Per Alice quel viale era un luogo “magico”,
silenzioso e rassicurante ,forse perché delimitato da due filari di ulivi, le
cui fronde si toccavano quasi a formare un tunnel e nelle ore più calde c’era
sempre ombra a proteggerti.
Poi come un segnale convenuto, alla stessa
ora,minuto più minuto meno, arrivava dal mare la brezza e con la delicata
freschezza portava il profumo di “mare”. Chinò lo sguardo per cacciare un piccolo sasso e vide con
sommo stupore un piccolo ,strano fiore, attaccato alla ceppaia dell’ulivo, dai
petali particolare ,irregolari, dalla forma inusuale. Cosa sarà mai? Come al solito, chiamò il suo
inseparabile gufo e chiese che cosa fosse
quella strana pianticella. “ E’ una orchidea”- disse subito il gufo ,” di
spontanee c’è ne sono parecchie in Sicilia specialmente nell’altipiano Ibleo” .
Alice raccolse i fiorellino e lo fece girare
e rigirare tra li dita , accrescendo sempre più la sua curiosità.
Camminarono assieme in silenzio poi il
gufo :” Be, è facile per esseri come
noi dotati di mobilità ,operosità e
linguaggio conquistare l’apice della
scala evolutiva . Eppure le piante
malgrado la loro fissità ,il radicamento ,l’immobilità, hanno fatto la storia naturale attivando meccanismi e strategie sofisticate
per rispondere efficacemente ai fini
esistenziali: nutrirsi e diffondere la progenie ,ovvero i propri geni nello
spazio circostante!”
Alice ,conveniva che nella storia naturale
dell’evoluzione le piante avevano messo a segno meccanismi sofisticati sia per attirare gli insetti pronubi che per
diffondere i semi ovvero la progenie.” Queste cara Alice “ disse il gufo “sono bazzecole rispetto a quello che alcune consorelle della
tua orchidea hanno escogitato! Vuoi un
esempio? L’orchidea Ophrys
contrariamente agli altri fiori non produce nettare! Tu dirai : si risparmia
questa fatica metabolica ! Si ,ma
escogita un inganno, forse, il più sofisticato, intelligente che si possa
osservare in natura : Promette…. sesso , uno strano sesso a cui un parente stretto del calabrone
non sa resistere! L’orchidea attrae il credulone imitando il profumo della vespa femmina (
profumo di donna!) ovvero con ferormoni,
specifico per la specie . Ma in primo piano l’orchidea espone il labello ( il
labro inferiore del petalo) ovvero una
riproduzione fedele dell’addome della vespa femmina vista da di…dietro, con gli arti e le ali
piegati e per non lasciare nulla al caso
..una finta peluria. Il credulone volteggiando tra i fiori intravede la “femmina. ” con la testa immersa nel calice, intenta ad
esplorare ,la scenografia è completata
dal verde colore dei sepali che sporgono
appena. Il mandrillo non ha dubbi: la posizione è delle più favorevoli , l’occasione è ghiotta ,si tuffa con decisione
ed inizia prima con movimenti prestanti
, poi via via assesta colpi vigorosi e prolungati ,di vera copula!
L’orchidea
risponde con languide flessioni del suo esile peduncolo , deve
assecondarlo ancora un po’, finché le piccole strutture polliniche ,due sacche
gialle pieni di granuli , poste ai lati come piccole colonne, si allentino e si
attaccano alla schiena con una sostanza
appiccicaticcia, gelatinosa a rapida presa . Quando il vespone ,ormai stanco e
ansimante di dimenarsi,senza aver ottenuto alcun fruttuoso epilogo , si
rende conto dell’inganno, abbandona il fiore , ha con se sulle spalle due
bombole gialle piene di polline. Poverino! Era stato illuso dalla promessa di
sesso ,ora è frustrato, arrabbiato con se stesso ,si chiede incredulo, come è
potuto cadere in quel miserabile inganno
? Ma ciò che lo manda in bestia è che era
stato fatto fesso da una …pianta! Ora vola lontano, ha paura del sarcasmo dei
compagni , vuole andare distante da quel luogo ,dimenticare.”
