qualcosa di più che una piacevole sensazione, è quasi una emozione.
Nella parte
terminale, opposta dove sgorgava dell’acqua, una ragazza era intenta a pulire alcuni piatti e
poche pentole, limitandosi ad un sbrigativo lavaggio grazie all’abbondanza di acqua ma , cosa insolita ,senza l’uso di detersivo.
Alice la salutò e dalla breve conversazione che intrattenne con lei comprese che ,assieme con altri suoi amici, si esercitavano nella
scalata di una parete rocciosa.
Le tende per
l’accampamento erano sistemate appena più sopra.
Salimmo in macchina e riprendemmo il viaggio. Ma dovete
sapere che per Alice l’igiene è una condizione imprendi
scibile dal quotidiano vivere, quasi una pratica
religiosa, tanto che qualche sua amica la canzona , prendendola in giro per essere
avvezza a pulire anche …... il pulito .Perciò quella scena del lavaggio senza
alcun uso di detergente per piatti non le andava proprio giù, cosi dopo pochi
minuti scoppiò:
”Vabbè che dobbiamo preservare l’ambiente e mantenerlo
incontaminato il più possibile, ma come si toglie l’unto dei piatti senza un
minimo di detersivo?.Volendo, ci sono pure in commercio quelli biologici !”
“ Certo” risposi “ magari utilizzare, come facevano le nostre
nonne, un po’ di aceto o qualche limone. Tuttavia devi convenire che oggi noi, a casa ed in città, esageriamo riversando tonnellate di
prodotti disinfettanti ,detergenti e
igenico-sanitari in ogni momento
e segmento della nostra vita quotidiana, non riusciamo più ad immaginare il nostro vissuto privo di
“ Profumo di pulito” . Sconfiniamo nel paradosso comico di stare nel bagno confondendola con la sala da pranzo per via di certi
bagnoschiuma al sentore di albicocca o cocco”.
Alice non si fece attendere e con un pizzico di stizza:” Bè, meglio questa “
esagerazione” che non il “difetto” che aveva condizionato la salute pubblica
delle nostre popolazione fino alla fine dell’ottocento. Le tante e innumerevoli
epidemie ricorrenti nella nostra storia
lussureggiavano nello spesso strato della sporcizia , nella totale assenza di
igiene: Nella Parigi del settecento i
miasmi derivanti dalle fogne a cielo
aperto caratterizzavano la vita
cittadina. Bisogna ammettere che con gli studi e le ricerche portati avanti da
Pasteur ,da Koch ed tanti altri , abbiamo chiuso un capitolo della nostra lunga
storia costellata e flagellata da eventi
luttuosi ”
. Non ero del tutto d’accordo con le conclusione a cui perveniva
Alice ,attesi qualche minuto per ordinare le idee e risposi:”Quando nel 1973 a Napoli scoppiò una delle periodiche epidemie di
colera , a parte una trentina di morti ,
l’economia ittica ne risultò devastata. I TG e i reportage televisivi
dell’epoca trasmettevano in
continuazione le immagini di un pescatore napoletano
che nel disperato tentativo di dimostrare l’inesistenza del contagio del vibrione,
deglutiva cozze e patelle vive dinanzi alle telecamere. Una performance
divenuta negli anni successivi ,
quasi paradigmatica dell’incultura
popolare sulle questioni epidemiologiche”
“Di fatto” intervenne
Alice” la Rai poteva risparmiarsi
, in una situazione drammatica, un simile spettacolo!”
“Ma tu non sai” continuai
“ che quella grottesca esibizione
sperimentale dell’anonimo pescatore
partenopeo , aveva un assai più illustre e spettacolare precedente.
Nel 1892 il celebre
medico e chimico bavarese Max von Pettenkofer chiese a Robert Koch , che
dieci anni prima aveva isolato il bacillo del colera, di inviargli un
campione delle sue colture vibrionali. Koch glielo inviò .
Dopo qualche giorno la risposta: “Il dottor Pettenkofer offre al dottor professor Koch i propri
rallegramenti e lo ringrazia per la
fiala contenente i cosi detti vibrioni
del colera , che egli è stato cosi
gentile da inviargli. Il dottor Pettenkofer
ne ha bevuto l’intero contenuto ed è lieto di informare il dottor professor Koch
che egli permane nella consueta ottima
salute”
Alice rimase un po’
perplessa, di certo doveva esserci
qualche ragione che ne aveva impedito il
contagio, per esempio l’eccessiva acidità dello stomaco del medico bavarese.
“Pettenkofer” continuai “ si poneva all’epoca, su una prospettiva
epidemiologica del tutto differente , se non opposta rispetto a quella di Koch sostenitore
della teoria dei germi ossia
come la causa diretta delle molte malattie l’azione dei microrganismi, restringendo dunque
l’indagine eziologica sulle patologie
ad un “attacco all’organismo” da parte di agenti esterni e rifiutando
ogni valutazione differente , tanto rispetto al possibile influsso di altri fattori , quanto rispetto all’effettivo ruolo svolto
dai cosiddetti “ agenti patogeni”
nello scenario epidemico” .
Alice sembrava sorridere alle
mie argomentazioni , ma era curiosa di sapere dove andassi alla fine a parare.
“ Veniva cosi dato per
scontato l’esistenza di un organo sano , in salute che viene attaccato da un nemico che ne compromette il regolare funzionamento . Un nemico contro
il quale occorre difendersi , lottare, alla stregua di
invasori barbarici che assaltano una
cittadella incustodita. Questa
concezione della malattia , tipica della medicina occidentale , nasce
con Pasteur il quale osserva al microscopio che gli organi o i tessuti malati sono
colonizzati da batteri, ma fa un grandissimo errore : scambia la causa con
l’effetto!”
Alice ora si fece seria. “ Ma
allora gli antibiotici , le vaccinazioni
sono colossali prese in giro?”
“ Ebbene si, per tenere in piedi questo teatrino che
ha arrecato ed arreca infiniti vantaggi economici ad una ristretta
consorteria di cialtroni, bisognava colpevolizzare
virus e batteri . Non abbiamo chiaro ancora il ruolo dei batteri nel nostro
organismo , ma siamo certi che il “ terreno “ in cui si muovono è determinante , ancora di più la sua
correlazione con il nostro sistema immunitario.”
“ Ma sappiamo che esistono batteri buoni
e quelli cattivi contro cui
attiviamo tutti i mezzi igienici- sanitari non ultimo l’uso degli antibiotici , compresa
la penicillina che ha salvato milioni di vite umane”,disse un po’ nervosa Alice.
“Certo, che ad una
distratta osservazione saremmo
indotti a validare le tue considerazioni
,ma la problematica dei batteri è molto più complessa e complicata . Già
Pasteur negli ultimi anni della sua vita
affermava che il “ germe” è ben misera cosa a fronte del “terreno” ovvero il “ contesto “ in cui si sviluppa.
Cosi esporre un batterio, che ha vissuto
in condizioni di anaerobiosi a contatto con un terreno ricco di ossigeno , trasforma completamente la sua funzione! Nei
prossimi anni , sono certo che avremo la
piena e totale consapevolezza del ruolo
assolto dai “germi” e le nostre convinzioni sull’” igiene” saranno
rivoluzionate. La valenza endogena
avrà una dirompenza determinante ,ovvero saremo più meticolosi e attenti nell’assunzione degli alimenti e
meno puntigliosi e civettuoli sull’uso di creme da spalmare sul corpo.”
Alice rise “ perché rinunziare ad essere belli e sani?”
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