venerdì 9 febbraio 2018

“Cento e più idee per valorizzare le aree rurali

“Cento e più idee per valorizzare le aree rurali: finanziamenti, multifunzionalità e sistemi territoriali”: è questo il titolo del   libro di Mario Liberto 
La presentazione della pubblicazione è  prevista a Menfi il prossimo 2 Marzo alle ore 17.30 presso Casa Planeta,  consentirà  anche di fare il punto sul ruolo delle risorse immateriali a favore delle aree rurali, 
e la consegna dei riconoscimenti ai decani dell'Assistenza Tecnica
  Interverranno:  

Giuseppe Bivona, Presidente della Libera Università Rurale,   

Nuccia Tornatore, esperta di politiche di sviluppo locale
 Mario Liberto,  giornalista e scrittore 

 Nino Sutera,  European Rural Parliament

Modera, Michele Termine - giornalista 

  Un saggio utilissimo per agricoltori, professionisti, giovani in cerca di prima occupazione, titolari di aziende, associazioni culturali, operatori di turismo rurale, amministrazioni locali e per quanti operano nelle aree rurali italiane che, oltre a suggerire alcune soluzioni legati alla multifunzionalità aziendale e occupazionale, indica le fonti di finanziamento per la valorizzazione e la promozione delle aree rurali. Il libro è diviso in due parti; la parte generale evidenzia gli aspetti storici, culturali e ambientali e la scelta obbligata per gli operatori del mondo rurale della multifunzionalità.
Il libro è diviso in due parti; la parte generale evidenzia gli aspetti storici, culturali e ambientali e la scelta obbligata per gli operatori del mondo rurale della multifunzionalità. La seconda parte individua dieci funzioni: produttiva, paesaggistica, ambientale, didattica, sociale, culturale, energetica, turistico-ricreativa, servizi alle imprese e alla persona, attività ittiche, iniziative connesse al mondo rurale che possono essere estrinsecate in maniera dinamica e moderna, attraverso l’offerta di alcuni servizi: assistenziali, formativi, educativi, d’inserimento lavorativo e sociosanitari.
Un ruolo che il mondo agricolo ha sempre svolto in maniera naturale con una scarsa propensione alla monetizzazione. Le varie funzioni multifunzionali, oltre a presentare le attività che possono essere intraprese, individuano le fonti di finanziamento che, non sono solo afferenti ai Piani di Sviluppo Rurale delle regioni italiane, ma anche ad altre fonti quali: INVITALIA, Inps, Legge Sabatini, ecc. L’ultimo capitolo è riservato ai sistemi territoriali, ai distretti rurali ed agroalimentari, mutuati dalle varie esperienze nazionali dei progetti LEADER, utile per comprendere l’evoluzione delle amministrazioni locali verso forme aggregative territoriali.
Studioso e animatore dello sviluppo locale, Mario Liberto, non si stanca mai di additare come valore aggiunto per gli agricoltori e i fruitori dello spazio rurale ciò che resta dei beni naturali e la variegata fisicità del territorio umanizzato, dei tanti bei paesaggi agrari italiani che sono «scrigni di cultura».
L’interesse di Liberto rimangono gli agricoltori, grandi, medi e piccoli, i territori rurali e i giovani, alla cui sorte ha associato il suo destino di intellettuale, agronomo e funzionario regionale scrupoloso e preparato, sempre pronto ad assistere chiunque abbia bisogno di una guida esperta e affidabile per districarsi nella giungla di una burocrazia non sempre in grado di rispondere ai bisogni veri di chi produce ricchezza, cibo, svago, ospitalità rurale, incontro dei saperi cosmici con le nuove competenze informatiche, progetti di sviluppo autogestiti e di turismo integrato.

giovedì 1 febbraio 2018

Nomination per il premio “Attila”


Nomination  per il premio “Attila”
di Peppino Bivona

Qualche anno fa Angelo Napoli del Wwf di Menfi, aveva protestato energicamente assieme agli ambientalisti,    per lo scempio perpetrato ai danni dei ficus sistemati in piazza e in altre strade del paese.

