sabato 6 dicembre 2014

Un chicco di sole


(seconda parte)

Giuseppe Bivona

Una farina che  si ricava  da piante  di frumento  che hanno perso  la loro  connessione  col sole  e che è maltrattata dalle tecnologie  di molitura  non può essere  che di scadente qualità .Non ha in se le forze  per consentire  una buona panificazione. Per questo le farine  sono ormai addizionate  di additivi vari . L’aggiunta di additivi  è un artificio  per consentire  la panificazione  che senza di loro non  potrebbe avvenire 

                                Oggi, il grano”moderno” è l’esempio più eloquente della stupidità umana come espressione dell’anomalo rapporto che l’uomo ha istaurato  con la natura . L’uomo non si sente più parte della Natura ,  se ne è separato e tenta di dominarla,  di  sfruttarla, senza preoccuparsi  delle condizioni disastrose in cui sta lasciando la terra alle future generazioni.
L’uomo contemporaneo vive una profonda contraddizione,  al limite della inconciliabilità, una sorta di “asimmetria” esistenziale: da un lato le sue capacità razionali gli consentono di manipolare gli alimenti in modo radicale e profondo. Attraverso la “tecnica” soddisfa ogni suo desiderio, appaga i gusti, esalta i sapori, rende disponibile nel tempo e nello spazio gli alimenti, insomma rende possibile l’impossibile. 
Tuttavia, per l’altro verso, questi alimenti, quando li ingeriamo, debbono fare i conti con il nostro sistema  enzimatico, metabolico, digestivo,  assimilativo che, per fortuna o sfortuna …è rimasto tale e quale madre natura ci ha consegnato raggiunto l’apice della catena evolutiva. 
Eppure le nostre difese immunitarie non perdono occasione per lanciarci dei messaggi chiari ed inequivocabili:  le intolleranze o le reazioni allergiche  debbono essere percepite  come un deciso monito  a cambiare la nostra “dieta” o meglio lo stile di vita. Forse a rimuovere il nostro atteggiamento  nei riguardi della terra, una esortazione  ad interrompere il processo di devastante follia , di collettiva ubriacatura..
 Il grano è un frutto particolare  che la natura ci ha donato e che per secoli  ne abbiamo rispettato  e curato la sua identità  in un rapporto simbiotico: io diffondo e difendo i tuoi “ geni “ e tu mi garantisci l’alimentazione in particolare nei mesi invernali: un patto  tra “esseri”   seri e responsabili.
 Così, per  diversi millenni, i nostri contadini selezionarono le sementi , ebbero cura amorevole del chicco di grano, come uno scrigno depositario dell’energia solare. Pensate, dopo la mietitura  i covoni restavano nell’aia per diversi giorni ,  perché si essiccasse e fosse consentito al silicio di migrare dallo stelo e dalle foglie alle preziose cariossidi. 
Poi fummo travolti  dalla follia, la tecnica pervade la nostra vita , colonizza le nostre menti,  annulla ogni pensiero alternativo, siamo omologati  sull’altare dell’efficienza, dell’economicità , dell’efficacia. Passiamo  dai beni alle merci,  dal valore d’uso al valore di scambio! 
L’industria molitoria ed agroalimentare  ci chiede un prodotto  particolare: che non si “deteriori “ il cui shelf life  sia il più lungo possibile perciò  non trova di meglio che le farine doppio zero, inalterabili per una conservazione illimitata nel tempo . Ma chiede  di più: vuole un contenuto glutinino il doppio di quello posseduto dai grani tradizionali . 
 Cosi  accade che le semplici tecniche di incrocio  non soddisfino le richieste della moderna  attività  molitoria ed agroalimentare, bisogna abbandonare la coltivazione dei vecchi obsoleti grani “poveri”  incapaci di rispondere alle nuove emozioni dettate dal gusto e dai variegati sapori , abbisogna  percorrere le nuove vie tracciate  dalle profonde modifiche incise sul DNA attraverso le radiazioni  nucleari  tipo gamma
 L’insensatezza umana  raggiunge il suo epilogo: i nuovi grani consentono di mettere in mostra torte farcite  dal volume incredibile, di lievitare finché lo spazio lo possa consentire, senza limite, senza misura…
Disponiamo di prodotti alimentari morbidi, cedevoli, flessibili ,  gommosi  e impalpabili, buoni a rispondere positivamente  ai dettami inventati  dai  precetti  pubblicitari. Le nostre sensazioni gustative ed olfattive sono colonizzate,  rese  prigioniere,   asservite  alle papille, elaborate da un cervello drogato,  percepite  come piacevoli sensazioni  emozionionali, ma! …
La struttura organica  e la successione metabolica  non rispondono alle emozioni gustative ed olfattive, il cibo introdotto viene sottoposto ai processi digestivi ed assimilativi secondo dettami precisi ed inalterati.  Deve conformarsi agli imperativi  per cui è stato “progettato”. L’esempio più eloquente sono le ”margarine”  la  cui struttura chimica  assume la conformazione “trans”  per cui non viene riconosciuta dalla ghiandola epatica e così passa indenne nel sangue con tutto il disastro che è capace di arrecare. Il glutine, come la caseina, è una calamità della nostra presenza alimentare.  Per Colin Campell sono due disastri che sconvolgono il nostro sistema villico – assimilativo- intestinalee….immunitario.   I grani moderni sono stati “inventati “ per rispondere  alle necessità dell’industria dolciaria e pastaria. Disporre di una percentuale di glutine  che ne rasenta il doppio delle varietà tradizionali   permette di commercializzare paste  che possono essere reclamizzate  resistenti alla cottura, lasciare l’acqua di cottura quasi limpida, sentirle sempre al dente. Ma nessuno vi ha detto  che questo glutine , la sua quantità, il suo rapporto interno ( gliadine e gluteline), reso possibile dalle concimazioni con nitrati,  è  la frazione tossica per i celiaci!

1 commento:

  1. Perchè nessuno fa niente per impedire tale follia?
    Tanti, troppi...sanno e tacciono! Tacendo o restando inerti ci si rende complici e si consente agli speculatori di arricchirsi danneggiando la terra e noi stessi!

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