Alice era rimasta senza parole, la strategia
dell’Ophrys era geniale,intricante , piena di astuzia “ “ Non ti viene il dubbio che
questo sia la prova di una volontà ,di un disegno intelligente?” Il gufo scosse la
testa ” Be,se penso a certi uomini che
si consolano con le bambole gonfiabili non mi stupisco più di tanto.! Ma la
storia dell’orchidea non finisce certo qui ! tu penserai che quel ” pirla “vespone
ora non ci casca più,ha memorizzato le sembianze, i profumi e di conseguenza il suo carico di polline sarà sparso al vento, inutilizzato! Ebbene no! L’orchidea è “diabolica” , sa che
l’animale non si innamora sempre dello stesso fiore , e un “farfallone” nato, perciò crea una sottile variazione “sul tema” da pianta a pianta , come dire leggere
imperfezioni, odori legger menti divaganti per singolo individuo. Ebbene non ci crederai
,cara Alice, ma queste imperfezioni sono
estremamente funzionali al perfetto disegno della macchinosa trama ordita dalla
nostra orchidea.
Ormai il
vespone èlontano dalla scena dell’inganno ,distante da occhi indiscreti , si
abbassa verso il fiore vede di nuovo la vespa in “posizione” favorevole, con molta probabilità a guardala ed annusarla
sembra leggermente diversa dalla prima,
no, questa volta è quella “vera”, non resiste, si butta di nuovo …e giù a menar
colpi a…. vuoto . Ma non per l’orchidea , che se la gode, il suo atto copulatorio
è compiuto! Si è servita di un….pene
volante!.”
Alice era sempre più meravigliata dal racconto
del gufo , ma una cosa non le era chiara” Perché alcune famiglie di orchidee hanno scelto di
non produrre nettare e intraprendere l’avventura, diciamo “sessuale” .In fondo
migliaia di specie affidano
l’impollinazione al richiamo alimentare co ottimo successo. “Ingenua Alice La
tua innocenza è pari al tuo pudore”.Rispose il gufo “ I detti popolari , su
questo tema si sprecano “ tira più un pilu
di fimmina che…….”, ma l’orchidea
ha elaborato una fine strategia che segue diversi percorsi . Intanto produrre
nettare è sempre uno sforzo metabolico, per la pianta un costo energetico, poi
la presenza di nettare attira come sol dirsi “ cani e porci” . Un fiore cosi”
nobile” non può farsi ingroppare dal primo venuto! L’orchidea produce un suo specifico odore che attira un specifico insetto e solo cosi può essere certa che il polline finisce esattamente su uno stigma di una orchidea lontana. E ‘ una impollinazione efficiente e specializzata . In questo modo sfugge
al rischio di un isolamento geografico che poi equivale ad isolamento genetico e inagura
nuovi incroci, aumentando la variabilità , nuove conquiste.
Ma le orchidee in natura non sono tantissime. Il
loro numero ristretto è condizione di sopravvivenza . Si, perchè se le orchidee
ingannevoli fossero molto più numerose ,i loro trucchi non avrebbero tanta fortuna . Sono in “equilibrio” con le3/4
della popolazione di orchidee “oneste” dove l’odore è odore e dove la realtà
non e finzione e correttamente mantengono quello che si promette! Perché , l’inganno
sessuale può coinvolgere pochi vesponi per molto tempo ,può, al massimo
interessare molti vesponi, ma per breve tempo .Quello che non potranno mai fare
le orchidee “prostitute” ingannare molti
vesponi per tantissimo tempo!”
“Ma cosi la vita delle orchidee ingannatrici è
sul filo del rasoio” disse Alice ” No ! rispose il gufo _”perché
paradossalmente ogni granulo di polline si muta in …seme con una semplicità stupefacente , lontano
dalle complicazioni e dagli impegni coreografici che abbiamo visto per l’impollinazione. Questi
semi sono piccolissimi quasi invisibili ,non hanno cotiledoni “ Allora come
fanno a nascere, saranno pochissimi quelli che sopravvivranno!” disse
prontamente Alice. “ Niente paura ,rispose il gufo “ Ci pensa un fungo
epifita che raggiunge con le sue ife i
piccoli semi e fornisce loro tutte le sostanze necessarie allo sviluppo
dell’embrione e successivamente alla futura piantina. Tu dirai cosa ne viene al
fungo? Ma deve esserci per forza un
tornaconto ,una convenienza? Per una
orchidea ne vale la pena!!
Giuseppe Bivona
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