Napoli, accompagnò la sua protesta con una sensata proposta, ovvero fornire al personale impegnato nella gestione del verde urbano, di una base cognitiva minima circa l’anatomia e la fisiologia delle piante, sperando così di evitare di  assistere, in futuro, a questo incivile massacro di alberi.

Ora, se vi capita di passare per via IV Novembre, poco distante dall’ex cinema Pirandello, capirete subito che il suggerimento del nostro concittadino Napoli è stato totalmente disatteso. Stanno a dimostrarlo il breve viale di ficus orrendamente mutilati, branche mozzate,tranciati ai nodi. Questa capitozzatura energica e decisa pare fosse dettata dall’incontrollato sviluppo delle radici che stavano sollevando e dissestato il marciapiede e da lì a poco sarebbe toccato anche alla strada.
Personalmente ritengo  che questi ficus non siano  stati  una scelta intelligente per l’alberatura del luogo, ma una volta cresciuti e nel rispetto della loro  età, abbiamo il dovere di custodirli  e gestirli al meglio delle nostre conoscenze
Proverò  a spiegare a queste brave persone, che hanno in  custodia e curano le piante del nostro paese, alcuni principi  elementari di botanica nel rispetto delle  esigenze  e delle circostanze del caso.
Intanto, sia chiaro che con la vostra operazione di capitozzatura non fermerete lo sviluppo  delle radici in superfice,  anzi  alla ripresa vegetativa si attiveranno di più, non conosceranno ostacoli. Ma vi siete chiesti perché queste radici che, quasi per definizione, dovevano scendere in basso, sottoterra , all’improvviso impazziscono ed emergono in superfice?
Ebbene, queste piante, contrariamente a noi umani che ci adattiamo a vivere in cassettoni di cemento, non sopportano nessuna copertura impermeabilizzante, qualsiasi strato cementizio, di asfalto o di mattoni  che renda intrasmissibile l’acqua e l’aria col suolo. Si è bene che lo sappiate :le radici degli alberi hanno un dannato bisogno di OSSIGENO!!
In natura, vedi i boschi, ad arieggiare il terreno ci pensano molti animali terricoli dai collemboli ai lombrichi, questi ultimi venivano chiamati dai nostri contadini” vermi lavuratura”. Nella campagna coltivata ci pensa il l’agricoltore attraverso l’aratura e la zappettatura.
Buona norma  vorrebbe che le piante,almeno per la prima parte della loro vita, ovvero dello sviluppo iniziale,  il terreno, per tutta la proiezione della chioma , restasse al naturale, ci si astenesse  dal cementificare o asfaltare , lasciando che si istaurino nelle radici una benefica presenza di micorri ze. Questo suolo non dovrà comunque  restare “nudo” ma si provvederà a coprirlo con truciolatura o piccoli sassi anche a scopo decorativo.
Capitozzare gli alberi è barbarie, una delle pratiche più sadiche che possiamo infliggere agli alberi, spesso li trascuriamo, non comprendiamo in tempo i segnali di malessere che  ci inviano, per poi stoltamente intervenire cruentemente nell’illusione di salvarli.
La stroncatura delle branche disarmonizza il rapporto equilibrato istauratosi tra chioma e radice, scompensa la circolazione linfatica, la produzione ormonale viene alterata, le grosse ferite prima di cicatrizzare sono esposte per lungo tempo all’attacco di funghi e batteri , la pianta sembra curiosamente avvantaggiarsene, ma nel lungo periodo sarà segnata, la durata della sua vita sarà di sicuro più breve.
Questi ficus  di via IV Novembre avevano mitigato ,e non poco, le abitazioni viciniori nelle estate accaldate ,erano rifugio di uccelli magari insettivori, di quelli che la sera all’imbrunire facevano incetta di fastidiose zanzare….la prossima estate non sarà più la stessa.